Se non mettiamo la Libertà delle Cure mediche nella Costituzione, verrà il tempo in cui la medicina si organizzerà, piano piano e senza farsene accorgere, in una Dittatura nascosta. E il tentativo di limitare l'arte della medicina solo ad una classe di persone, e la negazione di uguali privilegi alle altre arti, rappresenterà la Bastiglia della scienza medica.
Benjamin Rush, firmatario della Dichiarazione d'Indipendenza USA, 17 Settembre 1787

venerdì 18 luglio 2014

Quale trattamento per il cancro?

Dopo aver acceso una candelina per accompagnare verso la luce ANCHE un'altro mio cognato, mi sono imbattuta per caso in questo articolo (ho la precisa sensazione che anche lui se ne sia andato per le cure troppo aggressive e accanite, e infatti, nonostante il suo corpo le rifiutasse in modo palese si è comunque continuato a seguire la via del "protocollo"):

COSA FAREI SE AVESSI IL CANCRO
 Dr. Julian Whitaker, M.D.

Cancro! Forse nessun altra diagnosi è più temuta. Tuttavia molte persone temono le opzioni di trattamento tanto quanto la malattia stessa, e a ragione! La terapia convenzionale contro il cancro è tossica e disumanante e tutto sommato  non funziona.
Il suo affidamento a metodi aggressivi, invasivi e tossici quali la chirurgia, la chemioterapia e la radioterapia è basata sull’errato paradigma che il corpo deve essere purgato dal cancro in qualsiasi modo possibile. Ciò poteva sembrare ragionevole nel 1890 quando il Dr. William Halstead eseguì la prima mastectomia radicale, ma si è dimostrato così sbagliato nel corso dell’ultimo secolo che continuare a credere in questi metodi rappresenta più un atto doloso che un onesto errore.

In questo articolo, non andrò a dire cosa dovreste fare se aveste il cancro; solo voi potete prendere quella decisione. Comunque vi dirò cosa io farei se avessi il cancro.

Ugualmente importante, vi dirò cosa non farei.
Per incominciare non accetterei la diagnosi di cancro come una sentenza di morte; non ingoierei qualsiasi cosa i miei medici mi darebbero. Farei delle ricerche di trattamenti alternativi e diventerei l’unico esperto del mio stato di salute. In breve, combatterei per la mia vita con tutti i mezzi a mia disposizione.

Le strategie che adotterei per combattere il cancro sono simili alle strategie che userei per combattere qualsiasi condizione fisica seria come i problemi cardiaci o il diabete: modifiche alla dieta, supplementi nutrizionali mirati ed altre terapie naturali.

La bellezza di queste terapie è che possono essere usate insieme a qualsiasi altro trattamento – convenzionale o alternativo - al quale scegliate di essere sottoposto. Insieme daranno al vostro corpo una possibilità in più per guarire se stesso combattendo. Per cominciare diamo un’occhiata alla mia dieta anticancro.

La mia dieta contro il cancro
La dieta è una terapia contro il cancro molto più potente di quanto la maggior parte delle persone possano pensare. Ci sono innumerevoli prove che una nutrizione migliore fortifica il sistema immunitario, rallenta la crescita dei tumori e protegge contro le metastasi.
In uno studio condotto dall’Università di Victoria, B.C., i ricercatori hanno esaminato 200 pazienti di cancro che hanno sperimentato una “regressione spontanea” (un’inspiegabile guarigione o una riduzione del tumore). Più dell’87% di questi pazienti aveva apportato grosse modifiche alla propria dieta.
Se avessi il cancro prenderei a cuore questa ricerca; passerei immediatamente ad una dieta primariamente vegetariana ed eliminerei praticamente ogni fonte di grassi saturi, inclusa la carne ed i latticini, inclusi gli acidi trans-grassi che si trovano in tutti i cibi elaborati.

E’ noto che le diete con un alto contenuto di questi grassi saturi o di acidi trans-grassi stimolano la crescita dei tumori. Allo stesso tempo includerei i grassi “buoni” provenienti da pesci di acqua fredda (salmone, tonno, sgombro) e da semi di lino. E’ provato che gli acidi grassi essenziali Omega-3 presenti in questi cibi proteggono dal cancro.

Oltre che a piccole quantità di grassi “buoni”, la mia dieta anticancro include porzioni moderate di proteine e abbondanti quantità di verdure ricche di fibre, frutta, legumi, cereali integrali.

I cibi vegetali sono pieni di benefiche vitamine, minerali e fitonutrienti che rallentano la crescita del cancro. Farei uno sforzo particolare per mangiare cibi con note proprietà anticancro come la soia, le verdure crocifere (broccoli e cavolfiori), verdure a foglie larghe verdi e giallo-arancio, bacche, agrumi ed altra frutta, aglio e tè verde.

Mi informerei anche sulla macrobiotica. Essa è una tradizione orientale, definita da Michio Kushi, fondatore dell’internazionalmente famoso “Kushi Institute del Massachusetts, come “la strada universale per la salute, la felicità e la pace”. Al suo centro c’è una dieta perfettamente bilanciata consistente in un 50% di cereali integrali e un 20-30% di verdure coltivate localmente (e preferibilmente biologiche) integrate da piccole quantità di fagioli, alghe di mare, minestra e solo occasionalmente carne bianca, pesce e frutta. Molti studi hanno dimostrato il valore di questa dieta nel trattamento di pazienti malati di cancro.


La necessità di supplementi nutrizionali
Una dieta salutare è solo uno degli strumenti nella lotta contro il cancro; ugualmente importanti sono i supplementi nutrizionali. Come dottore so che le cellule cancerogene assorbono nutrimenti dal corpo e lo lasciano in uno stato di malnutrizione. Molti studi hanno dimostrato che i malati di cancro hanno parecchi nutrienti vitali (in particolare vitamine antiossidanti e minerali) a livelli molto bassi.

Se avessi il cancro prenderei degli integratori minerali e multivitaminici potenti per fare sì che il mio corpo abbia i nutrienti che necessita in dosi tali da potere attaccare le cellule cancerogene. Prenderei anche particolari supplementi per i quali si ha prova che fortifichino il sistema immunitario ed aiutino il corpo a combattere il cancro. Di seguito si elencano i più promettenti.

Selenio
Il minerale selenio presente in tracce è una delle nostre armi più potenti contro il cancro.

In uno studio pubblicato sul “Journal of the American Medical Association” nel 1996 il Dr. Larry Clark, ricercatore presso il Centro Tumori dell’Arizona, ha fornito delle prove convincenti che supplementi di selenio possono ridurre il tasso di morte per cancro fino al 50%!
In questo studio il Dr. Clark ha impiegato 1312 persone con precedenti di cancro della pelle, dividendoli in due gruppi; a quelli nel primo gruppo sono stati somministrati 200 microgrammi (mcg) di selenio al giorno, mentre a quelli nel secondo gruppo è stato somministrato un farmaco placebo. Anche se il selenio non ha avuto effetto sulla ricorrenza del cancro della pelle in questi pazienti, i suoi effetti sull’incidenza e sulla mortalità complessive per cancro furono eccezionali – fu verificato un tasso di cancro inferiore del 37% ed una mortalità per cancro inferiore del 50% nel gruppo che prendeva il selenio. Infatti, i risultati furono così definitivi che lo studio fu interrotto prima del previsto, perché i ricercatori pensarono che non era etico negare i benefici di questo straordinario minerale ai malati del gruppo che assumeva il placebo.

Il selenio è un potente antiossidante che facilita la veloce riparazione dei danni causati al DNA dai radicali liberi, una delle cause primarie del cancro. Oltre alle sue proprietà antiossidanti, è essenziale per la produzione del glutatione, un importante antiossidante e disintossicante prodotto dal corpo. Ma la capacità del selenio di proteggere contro il cancro va ben oltre questo. In realtà fa sì che le cellule cancerogene si autodistruggano prima che si possano replicare, mandando quindi in cortocircuito la crescita del tumore.
Personalmente assumo 200 mcg di selenio al giorno e raccomando vivamente di fare lo stesso a chiunque sia preoccupato del cancro.
La forma usata nello studio è il lievito ad alto contenuto di selenio, che è la forma maggiormente biodisponibile.


Vitamina C
Numerosi studi hanno evidenziato che alte dosi di vitamina C sono associate ad una diminuzione di rischio di cancro. Ma può essere efficace nel trattamento del cancro? Studi condotti dal medico e ricercatore scozzese Ewan Cameron forniscono un’indiscutibile prova che ciò è possibile.
Le cellule maligne producono un enzima chiamato hyaluronidase che distrugge il “collante” che tiene insieme le cellule. Ciò consente alle cellule cancerogene di infiltrare i tessuti sani. Il Dr. Cameron ha scoperto che la vitamina C inibisce la produzione di questo enzima, rafforzando così il “cemento cellulare” e rallentando la crescita del cancro. Quando ha somministrato alti dosaggi di vitamina C (una media di 10 grammi al giorno) a malati di cancro, ha registrato degli importanti miglioramenti nella qualità della vita e nel periodo di sopravvivenza.

Oltre a rafforzare il “collante” tra le cellule sane, la vitamina C favorisce la funzione immunitaria e stimola la formazione del collagene che incapsula o isola i tumori e impedisce loro di diffondersi; inoltre corregge le deficienze di vitamina C presenti in molti pazienti, velocizza la guarigione delle ferite chirurgiche, favorisce l’efficacia di alcuni farmaci chemioterapici e riduce la tossicità di altri. 

Un eccesso di vitamina C è una necessità per i malati di cancro. Se avessi un cancro prenderei 10-15 grammi di vitamina C al giorno. Questi alti dosaggi possono causare in alcune persone problemi di natura gastrointestinale, quindi la sostanza dovrebbe essere assunta in piccole dosi durante tutta la giornata, insieme al cibo, per minimizzare tale possibilità. Alcune persone tollerano meglio la vitamina C tamponata (in capsule o altro). La vitamina C può esser somministrata anche per via endovenosa


Coenzima Q10
A similitudine della vitamina C, il coenzima Q10 è un potente antiossidante e nemico del cancro. Il CoQ10 è più attivo nei mitocondri, le parti delle cellule in cui viene prodotta l’energia; agisce nei mitocondri come la candela di accensione in un motore a scoppio, dando inizio alla produzione di ATP, l’unità basica di energia che fa funzionare il nostro corpo.
La ricerca ha dimostrato che i malati di cancro spesso manifestano delle importanti deficienze di CoQ10; secondo il Dr. Karl Folkers, il “padre del CoQ10”, che ha iniziato a studiare questo nutriente all’inizio degli anni ’60, del CoQ10 supplementare è estremamente efficace nel ridurre ed eliminare tumori in alcuni pazienti.

 Nel 1995, insieme a ricercatori danesi, il Dr. Folkers ha pubblicato uno studio che ha evidenziato la completa regressione del tumore i cinque pazienti con forme di cancro al seno in stadio avanzato che assumevano una media di 390 mg di CoQ10 al giorno.

Sono convinto che il CoQ10 sia un valido componente di una terapia anticancro completa. Se dovessi affrontare il cancro, prenderei 100-200 mg al giorno di questo supplemento molto sicuro, in una forma solubile in olio; il CoQ10 richiede una piccola quantità di grassi per essere assorbito al meglio, quindi è preferibile assumerlo insieme ad un pasto.


Cartilagine bovina e di squalo
Una delle scoperte più interessanti mai fatte della ricerca sul cancro fu annunciata nell’estate del 1998. Due sostanze in via di sviluppo si sono dimostrate capaci di ridurre drasticamente i tumori nei topi semplicemente inibendo loro il necessario afflusso di sangue. Forse passeranno anni prima che queste due sostanze, l’endostatina e la angiostatina, possano essere pronte per l’uso umano, ma due agenti naturali che agiscono allo stesso modo sono già disponibili in qualsiasi farmacia o negozio di generi salutistici: la cartilagine bovina e di squalo.


La ricerca sulla cartilagine ha origine negli anni ’50 quando il Dr. John Prudden scoprì che la cartilagine ha uno straordinario potere di facilitare la guarigione delle ferite. Il Dr. Prudden scoprì in seguito che la cartilagine bovina inibisce l’angiogenesi, ossia la crescita di una rete di vasi sanguigni attorno ad un tumore dormiente che gli permette di crescere e di produrre metastasi, lo stesso effetto prodotto dalle sostanze endostatina e angiostatina.
L’interesse verso la cartilagine di squalo prese forma all’inizio degli anni ’90. Gli squali sono animali particolari in quanto non hanno ossa ed il loro scheletro è fatto esclusivamente di cartilagine. Questa specie molto antica possiede anche un sistema immunitario sorprendentemente robusto e, a differenza di altri animali, gli squali molto raramente si ammalano di cancro.


Il biochimico William Lane fu attratto dal lavoro del Dr. Prudden ma pensava che la cartilagine di squalo potesse agire ancora meglio come un agente anti-angiogenico. Dopo avere completato degli studi preliminari, il Dr. Lane si unì nella ricerca in questo campo al Dr. Charles Simone, un oncologo molto rispettato che utilizza terapie nutrizionali nella sua pratica medica.
Nel 1993 essi diedero avvio ad una ricerca su larga scala sulla cartilagine di squalo che coinvolgeva pazienti con tumori metastici, molti dei quali erano considerati “terminali” da oncologi convenzionali.
35 dei pazienti iniziarono un programma intensivo a base di cartilagine di squalo unito a cambiamenti di dieta e di stile di vita tesi a migliorare la funzione immunitaria e più di un terzo di questi malati “terminali” manifestò un sensibile miglioramento. Tre pazienti ebbero una completa remissione e altri nove manifestarono una significativa riduzione del tumore, mentre tutti i pazienti riportarono miglioramenti nella qualità della vita, energia, appetito, dolore ed umore.
La dose raccomandata di cartilagine bovina è di 9 grammi al giorno. Per quella di squalo si passa ad una media di 70 grammi al giorno (circa 1 grammo per ogni chilo di peso corporeo o fino a 2 grammi per chilo nei casi di tumore allo stadio avanzato).


Sia la cartilagine bovina che quella di squalo è disponibile in capsule, ma considerando la grande quantità di cartilagine di squalo necessaria ogni giorno in una terapia, è più facile assumerla in polvere diluita in acqua 3 volte al giorno o per via rettale. Poiché la cartilagine in realtà non uccide i tumori, ma li riduce impedendo il loro rifornimento di sangue, essa dovrebbe essere assunta indefinitamente per evitare una possibile ricorrenza della malattia. Le dosi più elevate di cartilagine di squalo possono essere ridotte alla metà quando si nota un miglioramento, di solito dopo circa 20 settimane di trattamento, e poi ridotta ad una dose di mantenimento di 8-10 grammi giornalieri.


Tè di Essiac
Nel 1922 l’infermiera canadese Rene Caisse incontrò una donna che le disse di essere stata guarita dal cancro avendo bevuto il tè degli indiani Ojibway, composto da 4 erbe (radice di bardana, acetosella, olmo e radice di rabarbaro indiano). Caisse preparò il tè per sua zia che aveva un cancro non operabile; la zia guarì completamente e Rene, chiamando il tè Essiac (Caisse scritto al contrario) trovò il lavoro della sua vita.

Rene Caisse non pretese mai che il suo tè fosse una cura contro il cancro, né che potesse aiutare tutti, ma non dovremmo neppure congedarlo come un altro vecchio rimedio popolare. Tutti i componenti del tè di Essiac, negli anni recenti, hanno dimostrato attraverso la ricerca di possedere buone capacità anticancro e migliaia di pazienti negli ultimi 70 anni hanno dichiarato di essere stati aiutati dal tè di Essiac.

Il modo più conveniente e meno costoso per usare il tè di Essiac è quello di acquistare la miscela di erbe già pronta, preparare l’infusione e tenerla nel frigorifero. Bisogna berne 50 grammi per 3 volte al giorno almeno un’ora prima dei pasti, e provare per almeno 12 settimane consecutive senza interruzioni. Il tè di Essiac è acquistabile nelle erboristerie.


Solfato di Idrazina
La maggior parte dei malati di tumore non muoiono per via del cancro; essi muoiono per via della cachessia – la perdita di energie, malnutrizione e consunzione causate dal cancro – e dalle infezioni opportunistiche e dall’insufficiente funzionamento dei vari organi che accompagnano questo stato di indebolimento.


La cachessia è il risultato dell’anomalo metabolismo delle cellule cancerogene. A differenza delle cellule sane, quelle cancerogene demoliscono il glucosio per produrre energia in assenza di ossigeno, generando acido lattico come prodotto collaterale. L’acido lattico e gli altri prodotti dell’attività di demolizione sono assorbiti dal fegato – con un elevato dispendio di energia - e riconvertiti in glucosio. Questo viene di nuovo fagocitato dalle cellule cancerogene, dell’altro acido lattico viene prodotto e il dispendio di energia viene così perpetuato.


Il dr. Joseph Gold, un medico innovativo che è sempre stato ostracizzato da tutto il sistema ufficiale della ricerca sul cancro, ha effettuato ricerche su come interrompere in modo efficace e sicuro questo circolo vizioso di drenaggio dell’energia – il solfato di idrazina.

Questo composto poco costoso interrompe il ciclo vizioso sopra descritto inibendo un enzima necessario per riconvertire l’acido lattico in glucosio. Invece di attaccare un tumore, semplicemente gli sottrae l’energia necessaria alla sua crescita.
Degli studi condotti nell’ex-URSS e presso il centro medico dell’Università di California a Los Angeles (UCLA) hanno evidenziato che il solfato di idrazina migliora l’appetito, l’aumento di peso, il livello di energia, la qualità della vita e, nei pazienti terminali, aumenta il periodo di vita residuo. Sembra anche che mitighi gli effetti collaterali della chemioterapia e della radioterapia.

Il Dr. Gold consiglia come dose giornaliera di solfato di idrazina 60 mg da assumere in capsule prima di colazione per i primi 3 giorni; 2 capsule al giorno, una prima di colazione e l’altra prima di cena dal quarto al sesto giorno; e dal settimo in poi 3 capsule al giorno, una prima di colazione, una nel primo pomeriggio e una prima di andare a letto, quest’ultima assunta insieme a del cibo. Comunque, il dosaggio del solfato di idrazina può variare con il peso corporeo e dovrebbe essere in ogni caso definito da un medico. La terapia dura 6 settimane con un intervallo di 1 o 2 settimane a metà periodo. Lo stesso ciclo può essere ripetuto tutte le volte sia necessario.


L’alcool, i barbiturici, i tranquillanti, i cibi con un alto contenuto di tiramina (formaggio, uva passita, cibi stagionati come gli insaccati o fermentati come lo yogurt) dovrebbero essere assolutamente evitati durante il periodo di assunzione del solfato di idrazina solfato, in quanto possono interferire con l’efficacia del medicamento e avere effetti collaterali significativi e/o causare forte nausea.


Amigdalina (Laetrile)
L’amigdalina, (conosciuta anche come vitamina B17 o laetrile) è stata oggetto di controversia tra medici più di ogni altro agente anticancro. Questa sostanza naturale si trova in più di 1.200 piante, ed è particolarmente presente nei noccioli di albicocche, pesche, ciliegie, prugne, e nei semi di mela. Nel corpo l’amigdalina agisce come una “bomba intelligente”, dividendosi in sostanze che agiscono selettivamente sulle cellule cancerogene, lasciando intatte quelle sane.
Studi condotti dal Dr. Kanematsu Sugiura, biochimico presso il “Memorial Sloan-Kettering Cancer Center”, nel 1970 evidenziarono che l’amigdalina fermava la crescita di piccolo tumori e poteva ridurre molto efficacemente la diffusione del tumore al seno in animali di laboratorio. Comunque i risultati di questi studi non furono resi pubblici dal Centro. Infatti furono effettuati molti tentativi per discreditare questa ricerca; quando uno degli esperimenti non riuscì a confermare i risultati ottenuti in precedenza da Sugiura, furono date disposizioni al dipartimento delle pubbliche relazioni del “Memorial Sloan-Kettering Cancer Center” di comunicare ai media che era stato “provato” che l’amigdalina era inefficace quale agente anticancro.

Ciò che non dissero fu che in questo esperimento fu impiegato un dosaggio di amigdalina pari a un quarantesimo di quello che il Dr. Sugiura impiegava con successo nei suoi esperimenti – tale comportamento era assolutamente ingiusto contro una sostanza anticancro potenzialmente molto efficace.

Similmente un test clinico ampiamente pubblicizzato del 1981 “comprovante” che l’amigdalina era inefficace aveva dei difetti gravi. Questo test fu effettuato presso la Clinica Mayo, con il supporto del Centro Tumori Nazionale su pazienti terminali che avevano il loro sistema immunitario ormai devastato da operazioni, chemioterapia e radiazioni subite. Era estremamente improbabile che tali pazienti potessero beneficiare da qualsiasi terapia. Per rendere la questione ancor più complicata la sostanza impiegata non fu l’amigdalina, bensì la isoamigdalina, una forma relativamente inefficace dell’amigdalina. Nonostante tutti questi tentativi di screditare la ricerca sull’amigdalina, nel 70% dei pazienti che in 3 settimane di trattamento ricevettero amigdalina per via endovenosa il tumore si stabilizzò (l’amigdalina presa per via orale non ebbe risultati di rilievo).


Mentre la ricerca “ufficiale” sul cancro continua la sua forte critica nei confronti dell’amigdalina, questo composto naturale rimane uno dei supplementi più usati da parte dei medici che usano terapie alternative. Nonostante che possa essere pericolosa in caso di un sovradosaggio, se assunta per via orale o endovenosa nelle quantità raccomandate è sicura e sembra sia un agente anticancro efficace, in particolare per migliorare la sensazione generale del paziente e per sollevarlo dal dolore causato dalla malattia. I noccioli di albicocca e le capsule di laetrile possono essere ordinate per posta. La dose giornaliera usualmente consigliata varia da 250 a 1000 mg o da 10 a 20 noccioli di albicocca.


Ukrain
L’ukrain è un prodotto unico, composta da un’erba chiamata celandina maggiore (Chelidonium Majus) e da una sostanza chiamata tiotepa.

La celandina maggiore ha una lunga storia come trattamento popolare contro il cancro, mentre la tiotepa fu il primo composto anticancro prodotto dall’industria farmaceutica tedesca. Nonostante che questi due componenti, presi da soli, siano molto tossici ed irritanti, la loro combinazione è particolarmente idonea a distruggere le cellule cancerogene lasciando intatte quelle sane.

L’Ukrain è un’invenzione del Dr. J. Vassyl Nowicky, che per nome le ha dato quello del suo paese di nascita (senza l’ultima lettera), che la rivelò al pubblico durante il 13° Congresso Internazionale di Chemioterapia che si tenne a Vienna nel 1983.

L’Ukrain, per essere una terapia che ha origine da tradizioni curative popolari, ha alle sue spalle una mole notevolissima di ricerche e studi. Una parte di questi furono condotti presso il “National Cancer Institute”, dove l’Ukrain fu provata nei confronti di 60 diversi tipi di cellule tumorali umane e fu verificato che inibì completamente la crescita di 57 di esse, incluso la leucemia, il melanoma ed il cancro dei polmoni, colon, cervello, ovaia, seno e rene.

Gli studi clinici di questo agente anticancro sono ugualmente notevoli. In 10 anni di studi clinici effettuati da scienziati presso il “Dr. Novocky’s Ukrain Anti Cancer Institute” in Austria, il 93% dei pazienti che hanno iniziato il trattamento nelle fasi iniziali dello sviluppo del tumore (in assenza di metastasi) hanno manifestato una totale remissione. In pazienti con metastasi minime, la probabilità di successo fu comunque elevata, intorno al 72%; persino in pazienti con cancro in fase metastica avanzata (considerati malati terminali dalla maggior parte dei medici) ci fu una percentuale di successo del 30%.


L’Ukrain agisce su diversi fronti per distrugge selettivamente le cellule tumorali, inibisce il DNA, il RNA, la sintesi proteica nelle cellule maligne riducendo il consumo di ossigeno di queste cellule a zero, uccidendole. Come la cartilagine bovina e di squalo, inibisce, inoltre, la crescita di vasi sanguigni intorno ai tumori, impedendo loro di nutrirsi e, quindi, riduce efficacemente la possibilità di diffusione del tumore oltre il sito originale. Fortifica, anche, il sistema immunitario aumentando il numero di cellule “aiutanti T”, che coordinano alcune attività immunitarie fondamentali, e di macrofagi, che cercano e distruggono le cellule anomale.


Oltre 120 documenti scientifici sull’Ukrain sono stati pubblicati da scienziati di 16 paesi e di 47 università e centri di ricerca diversi. Studi approfonditi sull’Ukrain continuano non solo in Austria, dove viene prodotta, ma in molti istituti in Canada, Francia, Germania, Olanda, Svizzera, Tailandia e persino nello Swaziland. Sfortunatamente gli oncologi americani sono molto meno aperti al valore potenziale di questo composto anticancro; solo pochissimi medici che seguono terapie alternative impiegano l’Ukrain negli USA.


Le terapie che ho descritto sono quelle che, a mio avviso, mi offrirebbero le migliori possibilità di fortificare il mio sistema immunitario aiutandomi a combattere il cancro senza distruggere, allo stesso tempo, il mio corpo.
Al contrario dell’invasività della chirurgia, della miscela tossica dei farmaci chemioterapici e degli effetti distruttivi della radioterapia, queste terapie hanno un livello di sicurezza estremamente elevato.
Inoltre, un numero altissimo di pazienti con cancro “terminale” hanno usato queste terapie per combattere la loro battaglia personale e sono la prova vivente che il “taglia, brucia e avvelena” non sono gli unici modi per combattere il cancro.

Se dovessi affrontare un tumore non mi fermerei a ciò che conosco, ma continuerei a cercare terapie efficaci e non tossiche che mi potrebbero dare un’ulteriore possibilità di successo.

Senza dubbio mi rivolgerei al Dr. Ralph Moss, probabilmente la persona al mondo più addentro le terapie alternative antitumore; i suoi libri sono il necessario antidoto contro la glorificazione da parte dei media comuni della terapia anticancro convenzionale.
Attraverso un servizio chiamato “The Moss Report” egli fornisce in tutto il mondo anche delle raccomandazioni personalizzate sui migliori trattamenti alternativi, in base al tipo di tumore ed alla sua severità.

Consulterei “People Against Cancer”, un’associazione senza fini di lucro, che fornisce un completo servizio di consulenza chiamato “Alternative Therapy Program”; esso include la rivalutazione della vostra documentazione medica pregressa da parte di una rete di dottori che usano terapie alternative. Infine mi informerei su quelle cliniche oncologiche che usano terapie che promuovono la capacità innata del corpo di guarire se stesso, piuttosto che devastarne il sistema immunitario. Queste sono le due cliniche a cui darei una seria occhiata:


Gli Antineoplaston di Burzynski
La terapia con gli antineoplaston è un trattamento anticancro notevole ideato dal Dr. Stanislaw Burzynski, e proposto nella sua clinica di Houston, Texas. Credo fermamente che gli antineoplaston siano tra i più importanti risultati del secolo nella terapia antitumore per una ragione: essi agiscono sul cancro alle sue origini. Assunti per via orale o endovenosa, questi composti proteici entrano nelle cellule ed alterano alcune specifiche funzioni dei loro geni; alcuni attivano i geni soppressori di tumori che causano l’apoptosi (morte programmata della cellula) nelle cellule cancerogene, altri inibiscono gli oncogeni, che altrimenti causerebbero la crescita cellulare al di fuori di qualsiasi controllo – la vera essenza del cancro.


Il Dr. Burzynski ha recentemente celebrato il 25° anniversario della fondazione dell’istituto di ricerca e della clinica che portano il suo nome; e in effetto c’è stato molto da celebrare perché dall’apertura della sua clinica egli ha esteso la vita di migliaia di pazienti, molti dei quali con tumori aggressivi, avanzati o “incurabili”.

I successi del Dr. Burzynski sono specialmente notevoli appunto per la virulenza dei tipi di tumore cui egli si è confrontato, tumori come quello al cervello nei confronti dei quali la medicina tradizionale non ha effetto.

In un esperimento con pazienti con tumore al cervello la sopravvivenza, la remissione completa e le remissioni parziali furono 7 volte superiori impiegando la terapia a base di Antineoplanston rispetto a quanto risulta documentato in studi pubblicati e riferiti a malati con tumori simili ma trattati con chirurgia, chemioterapia e radioterapia.


Se siete interessati al trattamento con Antineoplaston, dovete sapere che il FDA (Food and Drug Administration – assimilabile per certe sue funzioni al Ministero della Salute - NdT) controlla chi fa uso della terapia e chi no.

I pazienti con tumori maligni al cervello o con linfomi a basso grado possono iniziare la cura non appena hanno una tale diagnosi, ma per quelli con altri tipi di cancro spesso il FDA richiede che prima siano sottoposti a radio o chemioterapia.
I malati sono seguiti solo nella clinica Burzynski di Houston, e può essere loro richiesto di stare a Houston per due o quattro settimane per la somministrazione giornaliera dell’Antineoplaston e la successiva osservazione.


Le erbe di Hoxsey
La terapia di Hoxsey è una delle terapie anticancro alternative più datate. Harry Hoxsey, un guaritore autodidatta, ha iniziato ad usare delle formule di erbe passategli dal proprio bisnonno per curare il cancro. Alcune di queste miscele erano preparate per applicazioni cutanee per distruggere selettivamente il tessuto cancerogeno, mentre per altre era previsto solo l’uso interno. Si pensava che questi tonici potessero riequilibrare il corpo e creare un ambiente più favorevole alla guarigione in cui il sistema immunitario si fortifica ed i tumori muoiono.
Negli anni ’20 Hoxsey fondò una clinica a Dallas, Texas, dove ebbe un buon successo nel curare i malati di cancro. Nonostante un forte supporto popolare per le sue terapie, la comunità medica convenzionale considerò sempre Hoxsey un ciarlatano e egli fu ripetutamente arrestato per praticare la professione di medico senza la regolare licenza; nel periodo di un anno fu arrestato più di 100 volte! In ultimo la sua terapia fu vietata negli USA.


Quando Hoxsey smise la sua attività, passò il testimone alla sua infermiera, Mildred Nelson, che fondò il “Bio-medical Center” a Tijuana, in Messico nel 1963. Questa fu la prima struttura dedicata alle terapie di medicina alternativa che offriva servizi ai cittadini americani al di fuori degli Stati Uniti.
Dalla sua fondazione, il “Bio-medical Center” ha trattato migliaia di pazienti di cancro; i tipi di tumore che sembrano rispondere meglio alla terapia sono i melanomi, la leucemia cronica, il linfoma ed altri tipi di cancro della pelle. I pazienti con cancro al polmone, colon, prostata, cervice e mammella hanno avuto dei buoni risultati.

Studi recenti non lasciano dubbi che le miscele e formule di Hoxsey, per quanto possa essere strana la loro origine, contengono molte sostanze vegetali che hanno una valida attività terapeutica. Infatti, tra tutte le piante impiegate da Hoxsey, tra cui spiccano la radice di bardana, il trifoglio rosso, la radice di liquirizia e il frassino spinoso, gli scienziati non hanno identificato attività antitumorali solo in tre tipi di esse.

Quando i pazienti sono messi di fronte alla diagnosi di cancro, la ragione spesso si perde. Proprio nel momento in cui dovrebbero prendere delle decisioni calme, ben ponderate e supportate dalla conoscenza, essi sono paralizzati da shock, paura e da un’estrema sensazione di urgenza.

Molti pazienti in questa situazione si affrettano verso qualsiasi linea d’azione i loro medici raccomandano. Essi non lo fanno perché hanno fiducia nell’efficacia delle attuali cure mediche, ma perché hanno troppa paura per fare qualsiasi altra cosa.

Cercate di essere dei pazienti “eccezionali” anche se sarete considerati “difficili”. Non abbiate paura di chiedere al vostro medico qualsiasi tipo di documentazione e non siate riluttanti a fare domande quando non capite qualcosa o non siete d’accordo su qualcos’altro.
In qualsiasi caso cercate sempre una seconda opinione, e possibilmente una terza ed una quarta. So benissimo che richiede coraggio mettere in dubbio le raccomandazioni del proprio medico e ancor più coraggio rifiutarle. Ma non dimenticate che si tratta della sua opinione professionale e della vostra vita.


[Da: Venture Inward, gennaio/febbraio 2004)