Se non mettiamo la Libertà delle Cure mediche nella Costituzione, verrà il tempo in cui la medicina si organizzerà, piano piano e senza farsene accorgere, in una Dittatura nascosta. E il tentativo di limitare l'arte della medicina solo ad una classe di persone, e la negazione di uguali privilegi alle altre arti, rappresenterà la Bastiglia della scienza medica.
Benjamin Rush, firmatario della Dichiarazione d'Indipendenza USA, 17 Settembre 1787

lunedì 28 maggio 2012

Giovani geni che inventano il futuro


Microbiologi, ingegneri, matematici: millecinquecento 'geek' riuniti in un auditorium a Pittsburgh per un concorso di brevetti. Ecco chi sono gli scienziati che cambieranno il mondo. C’era anche l’Italia, con due team. Il vincitore ha scoperto uno sticker che individua il tumore al pancreas.

di RICCARDO LUNA
l'articolo completo (e molto bello, aggiungo!) potrete leggerlo direttamente dalla fonte:http://www.repubblica.it/scienze/2012/05/24/news/geek_futuro_invenzioni-35798953/?ref=HRERO-1



PITTSBURGH - L'auditorium del centro congressi di Pittsburgh ribolliva di sudori, gridolini, eccitazione allo stato puro. Millecinquecento ragazzini di tutto il mondo, compresi cinque italiani, nel giorno più bello della loro vita. È partita la musica a palla, una roba che faceva solo bum-bum-bum, e da un lato è entrato un giovane presentatore di colore che ha iniziato a dire cose come "dammi il cinque fratello! E voi altri, siete caldi?". 

(...)  "I am a geek!". E sul boato che stava facendo tremare il David Lawrence Convention Center, ha aggiunto: "Geeks rock!". Che si potrebbe tradurre così: Sono un geek. I geek spaccano. Oh-oh.

Già, ma chi sono i geek e cosa stanno spaccando? 
Sono i nuovi geni: sono usciti dalle loro stanze, hanno spento i pc e adesso vogliono cambiare il mondo. Pensano di poterlo fare perché sono oggettivamente i più bravi. 
In che cosa? In tutto quello che fanno, dipende. Sono i curiosi, gli entusiasti di ogni novità, soprattutto tecnologica.

(...) Perfezionisti come metodo, ottimisti per la fiducia illimitata nella tecnologia, e scettici per natura nel senso che diffidano di tutti quelli che fanno le cose male.

A proposito delle scetticismo, uno dei miti viventi dei geek è Ben Goldacre, autore di una rubrica sul Guardian di notevole successo che si chiama Bad Science: in pratica mette alla berlina tutti coloro che sparano panzane pseudo-scientifiche. Esattamente come fa dalla Svizzera il blogger Paolo Attivissimo che si definisce "cacciatore di bufale" e vanta quasi 80mila follower su Twitter. In un certo senso, i programmatori sono stati i primi geek: scrivere milioni di righe di codice per far funzionare qualcosa richiede metodo e fiducia. "Ma ormai non ci sono più solo i computer, i geek sono ovunque" spiega Chris Anderson, direttore di Wired, il magazine di San Francisco che in vent'anni ha contribuito a far  uscire questa cultura dalla nicchia un po' sfigata dove era confinata all'inizio. 

(...)

Ma i geek per antonomasia sono gli inventori. Come i millecinquecento ragazzini che la settimana scorsa stavano a Pittsburgh. Erano lì per la Intel International Science and Engineering Fair, ovvero la più importante competizione fra gli studenti di scienze e matematica. Qui non si trattava però di fare a gara per risolvere delle equazioni: qui si trattava di inventare e far funzionare qualcosa che migliori il mondo. 

Come fece Ben Gulak, tre volte finalista di Isef, tornato quest'anno come star dell'evento: la prova vivente di cosa può diventare un bravo geek. Lui a 17 anni ha inventato Uno, il primo veicolo "transformer", che a bassa velocità si piega in  due e viaggia su una ruota sola (ed è elettrico).

Adesso che ne ha 22 ha messo sul mercato The Shredder, una specie di skateboard cingolato come un carrarmato, e motorizzato, che può scalare e scendere da qualunque terreno. Piace molto all'industria bellica, pare. 

Quest'anno l'Isef lo ha vinto, con un urlo degno di una medaglia olimpica, Jack Andraka di Crownsville nel Maryland: è un ragazzino di soli 15 anni che ha presentato una invenzione che fa tremare la voce solo a dirla. Ha inventato una specie sticker per determinare subito, con sangue o urina, se qualcuno ha il cancro al pancreas. Secondo i 1300 giudici della gara, lo sticker di Jack "ha una accuratezza del 90 per cento ed è 28 volte più veloce, 28 volte meno costoso e 100 volte più sensibile degli attuali test in commercio ". Come ha fatto un 15enne a realizzare una cosa che potrebbe dare una svolta alla prevenzione del tumore più letale che c'è? "Perché mio zio è morto di cancro al pancreas e mi sono messo a studiare come avrei potuto salvarlo". 

Studiare è la parola magica. L'Italia a Pittsburgh era rappresenta da due team. Uno formato dalle sorelle Elalim e Jasmine Zen Vukovic, che studiano a Sassari e hanno prealsentato un progetto che unisce turismo, musica e naturalmente matematica. E un altro, che viene dal liceo De Giorgi di Lecce, formato da Aldo Cingolani, Roberto Fasano e Andrea Paladini. La loro invenzione è un procedimento chimico per rendere idrorepellente qualunque materiale, una cosa che potrebbe avere infinite ricadute di prodotti commerciali.

Ma il fatto per cui i tre studenti di Lecce saranno ricordati forse è un'altro. Il giorno della inaugurazione, il 14 maggio, tutti i team sono stati invitati a presentarsi sul palco, lo stesso palco del tipo che urlava "Geeks Rock!", con un poster che rappresentasse il proprio paese. Aldo Roberto e Andrea hanno disegnato l'Italia, in basso ci hanno messo l'uomo di Vitruvio di Leonardo da Vinci, che non è solo un simbolo del genio italiano ma anche una icona dei geek di tutto il mondo. E poi sopra ci hanno messo una scritta, molto impegnativa di questi tempi, che racchiude l'incredibile ottimismo per il futuro che hanno questi ragazzi: "The future Italy belongs to us". 

Ho chiesto loro perché ne fossero tanto sicuri. Roberto, l'autore della frase, ha risposto così: "I palazzi più alti sono quelli che hanno le fondamenta più forti. Noi italiani siamo la nazione con le 'fondamenta' storiche più ampie e forti e quindi saremo noi in futuro a svettare rispetto alle altre nazioni se sapremo dare spazio ai giovani scienziati". Speriamo, ragazzi: che il futuro dell'Italia vi appartenga davvero.

domenica 27 maggio 2012

Eternit = Cancro


"Il fumo provoca il cancro" c'è scritto sulle confezioni dei tabacchi... (ma quanto sono bravi a segnalarcelo: ci tengono alla  nostra salute!!!)
Ora però leggetevi questo articolo che narra  la storia dell'amianto e dell'Eternit

L’amianto viene prodotto industrialmente a partire dalla fine dell’800. Nel 1907 nacque lo stabilimento Eternit di Casale Monferrato dove lavoravano 5.000 persone e che rappresentò il più grande stabilimento di manufatti in cemento-amianto d’Europa e che col suo nome identificò univocamente il materiale killer, fatto di cemento e amianto nato nel 1903, grazie al brevetto dell’austriaco Ludwig Hatschek, che avrebbe dovuto avere caratteristiche di durevolezza “eterna”.
Nel 1915 vengono messe in commercio le famose fioriere, nel 1933 fanno la loro comparsa le lastre ondulate, in seguito usate spesso per tetti e capannoni; inoltre sino alla fine degli anni ’70 il fibrocemento viene usato per i tubi nella costruzione degli acquedotti e diffusamente in scuole, ospedali, palestre, cinema oltre che in tutti i settori industriali.
Si cominciò con preoccupazione a parlare dei danni provocati dalla polvere di amianto generata dall’usura dei materiali prodotti in seguito alla segnalazione di un operaio di Casale chiamato Nicola Pondrano, ora presidente dell’associazione vittime dell’amianto.
A Casale le sottilissime e pericolosissime fibre di amianto erano diffuse per tutta la città grazie alle potenti pompe di riciclo dell’aria. Iniziarono, quindi, delle indagini epidemiologiche e nel 1981 ci fu una causa civile contro Eternit e Inail intentata da 80 operai che accertò, nei tre gradi di giudizio, la sussistenza di condizioni di rischio all’interno dello stabilimento.
Fu nel 1987, per la prima volta in Italia, che un sindaco, proprio quello di Casale Monferrato, proibì l’uso dell’amianto in tutto il territorio da lui amministrato e si oppose alla riapertura nell’impianto Eternit appena fallito: purtroppo però quello di Casale era il più antico ma non l’unico stabilimento italiano per non parlare degli stabilimenti negli stati europei dove molti nostri connazionali emigravano per cercare lavoro.
Storia-eternit-bLe statistiche calcolano che a causa dell’amianto muoiono ancora 3.000 persone l’anno in Italia, 3.500 nel Regno Unito e così via fino a contare gli oltre 20.000 casi di cancro del polmone e 10.000 casi di mesotelioma pleurico (una forma di cancro ai polmoni) distribuiti fra Paesi Scandinavi, Giappone, Nord America ed Australia. Purtroppo però il periodo di incubazione della malattia arriva fino a trent’anni le conseguenze si protrarranno almeno fino al 2060! La stima dei danni, o meglio dei morti, dovuti a questo materiale è praticamente impossibile: ancora oggi nel Monferrato ogni anno vengono registrati 50 nuovi casi di mesotelioma causato dall’inalazione di polveri cancerogene, senza contare poi gli arresti cardiaci conseguenza dell’asbestosi che non vengono computate tra le morti da amianto. Solo considerando il periodo 2009-2011, nel centro piemontese sono stati registrati 128 nuovi casi di persone ammalate.
A quasi 3 anni dall'inizio del dibattimento, partito il 6 aprile 2009, sono giunte le prime condanne.

icon1  OGGI DOVE SI LAVORA E COME VIENE UTILIZZATO L’AMIANTO?

Negli anni immediatamente successivi al 1977 – anno che ha fatto registrare il picco mondiale di produzione superiore a 4.500.000 tonnellate di amianto – la produzione di amianto si è dimezzata ed il suo consumo si è spostato man mano dai paesi industrializzati ai paesi in via di sviluppo.
La Cina (410.000 ton.) è di gran lunga il maggiore consumatore al mondo di amianto, seguito da Russia (di cui si stimano fino a 700.000 ton. prodotte e 450.000 consumate) che è il maggiore produttore, India, Kazakhstan (180.000 ton) , Brasile (170.000 ton. prodotte e addirittura 180.000 consumate), Indonesia, Thailandia, Vietnam, and Ucraina. Ad oggi però non si hanno dati certi.
Ogni varietà di amianto è oggi bandita in 52 paesi, in maggioranza in quelli che utilizzano metodi di industrializzazione obsoleti, cioè in meno di un terzo di tutti quelli che sono membri dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). Un numero maggiore di paesi aderenti all’OMS ancora impiega, importa ed esporta amianto e prodotti che lo contengono. Si deve constatare che la maggioranza della popolazione mondiale, nei paesi asiatici, dell’Europa orientale, dell’America Latina e dell’Africa, viva ancora in paesi dove si continua ad usare amianto con scarse misure di protezione.
Grave appare la posizione assunta dal Canadaesportando nei Paesi in via di sviluppo la quasi totalità dell’amianto estratto mette a repentaglio la salute di un ampio numero di lavoratori di quegli Stati. Ciò non può essere in alcun modo giustificabile, dal momento che si tratta di una Nazione dalla lunga tradizione democratica, liberale e civile: si tratta di una pessima dimostrazione della più brutale logica di profitto. Non è servita a nulla una grande mobilitazione interna avutasi in Canada: The Canadian Cancer Society, la Canadian Medical Association e laCanadian Public Health Association si sono opposte fortemente alla sfruttamento delle cave di amianto ed alla sua esportazione nei paesi in via di sviluppo.

La sofferenza è nella testa

Quando il tempo è "strambo" (tra nuvole, bassa pressione, temporali, sole e pioggia nella stessa giornata...) allora le "ferite di guerra" cominciano a lamentarsi provocando dolori qua e là. 
Il corpo ricorda.
Quando il corpo ricorda e basta, e il tempo si stabilizza presto non ci sono conseguenze penose sulla psiche, ma se per caso questo stato fisicamente doloroso capita proprio nel periodo in cui sono state provocate le "ferite di guerra" allora la cosa è differente.
La mente ricorda.
E quando questo accade allora sono guai!
Quanto può durare lo stato catatonico/ansioso/angoscioso/sofferente (non doloroso, ma sofferente!) non posso saperlo, so solo quando parte...

E' incredibile quanti particolari riesca a ricordare in questi momenti. Particolari vissuti anni fa eppure mi sembrano così vividi e vicini.
E comprendo pure perché tante amicizie nate in un letto d'ospedale, nonostante un buon feeling, siano improvvisamente sparite dopo una breve frequentazione... è il ricordo di un'esperienza dolorosa che non vuol proseguire attraverso un'appendice.
Per me non era così, ma lo è stato per le persone con le quali ho condiviso "quel" periodo di vita.

Tutto ciò che riguarda "quel" periodo va rimosso, comprese le persone che si è conosciute!

Tuttavia è un inganno che la mente e il corpo non recepiscono. Insomma, non ci cascano! Entrambi ricordano. Entrambi fanno il riepilogo e te lo fanno rivivere.

Il dolore si prova nel corpo, la sofferenza si prova nella testa.
Il dolore del corpo può essere attenuato da un antidolorifico.
La sofferenza può essere eliminata lasciando correre i ricordi, non fermandoli, non soffermandoci...
E' difficile per una mente razionale come la mia che vuole analizzare tutto, ma so pure che è l'unico modo possibile per non restare troppi giorni sofferente anche quando il dolore fisico è passato.

Questo è uno di quei periodi...
Scriverne mi aiuta a farli scorrere, perché in fondo è la mente che vuole fermarli, allora... la frego io! scrivendone, così "non debbo tenere a mente niente"!!

Seduta stante pare che funzioni, ma poi torna. Dura poco il sollievo.
Vorrei che funzionasse più a lungo.

Intanto voglio ricordarmi che "niente di troppo bello o troppo brutto dura molto a lungo". E con questo saggio adagio, auguro buona vita a tutti.

martedì 15 maggio 2012

Ritorno al passato

Ecco fatto! Ci risiamo... la signora angoscia è tornata a farmi visita poco fa e nonostante io sappia che si tratta di un "ritorno al passato" non c'è verso di mandarla via (almeno per il momento!).
Giusto un'ora prima ho risentito parlare (soltanto parlare) di cancro e siccome questo è il tempo in cui li ho affrontati (al plurale, si, perché sono stati due!) sia nella privamera 2004 che in quella 2005, m'è tornato su tutto quello che ho vissuto. Particolari (e stati d'animo specialmente!) compresi.
Risultato: angosciaaaaaaa!!
Sono passati tanti anni ma il trauma psicologico non credo di averlo digerito ancora, infatti basta niente a farmi rivivere tutta l'esperienza (durata in toto 8 anni tra interventi, cure e controlli... ora invece mi sono fermata perché mi sento davvero stanca!).
Già il fatto di scriverlo mi fa stare leggermente meglio.
Può darsi che sia dovuto al fatto che parlarne comunque sia fa sempre bene.
Ovviamente ne parlo tra me e me perché non ci sono persone con cui ne possa parlare, non ci sono persone che vorrebbero sentire come mi sento...
"Ora sei guarita no? e che ci pensi a fare?"
Quello che non si comprende è che la cosa non è razionale: il corpo ricorda e di conseguenza poi anche la mente comincia a rielaborare.
Quello che la maggior parte delle persone vuol sentirsi rispondere, alla domanda:
"Come stai?"
"Bene grazie, e tu?"
Non ci provo nemmeno a raccontarmi o a sfogarmi con parenti e amici. Per queste cose loro non ci sono e a me viene da piangere.
Le uniche persone con le quali potevo confidarmi e sentirmi pienamente capita sono partite per "il lungo viaggio" e ora posso solo comunicare in quel senso astrale che tanto ci appartiene (perché anche quando eravamo tutte qui ci sentivamo compagne astrali!).

Il corpo non è una macchina che ad un guasto si ripara e poi ricomincia a funzionare.
Il corpo ricorda.
Quando lo "ripari" (che poi è sempre un togliere pezzi) funziona la metà di come funzionava prima.
Non mi sto lamentando ovviamente, perché sono qui e sto scrivendo, perché mi è stata data una seconda possibilità, perché oltre al trauma (sembrerà strano) ho vissuto anche bei momenti di soddisfazione e d'intensa comunione con l'Essenza Vitale per eccellenza, Dio (o chiamatelo come volete ma un nome non cambia il profondo contatto che ho avuto). E questo mi ha dato la forza per andare avanti con Fiducia, comprendendo che nella vita nulla capita per caso.
Ho compreso che questa esperienza mi ha fatta entrare in un mondo che non avrei mai voluto conoscere di mia spontanea volontà (proprio come accade alle persone che non sono disposte ad ascoltare il mio sfogo...). Entrando in questo, ho potuto anche vedere con occhi diversi mille sfaccettature di questa "malattia" (le virgolette ci vogliono perché è riduttivo chiamarla malattia) che ti cambia profondamente e per sempre.

Va bene. Sto respirando meglio. Ho ricacciato le lacrime dicendomi che non hanno senso e che dovrebbero essere lacrime di gioia e non di angoscia...
Fuori c'è il sole!

Buona Vita


domenica 13 maggio 2012

Mammografia

Dopo averla provata due volte (una anche con ecomammaria) posso dire che mi basta e avanza così per capire che questo esame usa un metodo "barbaro" e per questo non merita di essere definito esame diagnostico preventivo.
Cavolo! La chiamano prevenzione ma chiunque vi si sia sottoposta lo sa che quella "strizzatina" (e chiamala strizzatina!!) fa maleeee.
Quello che ho pensato io mentre venivo sottoposta all'esame diagnostico?
"E che diamine! Ma se non ho nulla così me lo fate venire!"
Insomma la mammella viene sottoposta ad un trauma, facciamoci a capire!
E quello che mi chiedo è: 
"Possibile che un altro metodo meno invasivo non sia stato trovato? Ma come? Ce ne andiamo a spasso per l'universo e qui sulla Terra abbiamo dei macchinari che mi fanno scappare (come se mi trovassi davanti al trapano del dentista! eppure in medicina sono impiegati anche gli ultrasuoni, i laser...)"
Ma andiamo, su!
Personalmente posso dire di avere una buona soglia di sopportazione del dolore, quindi non mi riferisco al dolore che questo esame provoca. Invece ce l'ho proprio con il metodo, con il macchinario utilizzato.
Trovo sia roba da anticaglie... ma forse parlando così rischio di offendere anche gli antichi visto che (tornando ai denti) ci sono stati dei ritrovamenti di implantologia etrusca (usavano l'oro).
Ci rendiamo conto si?!?