Se non mettiamo la Libertà delle Cure mediche nella Costituzione, verrà il tempo in cui la medicina si organizzerà, piano piano e senza farsene accorgere, in una Dittatura nascosta. E il tentativo di limitare l'arte della medicina solo ad una classe di persone, e la negazione di uguali privilegi alle altre arti, rappresenterà la Bastiglia della scienza medica.
Benjamin Rush, firmatario della Dichiarazione d'Indipendenza USA, 17 Settembre 1787

domenica 30 agosto 2015

Olio di cannabis: fantascienza in italia!

articolo di Luigi Romano pubblicato sul suo sito web  il 29 ottobre 2013

Luigi Romano
Il mio primo approccio scientifico con il mondo della Cannabis e dei cannabinoidi risale alla mia tesi di laurea. Durante l’anno di internato (2010/2011) abbiamo portato avanti una ricerca su i due endocannabinoidi più studiati. Anandamide (AEA) e 2-arachidonoilglicerolo (2-AG). In particolare ne abbiamo studiati gli effetti sulle funzioni bioenergetiche mitocondriali (sintesi e idrolisi di ATP, consumo di O2 ecc). I risultati di queste ricerche si sono concretizzati nella stesura della mia tesi sull’AEA e in una pubblicazione sul 2-AG.
Subito dopo la laurea ho preparato e superato l’Esame di Stato per l’abilitazione alla professione. Nello stesso periodo sono venuto a conoscenza del bando “Ritorno al Futuro” indetto dalla Ragione Puglia che concedeva borse di studio per seguire dei Master. Vinta la borsa di studio durante tutto il 2012 ho seguito un Master di II livello in Fitoterapia presso l’Università di Siena. Il Master prevedeva un periodo di stage da svolgere presso una qualsiasi “azienda X” che trattasse fitoterapici.
Il mio pensiero è andato subito alla Cannabis e alla Bedrocan in Olanda. Contattati Arno Hazekamp e Tjalling Herkelens tramite e-mail e fissato un incontro via Skype, andato a buon fine, è iniziata la mia avventura nel mondo della Cannabis terapeutica.
L’oggetto della nostra ricerca è stato l’Olio di Rick Simpson quindi cannabinoidi applicati nella cura del cancro.La prima parte del mio stage si è focalizzata sulla ricerca bibliografica riguardo Cannabis, cannabinoidi e cancro ed è stata svolta in Italia. La seconda parte si è svolta in Olanda presso l’Università di Leiden. L’attività di laboratorio consisteva nel riprodurre e analizzare “5 ricette” per produrre l’olio di Cannabis tra le quali quella di Rick Simpson che consiglia l’uso della nafta.
Le altre 4 erano con etanolo, etere e 2 con olio d’oliva extra vergine. Il nostro obiettivo era quello di individuare una buona “ricetta” riproducibile nella quiete domestica anche da persone non proprio in salute.
I risultati indicano che la nafta è da evitare, l’etere è buono ma deve essere maneggiato con attenzione, l’etanolo è buono ed è il solvente maggiormente utilizzato e le due ricette con olio d’oliva sono le più tranquille da effettuare in quanto non richiedono l’evaporazione del solvente e il relativo sprigionarsi di fumi.
Prendendo insieme i risultati della mia ricerca bibliografica (test in vitro, test in vivo, trial clinici), delle evidenze riportate da tanti pazienti [tra cui quella di Luciano Rossi compreso nel libro nel capitolo sull’HIV NDA] si può dire che i cannabinoidi hanno sicuramente un’azione sulle cellule tumorali e che la forma terapeutica che molti pazienti stanno usando è l’Olio di Cannabis, ovvero un estratto concentrato che contiene soprattutto cannabinoidi e terpeni.
La ricerca, ovviamente, deve andare avanti. L’attività di ricerca alla Bedrocan è incentrata soprattutto su Cannabis/cannabinoidi e sui metodi di somministrazione del farmaco. L’aspetto agronomico della Cannabis viene sviluppato principalmente nelle serre che sono situate a Veendam. Cercano di valutare tutti i diversi parametri di coltivazione (dal pH, alla quantità di acqua giornaliera, ecc) per arrivare a definire la migliore condizione di crescita delle piante. Le varietà che producono sono diverse, dalla rinomata Bedrocan al Bediol, Bedica, Bedropoor, ecc. Le genetiche sono fornite da Sensi Seeds. Ovviamente la standardizzazione delle piante deriva da un ambiente controllato ed esso stesso standardizzato. Lo standard medico si raggiunge garantendo la presenza e quella certa concentrazione di cannabinoidi. Questo risultato lo si ottiene solo in serra e seguendo le GAP (Good Agricoltural Practices).
Per quel che riguarda i cannabinoidi la Bedrocan cerca di isolare e caratterizzare i vari cannabinoidi partendo da materiale vegetale. Avendo i cannabinoidi isolati si possono fare ulteriori esperimenti per esempio sul processo di decarbossilazione, sulla conversione di un cannabinoide in un altro, sull’influenza di un cannabinoide sull’altro, nella somministrazione tramite vaporizzatore, ecc.
Per le tecniche di somministrazione del farmaco sono molto concentrati sul vaporizzatore e cercano di coinvolgere altre figure professionali per sviluppare strumenti e metodi sempre più efficaci. Per quel che ho potuto vedere sono un punto di riferimento per chiunque svolga ricerca su Cannabis e cannabinoidi. Avendo la disponibilità praticamente immediata di materiale vegetale controllato, coltivato secondo le GAP e standardizzato in contenuto di cannabinoidi, la loro ricerca può andare avanti senza i vari ostacoli che si presentano in altri paesi europei. Senza contare la presenza in Olanda di istituzioni quali il Cannabis Bureau e NCSM [NDR. Associazione olandese per la cannabis legale e medica].

La ricerca sui cannabinoidi ha fatto, e continua a fare, passi da gigante. Basta pensare che nel 2006 M. Guzmán et al. hanno realizzato il primo trial clinico in cui una soluzione contenente THC veniva somministrata a pazienti con glioblastoma multiforme, un tumore al cervello molto aggressivo, tramite iniezioni intratumorali e quindi intracraniche. Fantascienza per l’Italia.
Lo studio, condotto comunque su pazienti terminali sui quali le terapie standard (chemio e radio) non avevano avuto risultati, ha avuto risultati positivi. Per due pazienti (su 9) l’aspettativa di vita è aumentata di 1 anno e per un paziente di 24 settimane. Ovviamente tutti i sintomi clinici come disfasia e ipertensione cranica, emiparesi, cefalea e allucinazioni, deficit motorio sono stati fortemente smorzati dal THC.
Sui motori di ricerca scientifici, tipo Pubmed (uno a caso), ci sono centinaia di articoli su molte patologie e sull’uso di Cannabis/cannabinoidi per lenirle o curarle.
In Italia si lavora e si lavora tanto, basta pensare a Di Marzo, De Petrocellis, Grassi. Il problema è sempre la regolamentazione e tutto quello che ne deriva.
Non conosco i dettagli di altri laboratori ma durate l’anno di tesi il mio prof. ordinò un flaconcino di THC, circa 25mg. Il flaconcino è arrivato dopo la mia laurea, circa 2-3 mesi dopo. Questo è solo la mia esperienza ma credo che in molti laboratori le cose siano così.
Quindi, come si può fare ricerca se nel frattempo che attendi il prodotto altri gruppi di ricerca nel mondo hanno già pubblicato nuovi e diversi studi?

Luigi Romano, laureato in Biologia Ambientale nel 2010 presso l’Università di Bari. Luigi ha avuto un’importante esperienza di scambio presso la principale ditta che ricerca sugli cannabinoidi a livello europeo. La ditta Bedrocan BV, in collaborazione con il Ministero della salute olandese, sviluppa protocolli di ricerca sulla canapa medica e attualmente rifornisce i pazienti italiani che hanno seguito la prassi burocratica per l’importazione del farmaco.

sabato 29 agosto 2015

Dalla testa al corpo

   I conflitti interiori che logorano l'organismo

Un amore sbagliato.
Una grave perdita, un lutto, una separazione, una persistente insoddisfazione sul lavoro.
Frequentissime condizioni che possono dare non solo ansia, tristezza, malinconia, ma anche malattie psicosomatiche, come eruzioni cutanee, problemi digestivi e respiratori, disturbi del sonno.
Come ben spiega la psiconeuroendocrinoimmunologia e la medicina psicosomatica, i sentimenti e le emozioni negative, soprattutto quando non espresse, possono radicarsi nel corpo.

«Ogni individuo è un’inseparabile unità fra mente e corpo: per questo, salute o malattia sono anche un’espressione di benessere o malessere psicologico», spiega Antonino Minervino, Primario dell’Unità Operativa di Psichiatria 25, a Casalmaggiore (CR) e Membro Consiglio Direttivo della Società Italiana di Medicina Psicosomatica.

«Nel malessere psicologico, ad esempio, vi è un considerevole incremento di cortisolo, ormone che in quantità eccessive, inibisce il sistema immunitario. E rende così più vulnerabili alle malattie infettive».
 
Ma i sintomi non vanno combattuti è basta perché sono anche un segnale che ci manda il nostro inconscio per dirci di cambiare.

Bisogna imparare a coniugare il sintomo con il suo significato profondo. Ammalarsi in questi casi deve diventare lo stimolo ad abbandonare gli atteggiamenti negativi, le strade poco consone alla propria natura più profonda. 
 
Anche se, si sa, per attuare questo processo spesso non basta una buona propensione all’introspezione e all’autoanalisi, ma è necessario la guida, il supporto di un esperto.
Ecco, di seguito, la spiegazione psicosomatica di alcuni tra i disturbi più ricorrenti ed il loro significato.

MAL DI TESTA
 
Cefalea ed emicrania possono segnalare il bisogno di ridurre l’eccesso di razionalità, l’esigenza di dar più voce all’intuizione e alle emozioni. Solitamente, chi soffre di cefalea è uno che deve tenere sempre tutto sotto controllo senza delegare mai, è troppo realista, imbrigliato in un progetto di vita con standard troppo elevati e conseguenti difficoltà a raggiungere gli obiettivi prefissati. «Spesso si tratta di persone che, sin dall’infanzia, hanno subito aspettative genitoriali esagerate», dice Anna Zanardi, psicologa e autrice del saggio "Il linguaggio degli organi", recentemente pubblicato per Tecniche Nuove.
«Spesso, in queste persone si nota una serie di caratteristiche ricorrenti: forti componenti ansiose, ambizione, aspirazione a dominare, tendenza al perfezionismo, grande tensione nervosa e spiccata tendenza a reprimere sentimenti negativi, come invidia ed ostilità, soprattutto rivolte a forme di successo intellettuale», osserva Minervino.

INSONNIA
 
L’insonnia è un disturbo che colpisce, di preferenza, chi non riesce a lasciarsi andare e accompagna la depressione. Spesso, chi soffre di insonnia è anche una persona profondamente insicura, che si stente esausta e sovraesposta ai rischi della vita.

TORCICOLLO
 
Chi tende a somatizzare nei muscoli e nelle ha un modello di vita piuttosto rigido, con una propensione al perfezionismo e all’autocontrollo, una costante "padronanza di se stesso", negandosi impulsi aggressivi e manifestazioni di delusione e di irritazione. «Appaiono come persone infinitamente disponibili, ma, in genere, questi tratti caratteriali sono il risultato più di una costrizione intima, neppure conosciuta come tale, che di una spontanea apertura verso gli altri».
Uno dei disturbi più frequenti, il torcicollo, si alterna spesso alle cervicalgie. «Questi malesseri rappresentano un’esacerbazione del "mantenere la testa a posto", o del "non abbassare la testa", atteggiamenti che in buona misura non sono da evitare, ma che nel loro manifestarsi in modo troppo rigido svelano la presenza di un disadattamento emotivo, che si trasforma in una costante richiesta a se stessi di maggior sforzo e volontà», dice Minervino.

DISTURBI RESPIRATORI
 
Simboleggiare la difficoltà ad affrontare da soli gli ostacoli e le lotte, piccole o grandi, che la vita inevitabilmente richiede: molto forte è, infatti, l’equivalenza della respirazione con l’autonomia. «L’esempio più classico è dato dall’asma, una malattia complessa che spesso può avere anche una base allergica, ma "nasconde" nella storia della maggioranza di queste persone un’esperienza infantile conflittuale con la madre o con figure equivalenti.
Un altro esempio piuttosto comune è rappresentato dalla tosse nervosa, indice di una grande tensione e del tentativo di sbarazzarsi di desideri percepiti come estranei o pericolosi.
Non a caso, sentimenti di collera o di ira che non si riescono ad esprimere a parole sono spesso alla base della tosse cronica», dice Minervino.

ORTICARIA,
psoriasi ed altre patologie dermatologiche
 
La pelle rappresenta uno dei più importanti organi di espressione emotiva.
Pelle e sistema nervoso si sviluppano dallo stesso gruppo di cellule dell’embrione, l’ectoderma: è come se fossero due facce, una esterna ed una interna, della stessa funzione. Sarà per questo che la pelle è lo straordinario confine fra il dentro ed il fuori, specchio dell’anima e grande strumento di comunicazione.
Ma qual è il problema alla base di chi soffre, per esempio, di un disturbo specifico, come l’orticaria?
«Sono persone con una tendenza ad adottare atteggiamenti passivi nei rapporti umani. Hanno una spiccata componente ansiosa associata ad una scarsa tolleranza all’ansia stessa, una grande vulnerabilità nei rapporti sentimentali ed un elevato grado di insicurezza. In particolare, il prurito, tipico sintomo dell’orticaria, indica la scarsa propensione a reggere una tensione emotiva, irritabilità, ansia, problemi sessuali, sentimenti di colpa, paura e collera ed inibizione dell’aggressività, spesso accompagnate da uno stile ossessivo», dice Minervino.

ALLERGIE
 
Esprimono un reazione aggressiva volta a difendersi simbolicamente da ciò che attrae e che, insieme, si percepisce come pericoloso. «Esprime la paura della persona verso chiunque, anche verso il proprio partner. Non è raro che il soggetto allergico riconosca l’altro per il suo bisogno di intimità, ma lo tratti, nello stesso tempo, come uno sconosciuto, un estraneo», spiega Zanardi. Aggiunge Minervino: «Chi soffre di problemi allergici di solito porta in sé un bisogno più o meno profondo di protezione, di attenzioni premurose e protettive.
Spesso si tratta di persone ipersensibili, che hanno difficoltà ad avere relazioni che comportano troppa distanza».

PROBLEMI CARDIACI
 
Spesso chi manifesta "problemi di cuore" ha fortemente compresso le sue emozioni e pulsioni istintive, si è trincerato dietro una cortina impenetrabile. Psicosomaticamente, chi è affetto da angina pectoris è spesso descritto come un individuo che nella vita si è preso particolarmente "a cuore" qualcosa o qualcuno e, per tale motivo, si è isolato, almeno dal punto di vista psicologico, da tutto e tutti. Questa persona tende, di conseguenza, ad evitare le relazioni, ad interiorizzare molta aggressività e a manifestarla solo in rare occasioni», spiega Zanardi.
Diverso, invece, il profilo psicosomatico di chi è stato colpito da infarto cardiaco.
«L’infarto spesso rappresenta il punto d’arrivo di sofferenze interiori croniche, prolungate.
Chi ne è stato colpito, non di rado ha una paura molto radicata della perdita, che si trasforma in una depressione mascherata. È una persona insicura, dipendente, vulnerabile, ma che tende a negare e a reprimere queste sue caratteristiche e bisogni. Anche a se stesso».


GASTRITE
e altri disturbi dell’apparato digerente
 
Soffrire, con una certa frequenza, di gastriti, bruciori di stomaco e altri disturbi digestivi denota un atteggiamento spesso rinunciatario, una mancanza di fiducia nelle proprie potenzialità. Osserva Zanardi: «Chi soffre di malattie gastriche è lacerato tra due poli opposti: reprime l’aggressività, oppure esplode in reazioni iperaggressive. Si sente spesso rifiutato dagli altri, ha forti bisogni di dipendenza e di sicurezza; è profondamente frustrato da eventuali insuccessi e facilmente vulnerabile nella sfera affettiva. Tende anche a soffrire di rabbia repressa e di forme di invidia». Il consiglio per superare queste difficoltà? Aumentare la consapevolezza emotiva e accettare il bisogno di protezione, di attenzioni, spesso mascherate da un’apparenza di orgoglio e di indipendenza.

STITICHEZZA CRONICA E COLON IRRITABILE
 
Secondo la psicosomatica, la stipsi cronica riguarda, di preferenza, le persone che presentano caratteristiche quali ostinazione, metodicità e parsimonia. Caratteristiche che, all’estremo, portano all’intolleranza, alla pedanteria e alla avarizia. «La colite è spesso l’espressione di uno stress protratto ed è connessa a fattori emotivi legati ad una struttura di tipo ossessivo o ad ansia e depressione», dice Minervino. Anche nella rettocolite ulcerosa, malattia dell’intestino tra le più gravi, frequentemente si rileva una marcata componente emotiva, con presenza di forme depressive, esperienze di perdita (reali quanto immaginate) e di situazioni vissute come minacciose per la propria esistenza. «Spesso, le persone che ne sono colpite vivono con estremo disagio i cambiamenti nel mondo del lavoro o nel loro ambiente abituale e tendono ad inibire ogni forma di aggressività», sottolinea Minervino.

lunedì 24 agosto 2015

La malattia non esiste, è solo autodifesa

Ogni volta che l’organismo è costretto a difendersi contro le minacce esterne come le impurità fisiche o le influenze discordanti, come lo stress o l’ipersensibilità, sviluppa in maniera naturale le emozioni di paura e insicurezza.
Queste emozioni hanno lo scopo di metterci in allerta di fronte alle difficoltà che l’organismo sta vivendo per mantenersi efficiente e in salute.

sistema-immunitario

Sono numerose le minacce potenziali, incluso un vasto numero di inquinanti prodotti dall’uomo stesso. Altre sono nascoste in migliaia di cibi e bevande industriali. La maggior parte dei prodotti alimentari che si trova in commercio è trasformata e raffinata, ha perso il valore nutritivo e non ha alcuna utilità, se non quella di fornire calorie vuote. Quando qualche ingrediente vitale rimane in questi alimenti, la cottura nei forni a microonde, nelle friggitrici o il congelamento lo neutralizza, permettendoci di assumere pochi nutrienti sani dal cibo che consumiamo.
Questo fa sì che il sistema immunitario sia incessantemente impegnato nel tentativo di difendere l’organismo da una serie di sostanze nocive, come additivi chimici, conservanti, aromi artificiali, stabilizzanti, emulsionanti, tossine e veleni con cui vengono prodotti i farmaci per garantirne l’efficacia.
Inoltre esistono le scorie metaboliche dell’anidride carbonica, che il corpo cerca di eliminare attraverso il respiro. Essendocene troppa nell’atmosfera, a volte l’equilibrio è disturbato: quando ingeriamo bevande gassate forziamo questo gas a rimanere nel corpo. Questa situazione innaturale acidifica il sangue e mina l’equilibrio metabolico di ogni cellula del corpo. Uno stile di vita sedentario può aggravare la situazione.
Se si ingeriscono poi sostanze sintetiche, come i dolcificanti artificiali (aspartame e saccarina), il corpo li scompone in metanolo e altri veleni. Questo va a minare la salute delle cellule e manda in tilt l’equilibrio endocrino. Questi elementi vanno a sfondare la barriera protettiva cerebrale, causando danni al sistema nervoso centrale e causando come conseguenza caos in tutto il corpo. Sono stati registrati più di 94 sintomi di malattie causate dal solo aspartame, morte compresa. Occorre tenere presente che l’aspartame viene aggiunto in più di 9.000 diversi alimenti e bevande, tra cui cereali, bevande dietetiche, dolci, succhi di frutta, biscotti, gomme da masticare e dentifrici: per questo è utile leggere le etichette dei prodotti per accertarsi che non sia presente tra gli ingredienti.

Quando il corpo non è più in grado di affrontare in modo adeguato minacce per la salute come queste, il sistema immunitario entra in una fase drammatica, reagendo all’allerta. Questa risposta, può causare stress emotivo, come ansia e panico. Questa reazione viene chiamata dalla medicina convenzionale malattia. Si tratta, in verità, di tossicità.
La malattia non è un segnale di qualcosa di sbagliato nell’organismo. Al contrario, essa mostra che il corpo sta cercando di difendersi contro qualcosa di estraneo. Le malattie dovrebbero essere viste come varie fasi di auto-difesa. L’organismo utilizza un intero arsenale di armi di difesa altamente sofisticate, per scongiurare gli effetti nocivi derivanti dalle minacce per la salute.

La prima linea di difesa è composta da minuscoli microrganismi amici e da microplasmi (invisibili alla maggior parte dei microscopi) che vivono sulla pelle e nelle mucose. In natura esistono ovunque. Questi organismi minuscoli costituiscono la principale difesa per il mantenimento dell’omeostasi e dell’equilibrio del corpo.

La seconda linea di difesa coinvolge il sistema immunitario del corpo, che si occupa principalmente della protezione delle cellule. L’acido cloridrico dello stomaco viene utilizzato per neutralizzare elementi nocivi come i parassiti. Se le sostanze nocive che passano attraverso il sistema digestivo sono molte, le mucose aumentano di dimensione per catturare ed eliminare gli intrusi. La mucosa normalmente si auto-rigenera dopo il contatto con le sostanze irritanti. L’esposizione continua, tuttavia, fa sì che questa linea di difesa si indebolisca. Di conseguenza, le diverse strutture degli organi diventano suscettibili ai microbi e si danneggiano e infiammano.

La risposta dell’organismo a questa minaccia, che costituisce la terza linea di difesa, è comunemente nota come infezione. L’infezione non è causata dai microbi, ma dalla costante sovraesposizione dei tessuti del corpo a queste tossine irritanti. I microbi sono sempre presenti nel corpo e sono assolutamente innocui finché non vengono chiamati in causa per ripulire il tessuto cellulare danneggiato. Essi producono, per portare a termine la loro attività di bonifica, delle tossine molto potenti. L’infezione stessa, che spesso coinvolge le principali funzioni linfatiche, è il risultato di una risposta immunitaria massiccia (aumento di anticorpi e cellule immunitarie). In questa fase di sviluppo della malattia, i tessuti si possono danneggiare, dando luogo a difetti. Questo non è che l’inizio della malattia cronica, che rappresenta la linea di difesa finale.

Quando infine le tossine si fanno strada nel tessuto che circonda le cellule del corpo, il tessuto connettivo, e nelle cellule stesse, alcune di esse vengono escluse dall’integrazione di ossigeno e nutrienti. Questo causa un’acidità all’interno della cellula, che rende inefficace il suo sistema immunitario. Per sopravvivere all’assalto delle sostanze acide, il nucleo della cellula non ha altra scelta: muta, riprogramma i suoi geni che iniziano a comportarsi in maniera cancerosa.
Questa risposta rappresenta solo un aspetto della strategia di difesa intelligente dell’organismo. La cellula sacrifica il suo stato di normale equilibrio per proteggere il corpo dalla morte improvvisa per intossicazione e deperimento. Le cellule cancerose imparano a vivere senza ossigeno. Per sopravvivere, utilizzano come fonte di energia i prodotti di scarto del metabolismo bloccati all’interno dell’area congestionata e acidificata, portando un sollievo temporaneo. L’acidosi è la causa più comune di malattia, infatti può paralizzare l’intero sistema immunitario.

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L’aspetto tangibile della malattia è di solito accompagnato dall’emergere di emozioni represse, che si erano prima annidate nell’ombra della propria personalità. Avere abitudini dannose è fondamentalmente una forma di negazione di sé. E quando non ci si piace, si tende naturalmente a cercare l’amore e l’attenzione degli altri. Tutta l’energia e la passione vengono incanalate nell’accettazione esterna e nell’approvazione degli altri. Una bassa autostima porta sulla difensiva. Ciò si verifica in genere quando non si può ottenere dagli altri ciò che si desidera da sé stessi. E’ però più probabile essere delusi da ciò che arriva dall’esterno e, per seppellire il dolore o negarlo, si copre la frustrazione, tentando di riempire il vuoto interiore con forme di auto-distruzione, come abuso di alcol, nicotina, caffeina, zucchero, cibo spazzatura, sesso, denaro, potere.

Il corpo è costretto a difendersi da questi attacchi diretti o indiretti fino a quando una linea di difesa dopo l’altra si rompono. La fase finale di questo sistema intelligente di difesa dell’organismo è la malattia cronica, come le malattie cardiache, l’artrite o il cancro. Queste malattie non sono altro che un ultimo appello, un SOS che avvisa l’utente dell’attacco che sta subendo.

Prendere la propria salute in mano è un modo molto potente e diretto per sviluppare la propria forza interiore, il senso di sicurezza e l’amor proprio. Il corpo, in questo modo, non avrà più bisogno di difendersi.

La depurazione del corpo è un atto di amore e di auto-accettazione e viene interpretato dal corpo come una luce verde per guarire e ringiovanire. Depurazione significa anche rimuovere correttamente paura, rabbia, traumi, bassa autostima dalla memoria cellulare dell’organismo. Questo convince il corpo che non c’è più bisogno di difendersi, cioè, di ammalarsi. Tutte le emozioni negative si inscrivono all’interno dell’accumulo di materiale tossico. Ad esempio, la rabbia, è dal punto di vista energetico intrappolata all’interno dei calcoli biliari. Eliminando le pietre e le tossine dai dotti biliari del fegato e dalla cistifellea, significa rimuovere naturalmente le emozioni intrappolate. Una persona che purifica il fegato da queste tossine si sente sollevato, più gentile e amorevole verso se stesso e gli altri. La sua frequenza vibra ad una nota più alta, la nota di amore e di auto-accettazione. Allo stesso modo, la dissoluzione e la rimozione di grassi accumulati nei reni e nella vescica elimina vecchie paure di solito legate alla propria educazione. Una profonda pulizia del colon permette al corpo di rilasciare vecchie credenze e limiti auto-imposti.

Qualsiasi tipo di purificazione emozionale deve però prima partire da quella fisica. Questo perché qualsiasi genere di congestione nei sistemi digestivo, linfatico, respiratorio, urinario, circolatorio, ecc, innesca la paura nel corpo. E la paura alimenta tutte le altre emozioni negative.

(...)

Articolo a cura di ©generazionebio.com

mercoledì 19 agosto 2015

Le mie metastasi sparite con la dieta

Dal Blog di Gioia Locati

Questa è la storia di Veronica. Che due anni fa ha scoperto un tumore già esteso. E, dopo poco, recidive ad altri tre organi. Nonostante 11 cicli di chemioterapia (sei la prima volta e cinque la seconda) c’erano ancora quattro metastasi, al fegato e ai polmoni.
“Non potevo più continuare con la chemioterapia, ero piegata dai dolori e soggetta a crisi convulsive” racconta lei che ora ha 54 anni e sta bene.

L’oncologia ufficiale non ha dato alternative a Veronica, il protocollo è quello. E lei, che ha due fratelli medici, uno in Messico (ematologo) e uno in Francia (immunologo), ha scelto da sola la sua terapia salvavita, un mix di sana alimentazione e integratori. “Ma prima di ingerire qualcosa, chiedevo puntualmente il loro parere”. E l’ok è sempre arrivato.

Veronica è violinista. Non ha mai abbandonato il suo lavoro di orchestrale, neppure nei momenti peggiori. “La musica è la mia vita – dice – Ho scelto di non rinunciare ai concerti, anche quando avrei rischiato di ammalarmi stando in mezzo alla gente perchè avevo le difese immunitarie azzerate dalla chemio”. 

Sentiamo come Veronica ha composto la sinfonia che l’ha guarita.

“Durante la chemio ero ingrassata 15 chili. Per combattere la nausea mangiavo pasta e tanti spuntini con il pane. Ho cominciato a eliminare le farine raffinate e lo zucchero. Non solo: anche carne e latticini. Sono sempre stata golosa, mettevo due cucchiaini di zucchero nel caffè, ne bevevo tre o quattro, quindi ho tolto gli otto cucchiai di zucchero al dì. Spesso prendevo anche una Coca cola, con la scusa della pressione bassa. Facevo colazione con la brioche. A pranzo mangiavo pasta e la sera, molte volte, una tazza di latte, sempre con brioche. E siccome consumavo poca carne, ero convinta di mangiare bene…”.

Dove o da chi ha appreso che questi sono errori alimentari?

“Soprattutto dagli studi sui cinesi di Colin Campbell e dai testi di David Schreiber (lo psichiatra e neuroscienziato francese vissuto 19 anni con un tumore al cervello), tutti i libri e le ricerche sull’alimentazione concordano su questi punti…
Ho quasi eliminato le proteine animali, ogni tanto il pesce azzurro o pochissima carne usata come condimento. Ho sostituito la pasta bianca con grandi piatti di riso e quinoa. Preparo il pane in casa (uso la macchina che impasta e cuoce) con farine biologiche e integrali al 100%, alterno avena, grano, segale. Vi aggiungo semi, lino, zucca o girasole”.

La colazione?

“Trenta minuti prima di mangiare prendo l’ascorbato di potassio, adatto a contrastare l’acidità del corpo che è il terreno fertile del cancro. Poi inizio con una tazza di tè verde. Quindi caffè e latte vegetale (avena, farro, miglio, mandorle, riso), sul pane spalmo marmellata biologica senza zucchero o miele di agave che ha il pregio di non alzare la glicemia. Poi tanta frutta secca, noci, nocciole, anacardi. A metà mattina bevo un litro di centrifugato (sedano, finocchio, carote, frutta, quello che ho, con aggiunta di zenzero, potente anti-infiammatorio), un giorno vi aggiungo una bustina di glutatione in polvere (catena di aminoacidi antiossidanti), un altro l’aloe o le bacche di goji”.

Il pranzo?

“Cerco di variare il più possibile i cereali, quasi mai la pasta bianca. Condisco i piatti come farei con la pastasciutta, pomodoro, verdure o erbette e spezie. Provo a inserire la curcuma dappertutto. Da messicana cucino volentieri fagioli e tortillas di mais. Tutti i giorni un’insalata di verdure crude e semi”

La cena?

“Zuppe di legumi, minestroni, passati, tortini di verdure o il latte. Ma, quest’ultimo, solo vegetale e con cereali non zuccherati industrialmente: fiocchi d’avena con un po’ di miele d’agave e cannella”.

In questo modo le sono scomparse 4 metastasi, dopo quanto tempo?

“Sono sparite completamente dopo un anno di alimentazione sana. Ma, come dicono i medici, non si può sapere se questo è stato l’effetto ritardato della chemio o un miracolo. Colin Campbell (l’autore di The Cina Study) ha una spiegazione scientifica: per lui sono riuscita ad affamare le cellule del mio cancro e a impedirne la proliferazione”.

Ma cosa le ha detto l’oncologa, quando, dopo un anno, ha visto che ecografie e Tac non mostravano più segni del tumore?

“Prima mi ha chiesto se avessi seguito qualche cura, poi, quando le ho detto che ho stravolto il modo di mangiare e inserito un paio di integratori, mi ha guardato come avrebbe fatto con una bambina che crede alle favole”.

Però le ha detto che la favola non è vera.

“Sì. Prima ha detto che l’alimentazione non c’entra. Poi ha aggiunto che ‘nessuno ha la verità assoluta'”.

fonte: http://blog.ilgiornale.it/locati/2014/12/09/le-mie-metastasi-sparite-con-la-dieta/

Non conoscevo David Schreiber e così dopo aver fatto una ricerca e letto un po' qua e un po' là, mi sono soffermata sul punto di vista Valdo Vaccaro (espresso e postato sul suo blog il 12 agosto 2011) che preferisco condividere qui di seguito integralmente invece di indicarlo soltanto con un link:


DAVID SERVAN-SCHREIBER, IL GURU DEGLI OMEGA-3 


LETTERA 
LA TRISTE FINE DI UN PERSONAGGIO FRANCESE DI ALTO LIGNAGGIO 

Caro Valdo, mi trovo attualmente nel Sud della Francia.
In questi giorni il paese è scosso dalla vicenda del medico, psichiatra e naturopata David Servan-Schreiber, un personaggio bello, ricco, famoso e, come non bastasse, disponibile e simpatico.
Un essere eletto ed invidiato insomma.
Ed è morto di cancro a soli cinquant’anni.
L’eccezionalità del triste evento di cronaca sta nel fatto che quest’uomo preparatissimo, constatato vent’anni fa di avere il “male del secolo”, ha rinunciato volutamente a farsi curare dai colleghi oncologi (quelli della chemio), per auto-curarsi con la dieta ortomolecolare e le filosofie orientali.

LE POLEMICHE POST-MORTEM DEGLI ONCOLOGI 

All’inizio la cosa ha funzionato, e David ha raccontato in vari best-seller la sua lotta vittoriosa contro il morbo. Ma alla fine anche lui ha dovuto arrendersi.
E subito la canea dei giornalisti e degli opinionisti di regime si è scatenata contro ogni tipo di cura alternativa alla medicina ufficiale.
C’è stato addirittura chi, debitamente imbeccato dai “luminari” di tale “scienza”, tipo il nostro ineffabile Veronesi, ha sentenziato che il povero Servan-Schreiber sarebbe ancora vivo e vegeto se non avesse dato retta alle perniciose chimere della naturopatia orientale e si fosse affidato a dei veri “specialisti oncologi”. 

L’OPPORTUNITA’ DI FARE UN COMMENTO SULLA VICENDA

Nessuno ha tuttavia osservato che il cancro si combatte prevenendolo anziché tentando di combatterlo.
Nessuno ha fatto un cenno agli errori macroscopici che l’uomo commette nei suoi stili di vita.
Sarebbe bello che tu, non appena possibile, commentassi, da par tuo, tale vicenda.
In internet, specialmente nei siti francesi, troverai un’ampia documentazione sull’argomento.
Con la più viva cordialità.
Antonio da Venezia
   

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RISPOSTA

FIGLIO DI JEAN-JACQUES SERVAN-SCHREIBER, GIORNALISTA, IMPRENDITORE, UOMO POLITICO, AUTORE DEL BEST-SELLER MONDIALE “LA SFIDA AMERICANA”

Ciao Antonio, grazie dei tuoi messaggi.
DSS, o David Servan-Schreiber, figlio di Sabine Becq de Fouquières e di Jean-Jacques Servan-Schreiber, autore negli anni 70 di un memorabile best-seller mondiale come “La sfida americana” non è per niente un tipo qualsiasi, ma una persona di grande peso e prestigio, soprattutto in Francia e nel Nord America. 

FALLIMENTARE LA CHEMIO EVITATA MA FALLIMENTARE ANCHE LA DIETA ADOTTATA IN CONCRETO

Uomo importante non solo per esser stato membro del Consiglio di Amministrazione di “Medicine Senza Frontiere” dal 1991 al 2000, o per le sue attività di ricerca sulla cibernetica e sulla neurologia, che gli hanno permesso di ottenere uno dei primi dottorati americani sulle neuroscienze cognitive.
Non solo per gli articoli su Science circa l’influenza delle emozioni sui processi cognitivi a livello neuronale, o per le sue posizioni direttive e di docente presso l’Università di Pittsburgh-Pennsylvania. (Ospedale Shadyside, Divisione Psichiatrica).
Famoso soprattutto, dal punto di vista umano, per essersi dedicato per vent’anni alla cura della sua condizione cancerosa, rinunciando alla chemioterapia e ad ogni intervento chirurgico, nonostante fosse attorniato in continuazione da colleghi medici e chirurghi di ogni spessore.
Non sorprende affatto la canea giornalistica e nemmeno le sentenze del professor Umberto Veronesi.
Su ogni cosa si può dire di tutto, visto che comunque mancano le controprove.
Bisognerebbe riportarlo in vita e fargli rifare l’intero percorso, con tanto di bisturi, chemio e cure. Onestamente, statistiche alla mano, potrebbe non risultare affatto un grande affare per lui, anche se solo da un punto di vista virtuale. 

LEGAMI CON RICHARD BELIVEAU, GURU DEL THE VERDE, DEL SALMONE E DEGLI INTEGRATORI 

Quello che però irrita profondamente, è il silenzio della stampa sulle frequentazioni, sulle idee e sulle iniziative di DSS in questi ultimi anni, visto che questi dati possono spiegare, meglio di ogni altra cosa, l’inconsueta e tragica conclusione della sua vita.
Nessuno che abbia fatto un minimo cenno ai legami di DSS con Richard Beliveau, discutibilissimo guru francese della medicina orto-molecolare, del succo di balena, del sushi, degli integratori.
Collezionista di arte giapponese, e fin lì nulla di male, ma disposto pure a mettere cadaveri di salmone sia nel suo the verde che nella spremuta d’arancia, e pronto ad esaltare cioccolato e vino rosso, considerando il tutto come panacea alimentare anticancro. 

UNA NETTA CADUTA VERSO IL BASSO

La Francia, per tradizione, ha sempre offerto grandi autori in fatto di filosofia, di matematica, di arte e di alimentazione. Ma in questi ultimi anni, partendo da Michel Montignac (guru dei punti glicemici, scomparso lo scorso anno) a Pierre Dunkan, brutta copia del già pessimo Robert Atkins, e al citato Beliveau, c’è davvero di che sorprendersi in negativo.
La grandeur francese finita davvero sotto i tacchi, nel modo più disonorevole possibile. 

GLI OMEGA-3 ITTICI E LE MALATTIE AUTOIMMUNI 

L’aspetto sconcertante della vicenda DSS, sta proprio nei suoi legami con le odiose pastiglie di Omega-3 ittiche, notoriamente dannosissime per la salute umana, in quanto caratterizzate da prostaglandine tipo II, negative e vasocostrittrici, causanti ritenzione idrica, aggregazione piastrinica, infiammazioni, ipertensione e ricorso ai cortisonici (al contrario degli Omega-3 naturali di mandorle, pinoli, semini, radici, caratterizzati da prostaglandine positive tipo I e III, dilatatrici ed antinfiammatorie, ottime per combattere tutte le malattie autoimmuni, la sclerosi multipla, l’autismo, la Sjogren, la SLA, la LAS, il lupus, secondo metodi naturali e non farmacologici).
Chi ha letto le mie tesine “Il pianeta pesce e gli Omega-3”, del 13/2/09, “Gli Omega-3 e il frullato di granchi e scorpioni”, del 10/5/09 e “Ubriachi di zona, di eicosanoidi e di sangue marino”, del 7/10/09, eviterà certamente di cadere nei terribili errori commessi da David Servan-Schreiber

I LIBRI DI DSS HANNO FATTO SCHIZZARE IN ALTO LE VENDITE DI OLIO DI PESCE

Probabilmente influenzato dai pessimi dietologi francesi, dalla scuola Kousmine-Pauling e dalla ultra-bidonistica dieta a Zona, DSS è caduto nella rete delle pastiglie di olio. Non certo del buon olio d’oliva, o magari di quelle di lino, ma nelle pastiglie d’olio di pesce, ricavato da innominabili scarti cadaverici, da occhi, ossa e intestini pressati per estrarne gli aromi di morte.
A seguito dei suoi best-seller Guerir e Anticancer (oltre un milione di copie vendute per ciascuno di essi), la richiesta di Omega-3 sul mercato francese, e non solo su quello, si moltiplicò in modo impressionante. Al punto che DSS formò e diresse pure un’impresa commerciale di distribuzione delle odiose pasticche di pesce.

UNA FIDUCIA MAL RIPOSTA SULLE PROSTAGLANDINE ITTICHE

DSS non aveva certo bisogno di fare soldi alle spalle di tonni, delfini e balene, dato che già ne faceva a bizzeffe, grazie alle sue lucrose attività professionali. Probabilmente ci ha creduto davvero. Probabilmente non faceva come i produttori di integratori che li vendono ma non li prendono.
Faceva un po’ come chi continua imperterrito a bere latte e a mangiare latticini, nella ferma convinzione che gli facciano bene, anche se in realtà lo stanno calcificando ed artrosizzando a suon di calcoli e stalattiti, lo stanno acidificando e lo stanno osteoporosizzando.
Lui le pasticche di Omega-3 le prendeva davvero tutti i giorni, pensando che fossero ottime per la sua depressione, e magari anche per il tumore che lo continuava a mordere dall’interno.
Non si può dire che gli abbiano giovato. Acidificare una persona che ha già una patologia acida-yin quale il tumore è una cosa gravissima. Strano che nessuno dei suoi amici, luminari e scienziati quanto il fante di briscola, non glielo abbiano mai detto.


Valdo Vaccaro

sabato 15 agosto 2015

Ciao Cristina. Grazie!

Non conoscevo Cristina ma ho avuto l'opportunità di farlo almeno un po' attraverso Iacopo Melio che ha provveduto a postare su FB un commento che aveva scritto sulla sua pagina pochi giorni prima di andarsene. E ora è per renderle omaggio che lo condivido qui, affinché le sue parole, emozioni e pensieri racchiusi in questo messaggio si diffondano nell'etere. Che siano di sprono e un saggio consiglio da seguire per VIVERE la vita ogni giorno con più consapevolezza.

IL MESSAGGIO DI CRISTINA 

foto di Iacopo Melio.

Mi è stato suggerito di diffondere il messaggio di Cristina Dini, e lo faccio ben volentieri.
Cristina era una meravigliosa ragazza di 27 anni "piena di gioia e di umanità", così mi scrivono. Originaria di Portogruaro, viveva in centro ad Azzano Decimo, nel Pordenonese. Era in cura al Cro di Aviano ma purtroppo, lo scorso Aprile, non è riuscita a vincere la sfida più dura della sua vita.
Non mi dilungherò in frasi banali e odiose, vi lascio alle sue stupende parole scritte su FB poco prima di andarsene. Una lezione incredibile che DEVE essere condivisa da tutti noi, per aiutarci ad apprezzare ogni giorno ciò che abbiamo.
Grazie Cristina. Grazie per questo regalo.

"In questa lotta per la vita, mentre la gente comune si annoia nella sua povera vita ci siamo noi che vaghiamo in stanze colorate di ospedale ed incontriamo persone che condividono l’amore per quegli sprazzi di vita che gli sono rimasti, sorridono e gli occhi brillano con una luce unica di chi sa cosa vuol dire rischiare di perdere tutto per un destino beffardo e bastardo. L’importante è essere felice oggi, perciò riempi il cuore di gioia e fanne la scorta per quando le giornate saranno più grigie.

A te che ti svegli la mattina col broncio e senza un sorriso, a te che ti lamenti per gli impegni della giornata, per te donna che ti lamenti se non hai trovato il capo che cercavi, a voi lavoratori che la mattina sbuffate per andare a lavoro, per te che come hai due soldi devi assolutamente soddisfare ogni tuo desiderio spendendo ogni centesimo per poi lamentarti che non ci sono soldi…
A voi io auguro un buon giorno!


Siete i ben accetti nel mio mondo dove la follia diviene quotidianità, dove la mattina ci si sveglia col sorriso si fanno i conti di ciò che ti fa male e si sorride al mondo, dove non si può lavorare perché il nostro lavoro ora è affrontare gli ostacoli, dove ogni mattina timbriamo il cartellino in ospedale per fare il mestiere più duro: il paziente. Dove vivere diviene la priorità, dove si fa amicizia con qualcuno che casualmente è inciampato nello stesso percorso e si comprende come la vita è fatta di cose povere e umili, dove si trova sempre un assoluto equilibrio, un senso di pace e di gratitudine verso una condizione che meno lo meriterebbe”.

lunedì 10 agosto 2015

Come ripulire i polmoni dalla nicotina?

tratto dal sito ecoseven (dove potrete trovare molti altri suggerimenti utili) qui condivido

7 cibi che aiutano a pulire i nostri polmoni dalla nicotina, aiutandoci a prevenire numerose malattie
       
Smettere di fumare è difficile, nonostante le raccomandazioni e le minacce che ci arrivano da chi non ha il vizio. La sigaretta, negli anni, diventa quasi una compagna, un’amica con cui e su cui sfogarsi, un’alleata per una breve pausa, quella che non tradisce, perché a qualsiasi ora della notte un distributore automatico funzionante lo si trova. Ma è vero, fumare fa male e aumenta il rischio cancro. Il fumo rende neri i nostri polmonie li consuma.

Chi non riuscisse proprio a smettere di fumare può aiutare a prevenire le malattie e a ‘ripulire’ i polmoni (attenzione non saranno mai come quelli di un ‘non fumatore’), attraverso alcuni alimenti ricchi di sostanze antiossidanti e antibiotici naturali.

    1) Mais: grazie al suo alto contenuto di beta-criptoxantina  è un potente antiossidante che ci aiuterà a proteggere i nostri polmoni.

    2) Selenio: questo antiossidante  lo potete facilmente reperire in pesce come tonno, merluzzo, salmone.

    3) Aglio: è risaputo, è un antibiotico naturale e lo testimonia anche uno studio condotto dall’Università di Washington.

    4) Zenzero: lo zenzero aiuta ad eliminare le tossine e a ripulire il nostro organismo.

    5) Arance: questo frutto è una  fonte incredibile di vitamine e di criptoxantina, sostanza che aiuta a ripulire i polmoni.

    6) Ortica: è un disinfettante naturale e aita a combattere e prevenire le infezioni.

    7) Tè di aghi di pino: disinfetta la bocca e la gola ed è anche un valido aiuto  per la salute dei polmoni.