Se non mettiamo la Libertà delle Cure mediche nella Costituzione, verrà il tempo in cui la medicina si organizzerà, piano piano e senza farsene accorgere, in una Dittatura nascosta. E il tentativo di limitare l'arte della medicina solo ad una classe di persone, e la negazione di uguali privilegi alle altre arti, rappresenterà la Bastiglia della scienza medica.
Benjamin Rush, firmatario della Dichiarazione d'Indipendenza USA, 17 Settembre 1787

sabato 27 settembre 2014

Agenti infettivi e tumori

La medicina è una scienza in divenire (a mio modesto avviso diviene mooooolto lentamente!)... e dunque... ecco a voi (rullo di tamburi) le "ultime news" sulla "origine" del cancro (tadaaaa) 

informazioni estrapolate dalla pagina ufficiale dell'IFO
 
Epidemiologia 
Negli ultimi vent'anni si è accumulata l'evidenza che diversi agenti infettivi, in particolare i virus, hanno un ruolo significativo nell'insorgenza del cancro. Almeno il 15% di tutti i tumori, più di 1 milione di casi per anno, possono essere collegati ad un’infezione virale (vedi paragrafi successivi) ed un altro 5% può essere attribuito ad infezioni batteriche e da parassiti.

Infezioni batteriche o parassitarie che possono essere causa di tumori
Helicobacter pylori é un batterio isolato in biopsie gastriche che é considerato carcinogenico per gli uomini come stabilito da parte dello IARC - International Agency for Research on Cancer nel 1994.   Il 40% di tutti i tumori dello stomaco nel mondo, con maggiore incidenza nei paesi in via di sviluppo rispetto ai paesi avanzati, può essere attribuito a questo batterio. Inoltre é messo in correlazione con un raro linfoma gastrico, che guarisce dopo trattamento antibiotico in grado di eliminare l'helicobacter pylori. Allo stesso tempo, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, parassiti quali gli schistosomi sono stati recentemente messi in correlazione con i tumori della vescica; ed infine certi vermi come l'opisthorchis viverrini endemico nel Sud-Est asiatico sono associati al colangiocarcinoma del fegato e sono stati definiti come carcinogenici per l’uomo.

Infezioni virali che possono essere causa di tumori
I virus possono causare tumori con meccanismi diretti, cioè collegati alla presenza di proteine virali ad azione tumorale (oncogeni), oppure con meccanismi indiretti che provocano una iperattività cellulare o la perdita del controllo immunitario favorendo l’insorgenza del tumore. Per alcuni virus il tipo di meccanismo trasformativo è stato chiaramente accertato, mentre per altri è ancora oggetto di discussione scientifica.

I virus che possono essere causa di tumori per via diretta e/o indiretta
I Virus Epatitici (Epatite B e C).
Il 50% di tutti i tumori del fegato nel mondo sono attribuibili ad una infezione da epatite B (HBV), per la quale tra l'altro é disponibile un efficace vaccino che farebbe scomparire questi tumori.  Almeno 300.000 casi di tumori del fegato con mortalità quasi del 100% potrebbero essere evitati con un’idonea campagna vaccinale. Il virus dell'epatite C (HCV), per cui non esiste però un vaccino, è associato non solo con l’epatocarcinoma,  ma anche con lo sviluppo di alcuni linfomi maligni.

Il Virus dell'AIDS HIVIl virus dell'AIDS (HIV) é indirettamente associato a due tumori: il sarcoma di Kaposi e il linfoma non-Hodgkin. L'immunodeficienza   causata da questo virus è alla base dello sviluppo di queste neoplasie. Per altro,  nei pazienti con HIV, anche altri tumori quali i tumori del capo e collo, tumori del testicolo, melanomi, tumori dell'ano, e malattia di Hodgkin sembrano essere in aumento.

Herpes Virus Umano di Tipo 8L’Herpes Virus umano di tipo 8 (HHV8)  o Kaposi Sarcoma Herpes Virus é considerato la causa del Sarcoma di  Kaposi cosiddetto classico ed é inoltre associato a vari tumori, quali il linfoma della cavità sierose o body-cavity-based lymphomas e la linfoadenopatia di Castleman.   

Epstein Barr VirusL'Epstein Barr virus (EBV) è un virus erpetico considerato carcinogeno con evidenza conclusiva nei riguardi del carcinoma naso-faringeo ed in linfomi quali: il linfoma di Burkitt, un linfoma di Hodgkin di tipo T e la malattia di Hodgkin.

Human T Leukemia Virus type 1 (HTLV1)L'HTLV1 é considerato carcinogeno per l'uomo in quanto causa una leucemia acuta di tipo T, endemica nelle zone costiere del Sud del Giappone.

Polyoma virusRecentemente un nuovo tipo di Polyoma Virus, il Merkell Cell Polyoma Virus (MCPyV), è stato messo in relazione con un raro ed aggressivo tumore cutaneo di origine neuroectodermica (Il carcinoma di Merkell). Ulteriori studi sono in corso per definire il nesso causale fra MCPyV e tumore.

Torque Teno Virus (TTV)I TTV sono ritenuti possibilmente associati ad alcune leucemie e linfomi infantili. Gli aspetti epidemiologici di questi tumori mettono in relazione il loro sviluppo con attività lavorative in agricoltura e con il contatto con bovini. I  TTV sono presenti in oltre il 25% dei bovini che potrebbero rappresentare una fonte di infezione. Allo stato attuale queste sono solo ipotesi che andranno vagliate dal punto di vi sta sperimentale.

Papilloma VirusI Papilloma Virus umani (HPV) sono un famiglia di virus che comprende  oltre 100 diversi genotipi  patogeni per l’uomo.  Alcuni di essi danno luogo a malattie proliferative benigne delle mucose e della pelle, come ad esempio condilomi e verruche, mentre  altri tipi sono messi in correlazione con il carcinoma del collo dell'utero,  in particolare i tipi 16 e 18  che sono considerati senz'altro carcinogenici per l'uomo. La diffusione dell’infezione  é molto alta negli adulti sessualmente attivi ed aumenta con l’aumentare del  il numero di partners sessuali. Tuttavia se nella maggior parte dei queste infezioni guariscono spontaneamente senza conseguenze, vi sono una minoranza di casi in cui l’infezione rimane persistente nell’organismo, e sono proprio queste infezioni persistenti quelle che possono provocare il tumore. In seguito ad una infezione persistente da parte di alcuni HPV, definiti ad alto rischio, la possibilità di contrarre un tumore della cervice è di molto superiore a quella che ha un fumatore di sviluppare un cancro del polmone. Gli HPV sono responsabili di oltre il 90% dei carcinomi del collo dell'utero su scala mondiale con una incidenza stimata superiore a   300.000 nuovi casi per anno. Gli HPV possono anche causare carcinomi squamosi della vulva, del pene e dell'ano in una percentuale minore dei casi e sono stati tendenzialmente associati ai tumori del capo e collo, dell'esofago e della cute, sebbene queste associazioni debbano essere confermate.

Conclusioni e prospettive future: L’identificazione di agenti infettivi come causa di una quota considerevole dei tumori umani, circa il 20%, può essere considerato uno dei maggiori risultati della ricerca sul cancro degli ultimi venti anni. La ricerca in virologia oltre ad aver aumentato le conoscenze sui meccanismi di cancerogenesi, consente oggi, nelle attività cliniche, una diagnosi precoce, l’individuazione di soggetti a rischio e la possibilità di effettuare la prevenzione dell’infezione.
L’utilità della vaccinazione contro l’epatite B è chiaramente riconoscibile in regioni con alta prevalenza di infezioni persistenti da Hepatitis B virus. Test clinici con vaccini anti HPV hanno provato la loro efficacia e i risultati delle campagne vaccinali in atto  ci diranno se saremo stati in grado di eradicare, per la prima volta, un tumore umano. L'eliminazione, poi, dell'helicobacter pylori con trattamento antibiotico può diminuire sensibilmente il rischio di tumori dello stomaco.


Fin qui la presentazione della pagina ufficiale dell'IFO e a seguire posto la presentazione di questa "scoperta" estrapolata da un altro sito (VideoScienza) pubblicata il 30 luglio 2011:

Quanti tumori dipendono dai virus?Le ricerche presentate a Trieste al convegno Icgeb

Le stime dicono che il trenta per cento dei tumori dipendono dall'azione di qualche virus: vuol dire che più o meno in un tumore su tre di quelli che colpiscono l'uomo la mutazione genetica che scatena il cancro è provocata da una semplice infezione virale, così dannosa da indurre le nostre cellulea impazzire e a dare origine a un tumore.
E' un meccanismo che fino a qualche anno fa era quasi ignoto, almeno al pubblico, e che adesso invece ha già portato all'assegnazione di un Premio Nobel, vinto da Harald zur Hausen per le sue ricerche sulla correlazione tra Papilloma virus e tumore dell'utero, e alla diffusione del vaccino contro questo virus come forma di prevenzione dal tumore per le donne.Dna Tumor Virus MeetingMa l'elenco dei tumori provocati dai virus si allunga ogni giorno. L'ultima occasione per fare il punto della situazione è stato il Dna Tumor Virus Meeting, il più importante appuntamento a livello internazionale per la ricerca sui tumori di origine virale, organizzato a Trieste dal Centro Internazionale di Ingegneria Genetica e Biotecnologia (Icgeb) che si è svolto a luglio (nell'immagine, la locandina), con studi presentati da 300 scienziati, tra i maggiori esperti del campo provenienti dai più prestigiosi centri di ricerca del mondo, oltre 120 interventi e 90 poster.

Papilloma virusAl centro dell'attenzione c'è ancora molto il Papilloma virus o Hpv (nell'immagine, il Papilloma virus fotografato dal Nih statunitense). Due tipi di Papilloma virus sono stati confermati come i responsabili di tumori non melanomatosi della cute (tecnicamente detti "non-melanoma skin cancer"), la forma più comune di tumore maligno nella popolazione di pelle chiara.
Il gruppo di Lawrence Banks (nella foto qui sotto), direttore del laboratorio di Virologia Tumorale dell’Icgeb e organizzatore dell’edizione triestina, sta approfondendo invece i meccanismi di azione del virus. "Abbiamo scoperto che dopo l’infezione di Papilloma virus nelle cellule ospite alcune proteine che generalmente hanno funzione di bloccare l'insorgere del tumore sembrano diventare esse stesse oncogeniche, come se ci fosse una sorta di diserzione da parte delle difese della cellula", spiega Banks.
Seguendo questa strada stanno nascendo nuove armi contro il cancro, come una terapia che punta inibire le proteine della cellula coinvolte nello sviluppo del cancro usando di piccole molecole, meno individuabili dalle difese immunitarie del corpo e meno Lawrence Banksfacilmente sopprimibili, che veicolano la terapia genica all’interno delle cellule tumorali riuscendo a bloccare l’azione degli oncogeni, la proliferazione tumorale e a stimolare un aumento degli oncosoppressori che distruggono ed eliminano le cellule cancerose.


Ma c'è anche il Merkel cell polyomavirus (MCPyV), un virus comunemente presente sulle pelle, che normalmente provoca infezioni asintomatiche e benigne, e che nel 2008 era stato identificato come responsabile dell’insorgenza del carcinoma di Merkel, un tumore cutaneo con un alto tasso di mortalità la cui frequenza si è triplicata nei pazienti trapiantati e nei soggetti immunodepressi. Dagli studi presentati al congresso risulta che il Merkel cell polyomavirus è sicuramente anche una delle cause dell’insorgenza della leucemia linfoide cronica, la forma di leucemia più diffusa nei paesi occidentali e la cui causa finora era ancora sconosciuta.
vediamo ora cosa ci dice il sito "cura del cancro, conoscere per vincere"
La cura del cancro diventa virale: Scopriamo i progressi e le nuove conoscenze che si sono fatti per la lotta contro i tumori.
Dopo oltre un decennio lo sviluppo delle conoscenze sui virus oncolitici ha fatto passi da giganti, queste nuove generazioni di virus oncolitici geneticamente armati per svolgere una azione mirata a svolgere un attacco su due fronti.
In primis la loro azione e' rivolta principalmente verso le cellule tumorali, con 2 criteri chiave:
 A) tempo di Lisi (distruzione delle cellule tumorali)
 B) Capacità di formazione del sincizio (capacità del virus di disporsi nelle cellule peritumorali prima della distruzione delle stesse e prima che il tumore cominci a difendersi);
La seconda si esplica sul fatto che interrompendo il genoma delle cellule tumorali attraverso il blocco del controllo della crescita delle stesse. Questi virus oncolitici hanno un trofismo quasi assoluto per le cellule tumorali nelle quali si autoreplicano ed un altra fondamentale azione e' lo stimolo delle colonie GM-CSF.
Tale stimolo ha come risultato che viene attirato uno sciame di globuli bianchi ed altri agenti operativi del sistema immunitario con ulteriore attacco al tumore.
I virus non hanno la capacita di infettare le cellule sane (questo asserisce D.K. oncologo e presidente della American Society for Gene and cellular therapy) per un blocco della timidin chinasi "prodotta dal tumore per impedire la morte cellulare" il risultato è' una fabbrica virale che si replica in modo impressionante all interno delle cellule tumorali.
Molti autori affermano che l'uso della chemioterapia e della ipertermia con i virus oncolitici amplificano la qualità ed il numero dei molteplici risultati positivi. Sopratutto l'associazione dell'ipertermia oncologica con la terapia oncolitica puo attraverso la tossicità indotta sul tumore, giungere ad un importante controllo sulla crescita del cancro e ci permette di usare la chemioterapia a dosaggi inferiori con gli stessi risultati, in quanto in questo modo potenziamo la citotossicità non aumentando gli effetti collaterali.
Tutto ciò è reso possibile dalla neovascolarizzazione tumorale, in poche parole il calore rimane intrappolato nelle lesioni tumorali generandone la morte con meccanismo di Apoptosi.
Recenti studi di biologia molecolare hanno isolato la proteina responsabile della neo angiogenesi, la proteina PAI1 (pai one) che e' capace di inibire la formazione di nuovi vasi tumorali tipici dei tumori che danno metastasi, ed è prodotta dall endotelio dei vasi sotto l'azione del calore.
In questo modo l'azione dei virus sulle cellule in moltiplicazione diviene letale. Nei prossimi articoli parleremo piu dettagliatamente dell uso specifico dei singoli Virus oncolitici e delle indispensabili terapie complementari

Dott. Ennio De Bartolomei
Casa di cura Villa Flaminia
Via Luigi Bodio, 58, Roma


Ora, secondo voi, non torniamo sul discorso delle difese naturali? e cioè che la migliore prevenzione sia il rafforzamento del sistema immunitario? cosa che include anche (se non specialmente) lo stress psicofisico!

sabato 20 settembre 2014

Radioterapia stereotassica

Cos’è?
La radioterapia stereotassica corporea (SBRT, Stereotactic Body Radiation Therapy) è una innovativa tecnica radioterapica non invasiva che permette di inviare una elevata dose di radiazioni direttamente sul volume tumorale con estrema accuratezza e precisione, provocandone la morte cellulare (necrosi). Tale tecnica viene eseguita in regime ambulatoriale e non richiede alcun tipo di anestesia, il paziente non è in nessun momento radioattivo e può proseguire la sua normale vita familiare. Viene effettuata una seduta quotidiana, indolore. Generalmente un ciclo è composto da 1 a 6 sedute.

Come viene effettuata?
1. La fase pre-trattamento prevede:
   - la preparazione di un sistema di immobilizzazione esterno (maschera termoplastica, cuscino personalizzato ad aria compressa) della parte del corpo interessata molto ben tollerabile, senza l’uso di metodiche invasive
    - l’effettuazione di una TAC e/o PET o RMN di simulazione, cioè del paziente in posizione di trattamento, durante la quale vengono acquisite le immagini per l’elaborazione del piano di cura personalizzato

2. La fase di trattamento prevede una seduta quotidiana di radiochirurgia per un massimo di 6 sedute, indolori e della durata effettiva di pochi minuti. Potrà essere valutata dal medico una medicazione quotidiana con farmaci per ridurre gli effetti infiammatori sul tessuto irradiato durante e dopo il trattamento.

In quali tumori è indicata?
La radiochirurgia stereotassica corporea (SBRT) è un trattamento che si può utilizzare per la cura di:
    tumori primitivi e metastasi del polmone
    tumori primitivi e metastasi del fegato
    tumori del pancreas
    tumori della prostata
    metastasi dei linfonodi dell’addome o della pelvi
    trombi neoplastici vascolari

Chi dà l’indicazione al trattamento?
L’indicazione al trattamento viene data dallo specialista in Radioterapia dopo un consulto con il paziente durante il quale vengono effettuate:
    la raccolta della storia clinica del paziente
    la valutazione del quadro clinico e degli esami strumentali (TAC, RMN, PET)
    la valutazione di rischi e benefici dell’eventuale trattamento

 
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domanda estrapolata da una intervista alla dott.ssa Patrizia Olmi (Istituto Nazionale dei Tumori di Milano) pubblicata su http://www.corriere.it/salute/sportello_cancro/articoli/2004/05_Maggio/06/radioterapia_intervista.shtml il 7 maggio 2004)

"conformazionale" e con tecnica "stereotassica". Che cosa significa?
La radioterapia, per esplicare la sua azione "tumoricida", si avvale di radiazioni ionizzanti (radiazioni in grado, cioè, di danneggiare il DNA delle cellule, n.d.r.), che vengono utilizzate attraverso diverse tecniche. Fra quelle più moderne ci sono, appunto, la conformazionale tridimensionale e la tecnica stereotassica, che permettono di focalizzare la dose delle radiazioni esattamente sulla lesione, risparmiando al massimo i tessuti sani circostanti che non vogliamo irradiare. L'informatica al servizio della radioterapia oggi ci fa conoscere in modo molto preciso la dose che viene data sia all'interno del volume tumorale che intorno ad esso, soprattutto nelle sedi definibili come "organi a rischio". E tutto questo migliora le possibilità di guarigione del paziente, diminuendo gli effetti collaterali.

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Premessa, tratta da:
http://www.emicenter.it/emicenter/radioterapia_stereotassica_cerebrale

"La Stereotassi sfrutta i rapporti tra lo spazio tridimensionale occupato da strutture o lesioni intracraniche e un sistema esterno di riferimento, al fine di guidare con precisione strumenti di vario tipo su bersagli prestabiliti.
L'intenzione dell'ideatore della Radioterapia Stereotassica, dottor Leksell, era di utilizzare la metodica anche in campo terapeutico, oltre che diagnostico (biopsie) al fine di colpire le cellule neoplastiche con dosi altissime di radiazioni, salvaguardando al contempo i tessuti sani circostanti. Per arrivare a tanto si è dovuto però aspettare l'avvento dei primi acceleratori lineari, alla fine degli anni Sessanta, e i loro successivi affinamenti tecnologici negli anni Ottanta: ecco allora che in poli di ricerca come Boston negli Stati Uniti, e Vicenza in Italia, viene sviluppata la tecnica di irradiazione stereotassica mediante acceleratore lineare."

"Descritta in maniera così semplice, la Radioterapia Stereotassica può apparire una tecnica banale: in realtà  richiede un alto livello di competenza, grande organizzazione e un approccio rigorosamente interdisciplinare: radioterapisti, fisici sanitari, neuroradiologi e neurochirurghi agiscono a stretto contatto.
Nella Radioterapia Stereotassica può essere sufficiente una sola seduta (Radiochirurgia) o è necessario frazionare la dose erogata in più sedute. Il grosso passo avanti è che in questo modo è possibile intervenire su masse neoplastiche profonde, prima irraggiungibili con il bisturi, a causa del rischio di lesionare importanti aree cerebrali limitrofe e, ancora, si possono curare tumori a lenta crescita, che non raggiungono grosse dimensioni e che sono quindi difficili da trattare con la chirurgia. Con la Radioterapia Stereotassica diventa possibile curare il "molto piccolo" e il "molto profondo".
Ma anche sulle masse di dimensioni più grosse la nuova tecnica può essere applicata, in collaborazione con il neurochirurgo: se quest'ultimo asporta in maniera incompleta una neoplasia, ad esempio per non indurre danni neurologici gravi, poi può essere indicata la Radioterapia Stereotassica a completare l’approccio terapeutico, là  dove il bisturi da solo potrebbe invece provocare danno collaterale eccessivo."

giovedì 18 settembre 2014

Niente chemio. Ecco come l’oncologo ha salvato la moglie dal cancro !!

zzz

Subito dopo questo articolo ne posterò un altro che ho avuto il piacere di leggere "per caso" (infatti non so come ci sono arrivata al blog che lo ha pubblicato, ma... sono convinta che niente nella vita capita per caso!!). E dico "il piacere di leggere" perché è davvero ben scritto ed esaustivo (secondo me). Vabbeh, cominciate con la (mezza) notizia che gira in rete in questi giorni;

Sidney Winawer, oncologo di fama planetaria, dirige il laboratorio di ricerca sul cancro al Memorial Sloan-Kettering Cancer Center di NewYork, uno dei centri più importanti del mondo. Per decenni ha praticato la chemioterapia a tutti i pazienti, metà dei quali però sono deceduti. Un giorno, la diagnosi è toccata a sua moglie, Joanna. Ben consapevole gravi dei danni collaterali della terapia chimica, e per nulla convinto della sua efficacia, il professor Winawer non ha sottoposto la consorte né alla “chemio” né alla radioterapia. E, sorpresa: l’ha guarita. Come?
Il luminare newyorkese si è affidato alla somatostatina, quella del controverso medico italiano Luigi Di Bella, accusato di suscitare speranze illusorie. Ma l’illusione peggiore è quella della chemioterapia, come lo stesso Winawer ha sostenuto nel libro “Dolce è la tua voce”, pubblicato da “Positive Press” nel 1998.

«Secondo la stragrande maggioranza delle teorie mediche, ci si ammala di cancro per una insufficienza del sistema immunitario», scrive il blog “Informare x Rexistere”, che riporta la notizia della “miracolosa” guarigione della signora Winawer.
«La chemioterapia riduce le masse tumorali di dimensione, ma al prezzo di distruggere completamente il midollo e le difese immunitarie dell’organismo, col risultato che quest’ultimo rimarrà debilitato ed esposto ad ammalarsi di nuovo, per anni o anche per il resto della vita».

Per dare un’idea di quanto siano tossici questi veleni, il blog prende spunto dalla stessa documentazione farmaceutica allegata ai più diffusi farmaci anti-cancro: «Pensate che basterebbe solo aumentare di poco le dosi di una sola “seduta” di chemioterapia per uccidere un cane, nel 100% dei casi». L’animale morirebbe per avvelenamento nel giro di pochi giorni: «Potete controllare voi stessi, dato che la tossicologia è pubblica».

Inoltre, per smaltire questi farmaci occorrono mesi: molto di più della durata di ogni ciclo terapeutico. Per cui, quando si torna in ospedale per il ciclo seguente, l’organismo non ha ancora smaltito le tossine accumulate.
«Molto spesso – continua il blog – il cancro ritorna negli anni successivi, dopo una cura di chemioterapia». Questo non è dovuto a una particolare “predisposizione” del paziente, «ma al fatto che le difese immunitarie sono ormai distrutte, quindi l’organismo è completamente indifeso ed è logico che venga aggredito nuovamente».

Per dirla col professor Winawer, la chemioterapia non è mai la soluzione definitiva del problema, poichè spesso la malattia si ripresenta dopo anni, con maggiore violenza. La soluzione? «Il cancro deve essere vinto potenziando il sistema immunitario».

Per molti tipi di tumore, il sistema immunitario ha una “memoria”, esattamente come per le malattie esantematiche (morbillo, varicella, rosolia). Se il tumore viene vinto dall’organismo stesso, piuttosto che represso dai farmaci, è molto più difficile che si ripresenti in seguito. A riprova, il blog cita recenti studi che dimostrano l’inefficacia della chemioterapia – mai davvero risolutiva – nonché i poco entusiasmanti retroscena legati al business infinito delle multinazionali farmaceutiche.

«La ricerca non ha fatto passi da gigante come tutti pensano, ma, al contrario, la gente si ammala e muore più che nei decenni scorsi», sostiene “Informare x Rexistere”. «Con i metodi di cura attuali, il 90% degli ammalati non sopravvive più di 10 anni al cancro».




ed eccolo qua l'articolo di cui vi parlavo all'inizio di questo post:

Healing lessons, la vera storia dell'oncologo americano che cercò di evitare la chemioterapia alla moglie


Da un po' di tempo circola in rete una notizia poco rispondente alla verità, sebbene non totalmente falsa, FAMOSO ONCOLOGO AMERICANO DI FAMA MONDIALE RIFIUTA LA CHEMIOTERAPIA PER LA MOGLIE MALATA DI TUMORE E GUARISCE.

Stavo meditando di rilanciare la notiza su questo blog, ma non mi va di mettere in rete le notizie senza prima controllare la fonte e mi sono messo a fare ricerche su questa storia leggendo qualche pagina in lingua inglese scoprendo come la realtà sia alquanto differente e decisamente più intricata.

L'articolo in questione (di cui consiglio di leggere i commenti e le esperienze riportate dalle persone guarite dal cancro grazie al digiuno, il crudismo, l'igienismo, l'assunzione di l'aloe) afferma che la moglie dell'oncologo gastroenterologo Sidney Winawer sia guarita dal cancro (cancro allo stomaco con metastasi al fegato) grazie al rifiuto dei classici rimedi dell'oncologia ortodossa: chirurgia, chemioterapia, radioterapia.

Purtroppo la storia è un po' differente dal momento che l'adorata moglie di quel medico  alla fine è morta di cancro, però è morta quando un inasprimento della malattia l'ha convinta a sottoporsi alla fine a cicli di chemio e trapianto del midollo

E' vero però è vero che, aiutata e supportata dal marito si è rivolta alla medicina complementare cercando di guarire dal cancro utilizzando rimedi erboristici e naturali, somministrazione di interferone, somatostatina, vitamine, coenzima Q-10, terapia del calore (ipertermia), clisteri di caffé (secondo i dettami della terapia Gerson), e trattamenti olisitici che comprendevano anche esericizi di meditazione e rilassamento. E se è morta non è morta dopo sei mesi secondo la prognosi dei medici che si basavano su una esperienza e su una statistica legata ai pazienti che venivano operati e sottoposti a radio e chemio terapia, ma dopo 3 anni e sei mesi, ovvero un periodo di tempo di gran lunga maggiore. 

Chi fosse interessato ad un breve riassunto del libro lo può trovare sul sito di amazon, in modo da sincerarsi di quale sia realmente la storia in essa raccontata, e di verificare due punti salienti della vicenda.

Il primo è che la signora Winawer soffriva di anoressia, ed il fatto che una persona anoressica si ammali di cancro allo stomaco ed al fegato difficilmente lo si può considerare casuale.

Il secondo è che rima della morte, avvenuta dopo altalenanti periodi di apparente remissione e successiva ricaduta, la signora Andrea Winawer si era decisa alla fine, durante un momento di sconforto e di pericolosa recidiva del male, a sottoporsi a diversi cicli di chemioterapia ed a trapianto del midollo.

Di conseguenza la morte della moglie dell'oncologo Winawer potrebbe benissimo essere attribuita a diversi fattori:

1) il fatto che nonostasse tutte le meditazioni e gli esercizi di rilassamento non sia mai andata a risolvere il forte problema di fondo che già prima di sviluppare il cancro le corrodeva l'anima: la sua anoressia, il suo conflittuale rapporto con il cibo, quel cibo che lo stomaco ed i fegato dovevano contribuire a digerire. Sin dall'antichità romana i medici attribuivano alcuni casi di cancro alla somatizzazione di problemi psichici, e adesso la psico-neuro-immunologia sta rivalutando quelle antiche intuizioni alla luce delle nuove scoperte; per altro tali correlazioni sono state studiate e confermate anche dagli studi del dottor Hamer, secondo il quale una grave questione che crea sofferenza psichica, specie se vissuta in solitudine, senza confidarsi a nessuno, può generare un tumore nel giro di sei mesi.

2) ad accelerare il decorso funesto della malattia potrebbero essere incolpate le chemioterapie fatte alla fine assieme al trapianto di midollo, operazione che generalmente ha un esito infausto (le statistiche per i malati di leucemia che si sottopongono a trapianto di midollo mostrano che circa il 67% muoiono nel giro di due anni dall'operazione).

L'articolo citato all'inizio però, descrive esattamente il sentimento di impotenza dell'oncologo deluso dalla sua esperienza nella quale le classiche terapie anticancro (chirurgia radio e chemio) portano ben poche speranze ai malati. Alla fine, dopo la morte della moglie, il dottor Winawer, convintosi della validità delle terapie complementari che secondo lui hanno prolungato l'aspettativa di vita della moglie nonché la qualità della sua vita, decide di sviluppare un programma di medicina integrativa presso la famosissima clinica oncologica Sloan-Kettering.
 

Esercizi di respirazione diaframmatica

La maggior parte di noi inspira in maniera non corretta, cioè con il torace e non con il diaframma. Vediamo qualche esercizio di respirazione diaframmatica

La respirazione diaframmatica

Posizionate la vostra mano sulla pancia e respirate. Se durante l'inspirazione non sentite la pancia gonfiarsi, la vostra è una respirazione alterata. È comune. Voi respirate col torace, mettendo in atto una respirazione definita “non fisiologica”.
In condizioni normali, la fase di inspirazione dovrebbe essere eseguita dal muscolo del diaframma, mentre la fase di espirazione dovrebbe avvenire in maniera passiva, a meno che l'atto espiratorio sia forzato.
Perché tutto ciò? Non si respira correttamente a causa dello stile di vita moderno che adottiamo, pieno di stress, ansie e tensioni familiari e soprattutto lavorative. Queste ci inducono a respirare con la porzione superiore delle costole e a mantenere, per tutta la giornata, un blocco inspiratorio, non espellendo quasi mai l'aria in maniera completa. Così facendo, il diaframma rimane in basso, come bloccato, lasciando lavorare gli altri muscoli. Proviamo invece a respirare correttamente, col diaframma, suggerendo qualche esercizio di respirazione diaframmatica.

Esercizio di respirazione diaframmatica 

Respirare bene è fondamentale. Un esercizio utile e semplice che potete eseguire ogni giorno può essere quello della respirazione diaframmatica profonda che permetterà di ridurre le tensioni e ci aiuterà a rilassarci.
In un ambiente confortevole, sedersi su un divano o una poltrona comoda con la schiena dritta e il petto in posizione naturale, inspirare aria lentamente e profondamente per circa 5 secondi fino a riempire i polmoni, espandendo il diaframma. Poi espirare lentamente l’aria dai polmoni per circa 7 secondi, contraendo il diaframma. Ripetere l’esercizio per alcuni minuti ogni giorno.Questo esercizio è utile per controllare la respirazione, diminuire le tensioni intercostali e rilassare l’addome.

Sdraiatevi supini, gambe piegate, rilassatevi e cominciate a respirare. Mettete una mano sulla pancia e una sul petto. Inspirate con il naso, gonfiando solo la pancia, lasciando fermo il torace; poi espirate con la bocca aperta, sgonfiando la pancia. L'utilizzo delle mani serve per farvi prendere coscienza del movimento e comprendere se state lavorando con la pancia o se state facendo intervenire le coste durante la respirazione. L'aria deve uscire dalla bocca in maniera naturale, come se fosse un sospiro di sollievo.

Attenzione: non forzate la respirazione perché potreste andare incontro a iperventilazione o avvertire giramenti di testa.

domenica 14 settembre 2014

Risposta di un medico, su Yahoo Answer, a una domanda sulla chemioterapia


Da quel che vedo nelle risposte non solo a questa domanda, non è ancora chiaro alla gente comune quali sono i limiti e quali i benefici della chemioterapia antiblastica citostatica. Cercherò di portare un po' di chiarezza sulla base della mia ormai più che ventennale esperienza di medico pratico "in trincea" (e sono pronto a documentare tutto ciò che asserisco!!!!). E preciso: medico di medicina "ufficiale", non "complementare" (tipo omeopatia e similari).

La chemioterapia è certamente utile e spesso risolutiva in un limitatissimo numero di tumori già ben noti (linfoma di Hodgkin, leucemia linfoblastica acuta del bambino, tumore del testicolo, leucemia mieloide e linfatica cronica dell' adulto, e pochissimo altro).
In qualche altro caso, pur non risolvendo il problema, può però ridurre la massa tumorale, allungare la vita del paziente e talora permettere alla chirurgia di poter asportare la massa neoplastica così cito-ridotta (valgano per tutti, come ad esempio, i carcinomi della faringe e dell' istmo delle fauci).

Ma nella stragrande maggioranza dei casi, si tratta di un'autentica "bufala" che non serve assolutamente a nulla, devasta il paziente e talora lo fà anche morire prima.

Io non ho mai visto UN SOLO CASO (e sfido i Colleghi a portarmene anche uno solo!!!!) di tumore (ad esempio del polmone o del pancreas o del fegato o della mammella o del cervello, ecc., ecc.), che sia guarito per merito delle chemioterapie. In quei casi, si guarisce SOLO ED ESCLUSIVAMENTE se la chirurgia e la radioterapia riescono ad estirpare completamente il male; e siccome a tutti indistintamente viene successivamente proposta la chemioterapia, ecco che -quando il paziente guarisce- gli oncologi si arrogano meriti che assolutamente non hanno!! 

Quante donne ho visto che, affette dal tumore al seno, sono state salvate dalla chirurgia (all'istologico: tumore completamente asportato; nessuna invasione vascolare; nessun linfonodo interessato) ed eventualmente dalle successive radioterapia ed ormonoterapia; queste vengono di solito indotte ad effettuare un'inutilissima e devastante chemioterapia, che, oltre a distruggerle fisicamente e psichicamente, è essa stessa oncogena, leucemogena e gravata da una certa mortalità (diretta od indiretta) a breve, media e lunga distanza. E quando poi la donna guarisce, chi credete che si prenda il merito della sua guarigione? Il chirurgo? NOOOO ... L' INUTILISSIMO (almeno per ora ed in questi casi) ONCOLOGO!!!!


E quanti di voi sanno che il trapianto di midollo osseo, presentato come la panacea per molte malattie ematologiche, ha una mortalità REALE fra l'85 ed il 90% (dopo aver fatto passare a quel povero disgraziato/a l'inferno in terra)??!!??
E' chiaro che gli oncologi, per indurre i paziente a sottoporsi a tali trattamenti, devono indorargli la pillola (minimizzando gli effetti collaterali e magnificandone le aspettative): alla facciaccia del cosiddetto "consenso informato", che è così preteso e circostanziato in chirurgia e così disatteso in onco-ematologia!!!!


Ma perchè gli oncologi fanno tutto ciò: prima di tutto perchè altrimenti non lavorerebbero (cos'altro sanno fare?), sia come strutturati in ospedale, sia poi in libera professione; poi, perchè così hanno a completa disposizione cavie umane disposte a tutto per le loro sperimentazioni; infine: ma avete idea di che giro di soldi c'è dietro ai farmaci chemioterapici?!?

E devo confidarti che gli oncologi che ho finora conosciuto (salvo rare eccezioni) sono meno "umani" degli anatomo-patologi e dei medici legali (quelli che fanno le autopsie): nemmeno questo hanno (provi infatti il paziente a contraddirli....).

Si, non lo nego, ce l'ho proprio tanto con gli oncologi e con gli ematologi in genere . Ma perchè? Perchè le infamie che gli ho visto commettere in più di 20 anni di (mia) intensa carriera, mi fanno vergognare profondamente di indossare lo stesso camice bianco!!!!!!!! Ed ho anche visto che si fanno usualmente le statistiche "ad hoc" (è molto facile, basta manipolare qualche parametro od inserire solo ciò che fà comodo....). Che SCHIFO!!!!


Un solo consiglio: se mai ti capitasse di aver a che fare con onco-ematologi, fatti sempre e solo mettere per iscritto quel che ti dicono in maniera chiara e semplice, pretendendo che non scrivano numeri e dati ma solo Fonti.

Solo il cosiddetto "razionale" del loro consiglio medico.
Non starli neppure a sentire se non vogliono esprimersi per iscritto o se cominciano a tirare fuori numeri e statistiche (che non capiresti e che, oltretutto, sono facilmente manipolabili).
 
Questa è la mia esperienza pratica quotidiana pluriventennale!