Se non mettiamo la Libertà delle Cure mediche nella Costituzione, verrà il tempo in cui la medicina si organizzerà, piano piano e senza farsene accorgere, in una Dittatura nascosta. E il tentativo di limitare l'arte della medicina solo ad una classe di persone, e la negazione di uguali privilegi alle altre arti, rappresenterà la Bastiglia della scienza medica.
Benjamin Rush, firmatario della Dichiarazione d'Indipendenza USA, 17 Settembre 1787

giovedì 28 maggio 2015

Medico cura il tumore della moglie con terapie alternative

Nel 2009, dopo la diagnosi di cancro cerebrale invasivo, fa 3 cicli di chemio che la portano in stato terminale. Approda allora alla Terapia Di Bella e a farmaci vietati in Italia ma che all’estero funzionano. Sua moglie, mamma di tre bambini, è guarita.

Medico Cura la Moglie con Terapie Alternative

Questa è la storia di un odontoiatra lombardo di 42 anni, Carlo, sposato e con 3 figli piccoli, che è riuscito a cambiare il suo destino. Davanti alla malattia della moglie – un tumore al cervello ad alto grado (astrocitoma anaplastico) invasivo, lo stesso tumore che stroncò Ted Kennedy  – che l’ha portata in fin di vita, ha scelto di sfidare la casta della medicina ufficiale e rivolgersi a terapie non riconosciute e addirittura vietate in Italia.

Ecco di seguito l’intervista riportata dal Giornale:

Come vi siete accorti del tumore? (lo stesso che stroncò Ted Kennedy)
“Nell’aprile 2009 mia moglie aveva 35 anni, ha avuto un attacco epilettico mentre lavorava. In ospedale le hanno trovato una lesione cerebrale, è stata operata dieci giorni dopo”.

Diagnosi?
“Astrocitoma anaplastico (il cancro delle cellule che sostengono i neuroni) al terzo grado. È un tumore maligno che cresce rapidamente anche se non dà metastasi. Il dramma è che non si riesce a rimuoverlo del tutto perché infiltra i tessuti sani vicini”.

E qual è la cura?
“Radioterapia e chemioterapia prolungate nel tempo, la sopravvivenza a due anni è del 50% a cinque anni del 18%.”

Come trovarsi l’iceberg a un palmo dalla prua…Che avete fatto?
“Il protocollo prevede 30 sedute di radioterapia e concomitante chemioterapia, si cerca di andare avanti il più possibile, il guaio è stato che dopo tre cicli di chemio mia moglie ha manifestato altissima tossicità al fegato e al sangue: non aveva più globuli rossi e bianchi, né piastrine. Neppure le trasfusioni le davano sollievo. A dicembre è entrata in uno stato cachettico (la condizione del malato terminale)… pensavamo non arrivasse a fine anno…Durante questa mia tragedia non dormivo più, studiavo ogni notte e in ogni pausa del giorno, avrò consultato centinaia di studi e decine di professionisti”.

Dove è approdato?
“Alla terapia Di Bella, innanzittutto: il dottor Achille Norsa ha pubblicato diversi ‘case report’ sui tumori cerebrali, l’ho consultato insieme a Giuseppe Di Bella e a Paolo Lissoni.”.

Quali effetti ha avuto la terapia Di Bella su sua moglie? “Ottimi. Oggi, a tre anni di distanza, lavora e si occupa della famiglia come prima di ammalarsi, il suo cancro non è andato avanti, è rarissimo che un tumore cerebrale di questo tipo resti immobile, gli esami però lo provano. Come dicevano i latini contra factum non datur argomentum, ossia, di fronte ai fatti non serve discutere. Quel che ho capito è che non si può pensare di arrestare un tumore senza la somatostatina (soffoca le cellule maligne, togliendo loro il nutrimento dei vasi sanguigni).”

Ha provato a dirlo a un oncologo tradizionale?
“Durante il periodo delle cure i medici degli ospedali mi hanno sempre trattato come un deficiente, ora che vedono mia moglie viva e vegeta tacciono e la guardano come si guarda un fantasma. Ripetevano ‘che queste terapie non servono a nulla’, mentre io dico che se avessero letto Schally, Pollak, Lincoln forse qualche dubbio gli sarebbe venuto. Negli Usa è normale testare i farmaci off label, ossia i medicinali per uno scopo diverso da quello che è scritto sul bugiardino, è il caso della somatostatina e degli inibitori prolattinici usati da Di Bella contro i tumori ma anche di altre sostanze. Là si fa quando le cure tradizionali si rivelano inefficaci, da noi nemmeno è possibile immaginarlo”.

A proposito di altre sostanze, lei non ha curato sua moglie soltanto con il metodo Di Bella.
“No. Ero deciso a provarle tutte. Ho impiegato anche altri due farmaci non riconosciuti in Italia. Il primo è CRM 197, scoperto dallo scienziato italiano Buzzi, è la parte non tossica della tossina difterica che provoca, nel malato di tumore, una cascata immunitaria (è in corso una sperimentazione in Giappone su donne con tumore ovarico)”.

Il secondo?
E’ un oncolitico (‘scioglie’ il cancro), si chiama virus di Newcastle, della famiglia dei virus responsabili dell’aviaria, è un ritrovato di un medico ungherese. In Germania questo prodotto è impiegato nelle cliniche e negli ospedali”.

Quindi ha acquistato i medicinali all’estero.
“Sì, entrambi. Non solo, ho dovuto anche farli somministrare all’estero, perché in Italia sono farmaci vietati”.

Ma non è rischioso mescolare tutte queste sostanze? “Certamente bisogna saperle usare, ci vuole un medico esperto. Quanto al mescolarle mi ero informato, sono adatte a sposarsi con la terapia Di Bella e al caso di mia moglie. La mia fortuna è che so leggere bene in inglese”.

Quindi lei non ci sa dire se il tumore di sua moglie si è stabilizzato per il metodo Di Bella o per le altre due terapie. “Francamente no. Ma non mi importa, quel che conta è che lei stia bene e faccia una vita normale”.

Avrà speso un sacco di soldi.
“Tanti. Sa qual è la tristezza? Che io ho potuto fare tutto questo (tradotto: curare la madre dei miei figli) perché: sono medico, ho studiato e non ho problemi economici, ma gli altri…?”

Per gli altri offre lo Stato…Ma è vero che lei ora fa il consulente gratis?
“E’ l’effetto del passaparola, abito in un centro piccolo, ormai ho una discreta competenza sui tumori cerebrali, così la gente viene qui a chiedermi un parere e io per comodità, concentro le consulenze dopo il lavoro. L’ultima ora della giornata la passo così. È il minimo che possa fare dopo quello che ho ricevuto, è il mio modo di aiutare chi sta male”.

fonte DioniDream

mercoledì 27 maggio 2015

Influenza della psiche sull'insorgenza delle malattie

La conferenza si terrà il 3 giugno 2015 dalle 18.00 alle 20.00
presso l'aula Magna a Milano in Via Venezian nr. 1
ingresso libero
 
link per la diretta streaming https://youtu.be/c22GCBawyxI

domenica 24 maggio 2015

Olio di neem

L'olio di neem non è un anticancro ma i suoi effetti sono sicuramente benefici e anche molto rapidi (si potrebbe dire istantanei!)  > Campi di impiego dell'olio di neem <
 

I poteri curativi del NEEM

L'olio di neem (nome popolare dato in India anticamente in onore della dea Neemari) viene estratto dai semi, spremuti a freddo, dell'Azadirachta Indica (Linneo: dal persiano Azad-Darakcht "albero libero") che cresce nelle zone tropicali e sub-tropicali di Asia, Africa, America (Centro e Sud), Medio Oriente, Australia, Oceania, ed è della famiglia delle Meliacee.

E' conosciuta da almeno il 2.000 a.C. (testi ayurvedici) ed era detta in sanscrito "Arishta": l'albero che "allevia le malattie" o "liberatore dalle malattie". Per gli arabi: "Shajar-e-Mubarak" ossia "albero benedetto".

Ha molti altri nomi popolari (come Margosa, Nimba, Lillà d'India) nelle varie località di diffusione nel mondo. 

AZADIRACHTA INDICA

E' una "sempre verde" che può crescere fino a 25 metri, vivere fino a 300 anni, e produce piccoli frutti giallastri contenenti uno o più semi in un nocciolo duro.
Anche le altre parti dell'albero (foglie, corteccia, legno, radici, polpa dei frutti, fiori) contengono sostanze con effetti medicamentosi, ma nei semi è la maggiore varietà e concentrazione.

In circa 60 anni di studi (esiste una cospicua bibliografia) è stato analizzato a fondo l'intero campo d'azione del neem (per singole parti dell'albero o miscele di esse): proprietà analgesiche, antipiretiche, anti-malariche, anti-infiammatorie, anti-staminiche, diuretiche, ipoglicemiche (effetti antidiabetici), anti-acidogastriche, anti-tumorali, anti-reumatiche, anti-artritiche, equilibranti dei sistema nervoso centrale, spermicide, anti HIV, anti disturbi urinari, anti diarrea/dissenteria, ipotensive (effetti protettivi per il cuore), purificanti, anti tossine, anti radicali liberi, purgative, epatoprotettive, anti malattie del sangue, anti emorroidali, anti lebbra, anti venefiche, anti prurito, anti bruciori interni e superficiali, anti microorganismi Gram positivi e Gram negativi;
grandi capacità nella lotta biologica contro moltissimi parassiti (pesticida naturale).

Suoi derivati entrano in fertilizzanti, ammendanti, mangimi, fitofarmaci (per uso veterinario, umano e botanico), prodotti di industria cartaria e plastica, coloranti per tessuti, collanti, combustibili, carburanti (anche in miscela con gasolio), cosmetici, articoli per toilette.

Una conferma dalla natura: in India, i passeri aggiungono foglie di neem ai loro nidi, e poiché non le mangiano e l'analisi mostra l'assenza di molti parassiti usualmente presenti nei nidi, sembra evidente un uso indotto dalla constatazione empirica, come avviene spesso fra gli animali.

L'olio di neem contiene molecole in grado di contrastare virus, batteri, funghi, ed ha proprietà idratanti, rigeneranti e ristrutturanti e quindi è efficace, ad esempio, sulle più comuni affezioni dermatologiche. Inoltre ha rivelato proprietà insettifughe.

Altra applicazione si ha per i problemi delle gengive: grazie all'attività anti-infiammatoria, dovuta alla presenza di agenti inibitori delle prostaglandine, l'olio risolve molte affezioni dei peridontio.
Anticamente, rametti di neem venivano masticati (come facciamo noi oggi con la gomma da masticare) ogni giorno da milioni di indiani: oggi l'olio di neem è usato in paste dentifricie che, oltre a quanto sopra, contrastano la formazione della placca e imbiancano notevolmente i denti.

Trattamento topico dell'ACNE: fra i ceppi patogeni inattivati dal neem, vi sono la salmonella tifi e lo stafilococco aureo. Proprio quest'ultimo è responsabile delle tipiche manifestazioni acneiche, caratterizzate da ascessi e pustole dolenti. Lo stafilococco aureo inoltre contamina molti cibi e dà infezioni secondarie in peritoniti, cistiti, meningiti. Molti suoi ceppi sono resistenti alla penicillina e altri antibiotici specializzati, ed è responsabile della diffusione di infezioni negli ospedali.
Il neem è un multicomponente complesso e perciò sfugge alla capacità dei batteri di formare ceppi mutanti resistenti.

Attività antifungina: efficace contro 14 tipi di funghi, l'olio di neem, tra gli altri, inibisce il Trichosporon (infezioni al tratto gastro-intestinale) e il Geotrichum (infezioni ai bronchi, polmoni e membrane del muco).
Si è constatata la maggior efficacia e sicurezza (nessun effetto collaterale) di impiego contro Candida Albicans (presente nel muco ma dannosa se in eccesso di proliferazione, con lesioni alla bocca - afta, vagina, pelle, mani e polmoni), infezioni causate da Trichophyton (a capelli, pelle/unghie, piede d'atleta), Tigna (causato da Epidermophyton).

Psoriasi / eczemi: il neem è particolarmente efficace in questo trattamento, durante il quale idrata e protegge la pelle mentre opera per guarire l'irritazione, la desquamazione, le lesioni.
Si consiglia inizialmente di lavarsi con sapone al neem (o shampoo se la pelle è molto sensibile) per uccidere i batteri e rimuovere le cellule morte.

Infiammazioni: grazie a limonoidi e catechine, potenti inibitori dei mediatori dell'infiammazione acuta, il neem trova impiego nell'abbattimento dei dolori da strappi muscolari, artriti, reumatismi. L'effetto è uguale a quello ottenuto con prodotti come fenilbutazone e cortisone, anche per l'azione anti-inflattiva e di riduzione degli edemi.
Potente antisettico, è impiegato in caso di ustioni estese, ferite infette e per stimolare la cicatrizzazione e la ricostruzione dei tessuti.
Ottimo su scrofola e ulcerazioni.
Come antivirale, il neem ha dato i migliori risultati contro l'Herpes Virus (labiale e corporeo).

Altri impieghi: contro i parassiti del cuoio capelluto (come i pidocchi), gli acari della scabbia; puro o in soluzione acquosa frizionato sulla pelle come repellente contro gli insetti (sopratutto zanzare).
Eccellente come anti-forfora.

Essendo un olio ricco di acidi grassi insaturi, è impiegato in:
  • saponi
  • prodotti per i capelli e il cuoio capelluto
  • creme per le mani
  • oli da massaggio per il corpo
  • creme per il viso: anti-acne, anti-arrossamento, ecc.
  • protettivi per labbra, preventivi e lenitivi per Herpes
Si ricordano anche:
  • dentifrici
  • soluzioni insettifughe da nebulizzare e/o spalmare

argomenti correlati:


fonte: http://www.progettoscudo.it/PRV03.htm  

domenica 17 maggio 2015

Rick Simpson: l’olio di cannabis come cura contro il cancro

Rick Simpson: olio di cannabis contro il cancro

Rick Simpson, originario di Nova Scotia in Canada, da anni si impegna affinché le persone affette da cancro, ma anche da altre gravi patologie, si possano curare autonomamente tramite l’uso d’olio di cannabis e che ciò sia riconosciuto come medicinale.
L’affascinante storia di Rick iniziò nel ’75, quando durante un programma trasmesso alla radio, venne a conoscenza che il THC, contenuto nelle foglie e nei fiori della cannabis (marijuana), aveva il potere di uccidere le cellule cancerogene. Rick Simpson aveva perso circa 2 anni prima il fratello, proprio per via di un tumore incurabile e rimase incuriosito da questo annuncio. Ma con il passare del tempo accantonò quest’idea e tornò alla vita di tutti i giorni, senza approfondire ulteriormente il discorso.
Qualche anno dopo, nel 2002, Rick ebbe un incidente durante il lavoro, che gli provocò dei fastidiosi dolori alla testa. Inizialmente adottò le cure tradizionali, ovvero dei farmaci, che oltre a non avere alcun effetto positivo, gli causavano un gran numero di effetti collaterali.
Ricordandosi della trasmissione sulla marijuana, sentita alla radio qualche anno prima, decise di approfondore l’argomento facendo delle ricerche. Alla fine Rick si convinse e decise di acquistarne un po’. Iniziò così a fumare cannabis e non ci mise molto per rendersi conto che i benefici erano di molto maggiori rispetto a quelli delle classiche medicine. Rick Simpson decise così di abbandonare del tutto i farmaci e di continuare invece il trattamento solo con la marijuana. Onde evitare i problemi causati dalla combustione, decise di estrarre l’olio direttamente dai fiori della pianta fresca e di assumerlo oralmente.


Rick Simpson
Rick Simpson
Qualche mese  dopo esser guarito completamente dal problema alla testa, gli vennero diagnosticati 3 melanomi cancerosi in tre diverse parti del corpo. Uno di questi era situato vicino ad un occhio e gli venne rapidamente asportato chirurgicamente.
Ma dopo poco più di una settimana, ancor prima di prendere appuntamento per l’esportazione degli altri due melanomi, lo stesso melanoma si ripresentò più grande di quanto non fosse stato in precedenza. A quel punto Rick Simpson tornò a sperimentare l’olio di cannabis, applicandolo direttamente a contatto con la pelle, tramite l’ausilio di appositi cerotti, nei punti dov’erano presenti i melanomi.
Nel giro di pochissimo tempo tutti i tumori erano spariti e gli esami di accertamento che seguirono poco dopo, non fecero altro che confermare quello che Rick sapeva già: i tumori non c’erano più e lui era fuori pericolo.

Dopo la “miracolosa” guarigione Rick Simpson cominciò la sua crociata per coinvolgere le aziende farmaceutiche e le autorità, ma ricevette solo poche risposte e per lo più sfuggevoli. Inoltre, la Royal Canadian Legion chiuse il centro di ricerca e la produzione di olio di cannabis, perché, secondo le autorità, Rick Simpson stava sfruttando gli edifici come piattaforma per promuovere l’uso dell’olio di canapa e quindi la droga.

L'intervista a Rick Simpson www.youtube.com/watch?v=zD2U4eDBu8A

Che cos’è l’olio di cannabis?

I fiori di cannabis, quando vengono raccolti, sono ricoperti di resina (la stessa da cui si ricava l’hashish) e se processati nel modo giusto, questa resina produce una sostanza liquida medicamentosa, ovvero l’olio di cannabis.
Ciò che sostiene e per cui si batte Rick Simpson, è che l’olio di cannabis, se fosse prodotto in ambienti controllati e usando materiale di prima qualità, sarebbe sicuramente più efficace. I modi in cui si può utilizzare quest’olio sono la vaporizzazione, l’ingestione (indicata per malattie interne) e l’applicazione topica attraverso cerotti.
L’olio di cannabis è indicato per: emicrania, melanomi della pelle, diabete, infezioni, dolori cronici, tumori interni e per regolarizzare il peso corporeo.
Altro punto che va a favore dell’olio di cannabis, almeno secondo Rick, è che può essere utilizzato anche come cura preventiva del tumore. Essendo un olio derivante da una pianta, se prodotto nel modo giusto e se viene assunto nelle giuste quantità non risulta dannoso per l’organismo umano.


Rick Simpson OilDal 2003 Rick Simpson produce e fornisce olio di cannabis gratuitamente a chiunque ne abbia bisogno. Fin’ora è riuscito a far conoscere questa fantastica “medicina” esclusivamente tramite passa parola e tramite internet.
Esistono diverse testimonianze di persone curare con l’olio di cannabis, ma a quanto pare non sono d’interesse delle case farmaceutiche. Ma qual’è il motivo di questo totale disinteresse? E’ davvero possibile che una cura per il cancro così efficace, venga totalmente ignorata?
Rick Simpson risponde a queste domande asserendo che oltre l’80% del guadagni delle case farmaceutiche, derivano dalla vendita di farmaci chemioterapici e che validare l’olio di cannabis come cura contro il cancro, farebbe crollare le vendite dei farmaci e di conseguenza i loro utili.
Inoltre Rick è indignato per il menefreghismo di molta gente, che dopo essersi curata tramite l’olio di cannabis, non ha alcun interesse a testimoniare la propria storia e a diffondere questa cura.

Fortunatamente a sostegno del progetto c’è la fondazione Phoenix Tears, con sede in Colorado. Questa fondazione ha riunito i più grandi leader del settore, con decenni di esperienza nella ricerca sui cannabinoidi, creando finalmente il primo ambiente standardizzato di trattamento ed estrazione dell’olio di cannabis.
La fondazione Phoenix Tears ha riconosciuto la necessità di istituire un protocollo, al fine di garantire il massimo in termini di sicurezza nella cura dei pazienti.

Con la fondazione Phoenix Tears collabora anche l’organizzazione no-profit Patient out of time che raggruppa medici e pazienti con la missione di promuovere, sia all’opinione pubblica che alle istituzioni, l’uso della cannabis a scopo terapeutico. Oltre a fornire articoli e documentazione gratuita sul sito internet, si impegnano per fare in modo che ci siano sempre più organizzazioni che supportano l’accesso dei pazienti alla cannabis. L’organizzazione mette inoltre a disposizione testimonianze di esperti per le udienze legislative e avvocati specializzati in casi relativi alla cannabis.
Attualmente la fondazione Phoenix Tears è in fase di acquisizione di 5 acri di terra da utilizzare per la propria sede, inoltre c’è il progetto della creazione di un centro di guarigione proprio in quest’area.

Il materiale a proposito dell’esperienza di Rick Simpson e della fondazione Phoenix Tears è davvero grande e anche le testimonianze dei pazienti che si sono curati con l’ausilio dell’olio di cannabis. Rick Simpson invita tutti gli interessati ad informarsi e a diffondere il più possibile questo medicinale, con la speranza che le ricerche si espandino e che si ritorni finalmente a sfruttare una delle piante più utili e antiche di sempre: la cannabis!

Il Video – Run from the cure

Rick Simpson sosteneva e tutt’ora sostiene che l’olio di cannabis contenente un elevata concentrazione di THC, è in grado di curare il cancro, nonché una lunga sfilza di altre malattie più o meno grave. In passato provò a divulgare la sua teoria per permettere alla gente di curarsi da sola e senza spese, ma non appena la cosa divenne di dominio pubblico, l’olio venne confiscato, migliaia di persone furono lasciate senza il loro trattamento e Rick Simpson venne accusato di possesso e traffico di droga.
Nel video  troverete le interviste alle persone a cui non fu permesso di testimoniare, con i benefici che la cura aveva portato, al processo davanti alla Corte Suprema del Canada, del 10/09/2007. Tra le varie testimonianze c’è anche quella di un uomo malato terminale di cancro, guarito grazie alla cura con l’olio di cannabis.


giovedì 14 maggio 2015

Kefir = benessere

Cos’è il kefir?
Cominciamo col dire che il termine Kefir deriva dalla parola armena keif e significa benessere.
E' una bevanda a base di latte, fluida, cremosa, omogenea e dalla gradevole consistenza, con un gusto fresco leggermente acido e un’aroma dolce.
E' un prodotto creato da una simbiosi naturale di fermenti, preparato con latte fresco e una coltura madre naturale, composta da un’associazione di microrganismi specifici.
Dunque, è un latte fermentato che contiene una combinazione di numerosi microrganismi probiotici vivi e benefici, unica nel suo genere. Inoltre contiene tanti elementi nutritivi fondamentali per il nostro organismo: proteine,minerali e vitamine.

E ora un accenno sugli aminoacidi essenziali in esso biodisponibili, che aiutano a mantenere lo stato di salute dell’organismo:
- Il triptofano, è un aminoacido essenziale abbondante che ha effetti sul sistema nervoso anche perchè il kefir contiene in abbondanza calcio e magnesio (importanti minerali in grado di migliorare la funzionalità del sistema nervoso).
- Sensibile è anche la liberazione di treonina, prolina e lisina.
- Disponibilità di fosforo, che è uno dei più grandi elementi costitutivi del nostro corpo e aiuta ad utilizzare meglio i carboidrati, e le proteine per la crescita cellulare, per il loro mantenimento ed interagisce nell’accumulo e nella disponibilità energetica.
- Vitamina B9 (acido folico), B12 (cobalamina),B1 (tiamina) e vitamina K. E’ pertanto un eccellente sorgente di biotina; queste vitamine del gruppo B aiutano l’organismo a meglio assimilare altre vitamine del gruppo B come B5 (acido pantotenico).
Il rifornimento adeguato di queste vitamine agisce positivamente nella regolazione del sistema nervoso e del sistema renale, e sembrano in grado di promuovere la longevità.

Il consumo quotidiano di kefir può aiutare a:
- regolarizzare le funzioni intestinali;
- stimolare le proteine digestive, l’appetito e la peristalsi;
- promuovere la salivazione e la secrezione degli enzimi da parte di stomaco e pancreas stimolando la digestione degli altri cibi (studi scientifici suggeriscono che possa aiutare a diminuire la quantità di colesterolo nel sangue);
- contrastare l’insediamento di germi pericolosi (infatti contiene una grande quantità di batteri lattici che hanno un’azione inibitoria nei confronti dei microbi putrefattivi e patogeni);
- stimolare la produzione di anticorpi dell’intestino e migliorare le difese immunitarie.

E inoltre c'è da dire che il kefir è adatto a tutti! è un buon prodotto alimentare anche per le persone lattosio intolleranti perchè ricco di Beta-galattosidasi (lattasi) ed è povero di lattosio in quanto con la fermentazione se ne idrolizza circa il 30%.

Come preparare il latte di Kefir
- Mettere i grani di kefir in un barattolo di vetro, pulito e asciugato (per ogni cucchiaio pieno di grani di Kefir vanno usati circa 250 ml di latte.
- Il Kefir deve "respirare"quindi  non chiudete ermeticamente il barattolo (copritelo semplicemente con un coperchio poggiato sopra, o un tovagliolo)
- Mettere il barattolo in un luogo tranquillo, preferibilmente al buio, e a temperatura ambiente. Nelle prossime 12/24 ore i grani di Kefir lentamente fermenteranno latte e lo separeranno dal siero.
- Trascorse 12 ore (o più, dipende della cremosità che si desidera e dal sapore, ma comunque non oltre le 78 ore altrimenti diventa troppo acido) è l'ora di raccogliere il frutto  dei grani di Kefir, che può avvenire in 2 modi diversi (a seconda se lo si preferice dal sapore più o meno acido). 
   (Sapore più acido) - Mescolare leggermente il Kefir coagulato con il cucchiaio di plastica, in modo da amalgamare il latte con il suo siero. Poi, versare il tutto in un colino (dalle maglie in plastica preferibilmente), posto su un barattolo pulito, nel quale conserverare il Kefir ottenuto, e filtralo delicatamente aiutandosi con il cucchiaio di plastica. Mi raccomando non schiacciare eccessivamente i grani. In questo caso avrai un Kefir più liquido da bere.

   (Sapore meno acido) - Preparare 2 ciotole sufficientemente larghe. Poggiare il colino con la parte concava sull'apertura del barattolo. Con un movimento veloce capovolgere il barattolo in una ciotola e lasciare scolare un po'. In questa fase si separa il siero dal latte, che è l'elemento che da maggiore acidità al Kefir. Quando questa parte liquida sarà scolata spostarsi sull'altra ciotola e filtrare il kefir dal colino aiutandosi con il cucchiaio (di legno o plastica). Il siero, se piace, può essere bevuto, altrimenti buttato. In questo caso si avrà un Kefir più denso da gustare al cucchiaio.

- Il Kefir filtrato adesso è pronto. Può essere consumato in purezza oppure con l'aggiunta di miele, frutta fresca, frutta sciroppata, cereali, caffè, cioccolato liquido o in scaglie e qualsiasi altro modo ti suggeriscano i tuoi gusti e la tua fantasia. E' possibile tenerlo in frigo per per più di una settimana, non di più, perché col passare dei giorni il Kefir continua, anche se lentamente, il suo processo di fermentazione, quindi risulterà un po' più acido.


NB: per "sciacquare" i grani di kefir non usare l'acqua, meglio il latte.