Se non mettiamo la Libertà delle Cure mediche nella Costituzione, verrà il tempo in cui la medicina si organizzerà, piano piano e senza farsene accorgere, in una Dittatura nascosta. E il tentativo di limitare l'arte della medicina solo ad una classe di persone, e la negazione di uguali privilegi alle altre arti, rappresenterà la Bastiglia della scienza medica.
Benjamin Rush, firmatario della Dichiarazione d'Indipendenza USA, 17 Settembre 1787

lunedì 31 dicembre 2012

Hamer: Testimonianza di una biologa

GRAZIE DR. HAMER: NON FINIRO’ MAI DI RIPETERLO

Condivido qui una articolo che ho letto su frontelibero.blogspot.it 

TESTIMONIANZA DI UNA BIOLOGA RICREDUTA

Mi chiamo Iolanda G., ho 55 anni, sono biologa e specialista in ecologia. Sono insegnante di Scienze Matematiche, ma nel mio percorso ho avuto esperienze di informatore scientifico di farmaci ed esperienza di lavoro in laboratorio di analisi in ospedale. Pertanto ho una competenza scientifica che mi porta a valutare un percorso in maniera analitica e con la necessaria precisione.

Desidero riportare la mia esperienza relativamente alla Nuova Medicina Germanica e alle 5 leggi Biologiche della natura scoperte dal dr. Hamer, in quanto ne ho verificato personalmente la veridicità.

Nel 2006 dopo aver compreso la causa di alcune mie “patologie croniche e acute” derivate da conflitti, sono riuscita a risolverle e guarire. Posso fornire a chiunque lo desidera la dovuta documentazione (praticamente una pila enorme di radiografie, diagnosi, ecografie, ecc). Ma sono i fatti quelli che contano, e i fatti sono: “ io sto bene”.

1)  Soffrivo di sinusite e di una tosse cronica praticamente dall’età di 20 anni con spasmi laringei, stati asmatici culminanti perfino in una broncopolmonite (ricovero ospedaliero documentato).

Ho provato tutte le cure esistenti della medicina ufficiale: 3 interventi al setto nasale, antibiotici, vaccini, antiallergici, antiasmatici, antistaminici, cortisonici, cure termali. Queste terapie risolvevano minimamente i problemi e i disturbi continuavano a peggiorare. Medicine alternative: omeopatia, alimentazione, training, yoga, agopuntura con miglioramenti periodici, seguiti da brusche recidive.

Comprendendo la causa, determinata da precisi conflitti descritti con precisione da Hamer, i sintomi sono spariti del tutto da circa 5 anni. E quando qualcosa riaffiora in poche ore riesco a riportare la situazione sotto controllo. Conosco le emozioni che mi hanno causato quei sintomi, non mi fanno più paura, non mi sento più ammalata, ma solo reattiva alle emozioni, quindi viva. In pratica ho riacquistato il controllo del mio corpo.

2)  Dal 2000 ho cominciato a soffrire di gastroesofagite (diagnosi con gastroscopia) e tachicardia culminante in un episodio di tachicardia parossistica (pronto soccorso). Mi è stato consigliato l’intervento di ablazione, che fortunatamente ho rinviato. Mi è stato prescritto il gastroprotettore (omeoprazolo) che ho preso fino a al 2006 accompagnato dalle opportune diete.
La sintomatologia non migliorava, non digerivo quasi nulla, dovevo dormire con due cuscini, la sera non cenavo, e perfino una festa o un invito a cena per me risultava una tortura.

Ma grazie ad Hamer, quando ho compreso la vera causa, determinata da un preciso conflitto, i sintomi sono diminuiti gradualmente, non prendo più l’omeoprazolo, mangio tutto quello che desidero. Quando riaffiora qualche piccolissimo sintomo, conosco bene l’emozione che lo ha generato, sono serena, aspetto il concludersi del processo e riprendo la mia vita normalmente.

3)  Nel 2004 comincio a riportare sintomi dolorosi in diverse parti del corpo che mi impediranno la normale deambulazione: tenovaginite stenosante alle mani; fascite plantare piede dx e poi anche sx; dolori alle creste iliache, ai polsi, ginocchia, lombare (protusione discale L5L6) ecc. il tutto culmina con una diagnosi di fibromialgia.
Le cure prescritte sono pesantissime (rimando), decido di fare alcune sedute di agopuntura che mi alleviano la sofferenza notevolmente, ma la soluzione radicale arriva quando leggo ancora una volta Hamer.

Sono guarita del tutto, qualche dolorino ogni tanto mi riporta alla mia reattività emozionale. Sono un escursionista e speleologa, e nel periodo della malattia ho smesso del tutto la mia attività. Adesso ho ripreso la mia operatività pienamente.

4)  Nel 2002 diagnosi alla tiroide di nodulo misto (cisti con colloide al suo interno) a sx e nodulo misto a dx. Mi prescrivono tirosint che prendo regolarmente.

Ma dal 2006 comincio a comprendere anche in questo caso la causa conflittuale e qualcuno direbbe “quasi miracolosamente” il nodulo di sx sparisce. Normale per la medicina di Hamer. Il nodulo di dx rimpicciolisce o si mantiene costante, ma non mi fa alcuna paura. Conosco il suo significato.

5)  1996 nodulo - fibroadenoma seno destro, asportato chirurgicamente, ma vivo nel terrore di una recidiva, la nonna è morta con cancro al seno e cirrosi epatica (non conoscevo Hamer, mi ero convinta della famosa familiarità, non dimentichiamo che sono biologa).
Nel 2009 in prossimità dell’areola mammaria destra cisti di 5 mm con area sospetta di 3 mm con cono posteriore ipoanecogeno meritevole di approfondimento mammografico.

Il medico è allarmato, io no perché conosco la medicina di Hamer, oramai ho verificato tante e tante volte, giorno, dopo giorno. Non approfondisco un bel niente, so bene qual’è il conflitto. I conflitti non li possiamo evitare, ci insegnano a vivere, ma ho imparato a comprendere e controllare le mie emozioni, ho imparato ad essere flessibile, ho imparato soprattutto a non avere paura, ho imparato che le malattie non esistono, (una biologa fa fatica ad ammetterlo, ma adesso ne sono certa). Si anche i tumori, nel senso che sono solo reazioni alle nostre emozioni, ai nostri conflitti e dipendono anche dalla nostra modalità di percepire gli eventi. In poche parole dopo un anno e mezzo rifaccio l’ecografia e la cisti è sparita. Ma anche se fosse rimasta sono sicura che non avrebbe avuto mai il decorso previsto dalla medicina ufficiale che spesso è causato dalla paura del brutto male, dalla diagnosi infausta, dall’etichetta che gli altri e noi stessi ci affibbiamo di “malati”. Ho visto morire persone care all’interno di reparti di oncologia, e oggi sono sicura che la paura, la diagnosi infausta hanno giocato il ruolo principale.

Potrei continuare ancora perché i conflitti li facciamo continuamente, ci servono per vivere, siamo reattivi e vivi, ed io come tutti ne faccio continuamente. Ma è cambiata la mia modalità di percepire gli eventi.

La Medicina di Hamer è una grande rivoluzione, è scientifica nel vero senso della parola, non è riduzionistica, ma tiene conto della visione olistica del corpo, della mente della psiche. E’ una rivoluzione, ma chi ha studiato embriologia, istologia, evoluzione, biologia, etologia, ecologia, biochimica, fisiologia, con un approccio non settoriale, ma trasversale può riconoscere che questa non solo è scienza pura, ma è anche etica, morale, comportamento, socialità, relazione. In una parola impari a vivere realmente.

Ma non mi illudo, passeranno ancora molti anni. Galileo Galilei insegna.

Avendo lavorato come informatore del farmaco conosco bene certe dinamiche, i protocolli, la ricerca sui farmaci, la sperimentazione, l’approvazione e la registrazione di un farmaco, in poche parole il business.
Se si considera evoluta una società che inventa un virus H1N1 per vendere vaccini, allora siamo ancora all’età della pietra.
Se si considera corretta una informazione che non fa scattare lo scandalo mediatico per quel virus, siamo ancora all’ABC dell’informazione.
Ma sicuramente è più facile farlo scattare per la medicina di Hamer che non promuove grandi interessi economici, ma che piuttosto, per forza di cose, da fastidio al business del farmaco.

Ho scritto questa lettera perché ancora credo che la corretta informazione possa esistere in Italia e nel mondo.
Ringrazio per l’attenzione
Iolanda G.

(una persona che ha ripreso il controllo della sua vita grazie alla medicina di Hamer).

venerdì 28 dicembre 2012

La vita sana e longeva degli Hunza


Gli Hunza la popolazione che in media vive 130-140 anni e non conosce patologie degenerative.

La popolazione degli Hunza non solo vive in media 130-140 anni ma non conosce neppure le nostre tanto temute patologie degenerative, il cancro, malattie del sistema nervoso, ecc..
Vive al confine nord del Pakistan all’interno di una valle sulla catena Himalayana ed è la popolazione in assoluto più longeva della terra.
La nostra èlite medica si vanta di tenere in vita i nostri anziani fino agli 80 anni e oltre. Ebbene, gli Hunza, senza ricorrere ai prodigi della nostra scienza mendica, a cento anni sono vivi, incredibilmente attivi, lavorano ancora nei campi e curano i loro figli con estrema vivacità e vitalità. Le donne Hunza sono ancora prolifiche anche oltre i novant’anni. Chiaramente per riuscire a concepire a tale età, il loro fisico è ancora piuttosto giovanile e non ha nulla a che vedere con le nostre novantenni.
Gli strumenti indiscutibilmente più utili alla loro longevità paiono essere il lungo digiuno a cui sono sottoposti ogni anno, l’alimentazione vegetariana e l’acqua alcalina presente nelle loro terre.

Digiuno e prodotti vegetali
Gli Hunza vivono infatti dei frutti della natura e soffrono anche un lungo periodo di carestia nei mesi invernali. Adottano forzatamente quello che i naturopati definiscono “digiuno terapeutico”. L’altopiano su cui vivono, in Pakistan, è un luogo in gran parte inospitale e non dà raccolto sufficiente per alimentare i 10.000 abitanti Hunza per tutto l’anno.


Coltivano orzo frumento, miglio, grano saraceno e la verdura da orto: pomodori, cavoli, spinaci, rape, piselli e avevano numerosi gli alberi di noci e albicocche, ciliegie, more, pesche, pere e melograni. Fino a marzo però, quando matura l’orzo, digiunano anche per settimane intere (fino a due mesi in semi digiuno) per poter razionare i pochi viveri rimasti in attesa del primo raccolto. 
Il bello è che questa “bizzarra” consuetudine, che secondo vecchi concetti di nutrizionismo porterebbe a debolezza, morte e distruzione, al contrario nel corso degli anni ha prodotto nella popolazione straordinarie capacità di vigore.
Un Hunza può andare camminare tranquillamente per 200 km a passo spedito senza mai fermarsi.
Le forti doti di resistenza sono conosciute in tutto l’oriente, tanto che nelle spedizioni Himalayane, sono assoldati come portatori.

Il digiuno nel mondo animale
Anche in molti animali il digiuno è una cosa normale per la sopravvivenza, nei periodi di carenza di prede. In autunno gli stambecchi, camosci e cervi mangiano molto di più per accumulare grasso per l’ inverno, che a causa dell’ altitudine dove vivono, non permette l’approvvigionamento di cibo sufficiente. Il bello che i violenti scontri che i cervi hanno tra di loro per l’accoppiamento e la successiva fecondazione avvengono proprio in pieno inverno, quindi praticamente a digiuno, che non compromette, anzi enfatizza le loro energie. Gli uccelli migratori mangiano a fine estate più del fabbisogno e quando partono verso i luoghi più caldi sono talmente grassi da pesare il doppio del normale. Ma durante la migrazione, che può arrivare anche a 5000 km, non si fermano mai e a fine corsa il loro perso ritorna normale.
 
I lupi cacciano per giorni, ma poi possono restare per settimane senza mangiare e nello stesso tempo percorrono grandi distanze per procacciare altro cibo, vivendo con il solo grasso corporeo come del resto quasi tutti i predatori. Anche i pesci digiunano, come per esempio il salmone, che nella sua famosa risalita del fiume non ingerisce nulla, nemmeno nel successivo periodo della posa delle uova. In sostanza il digiuno è una condizione che non è quindi nata da 10.000 anni, ma da milioni di anni della storia stessa dell’uomo/animali ed è per questo che apporta molti benefici.

Acqua alcalina
L’ultimo elemento fondamentale per la forza, e la longevità di questo popolo fu la composizione dell’ acqua. Dopo diversi studi emerse che l’acqua degli Hunza possedeva elevato pH (acqua alcalina), con notevole potere antiossidante ed elevato contenuto di minerali colloidali. Effettivamente come sperimentatore e ricercatore indipendente devo dire che digiunare con acqua alcalina è molto più semplice che digiunare con acqua di rubinetto o imbottigliata. L’acidosi metabolica innescata dal digiuno prolungato viene infatti compensata e il ph rimane più stabile.
Per quanto riguarda l’alimentazione ho già spiegato che l’unico frutto a mantenere il ph umano stabile è la mela rossa; nel digiuno invece ci si può aiutare bevendo acqua alcalina, acqua con argilla verde ventilata, o facendo lavaggi interni/esterni con acqua e sale integrale.
Oggi il territorio degli Huntza è stato intaccato dalla società “evoluta” e anche lì sono arrivati cibi spazzatura, farina 0 impoverita, zucchero bianco, sale sbiancato chimicamente, ecc… e con loro le prime carie, le prime problematiche cardiovascolari, i primi problemi reumatici che l’Occidente evoluto conosce bene. In pochi sono riusciti a scampare da questo inquinamento “evolutivo” evitando ogni forma di contagio con usanze e abitudini percepite ad istinto come innaturali e dannose.

Conclusioni
Ragioniamo con calma e chiediamoci se hanno senso le classiche chiacchiere da bar che sentiamo comunemente:
“Aveva 80 anni, per lo meno ha vissuto a lungo e ora ha smesso di soffrire”…
“Ormai ho 35 anni, mi devo sbrigare se voglio avere un bambino”…
“Ho superato i 40 anni, devo stare attento a non esagerare con l’attività fisica”…
“Ho 30 anni, ho le ginocchia a pezzi, dovrò smettere di giocare a pallone”, ecc…
“Signora, a 60 anni è normale pensare ad una dentiera” …
Esiste veramente un orologio biologico incontrovertibile nell’uomo o sono gli stili di vita errati ad accelerare il corso delle lancette?
Hanno senso le ansie di alcune donne che toccati i 30 anni iniziano già a temere di non riuscire ad avere figli “in termpo”?
E’ veramente fisiologico avere ad una certa età menopausa, andropausa, osteoporosi, artrosi, demenza senile …. ?
E’ normale lo scatenarsi di così tante patologie senili, cronico-degenerative, o al sistema nervoso?
Ciò che è normale in una società malata potrebbe essere contro natura o senza senso per un popolo consapevole.

Andrea Conti
Dottore in Fisioterapia
Università degli Studi di Roma

Tratto da: Pianetablunews
.

domenica 16 dicembre 2012

Approccio easy alle 5 Leggi Biologiche (1)

http://www.youtube.com/watch?v=jHGYzFXXERg questo è l'indirizzo su cui cliccare per poter vedere il primo dei due video realizzati da un ragazzo argentino, per permettere un approccio più "facilitato" alla conoscenza delle 5 Leggi Biologiche. Io l'ho trovato fantastico ed ecco perché lo condivido qui. Tuttavia, anche se i video sono fatti in modo da soffermarsi sulle parole che esprimono i concetti e i principi base, ho voluto estrapolarne le immagini per potermi soffermare ancora di più e darmi così il tempo che mi serve per assimilare i concetti esposti (io sono lenta! e magari anche qualcuno di voi :))






venerdì 7 dicembre 2012

Mi è venuto il cancro. Che fare?

Quando ne trovo di articoli interessanti non posso fare a meno di ospitarli sul mio blog e per non "perderli" e per contribuire a divulgarli. Questo l'ho letto su L'anticasta ed è stato scritto da un medico radiologo (la sua firma è a fine articolo)

Chemioterapia_d
La mortalità per i tumori si aggira intorno al 60% a 5 anni. Se poi si va più avanti nel tempo aumenta ulteriormente.
C'è da dire una cosa fondamentale: la percentuale di guarigione è pressocchè interamente dovuta alla chirurgia, che quando elimina radicalmente il tumore da ottime possibilità di sopravvivenza in tumori come il colon o la mammella, purchè diagnosticati precocemente; oppure all'ematologia, che studia le leucemie e i linfomi che rispondono discretamente alle terapie ufficiali, per quanto le percentuali di guarigione siano rimaste ferme negli ultimi 15 anni.
Ma se noi studiamo i veri e propri casi oncologici, ossia quelli che non sono stati radicalmente eliminati dalla chirurgia o inoperabili o che hanno sviluppato metastasi e che pertanto vengono curati con la chemioterapia o la radioterapia  i dati sono assolutamente desolanti.

Ho personalmente fatto uno studio TC dei tumori metastatici in cura con chemioterapia o radioterapia, i casi che, in sostanza, si presentano dall’oncologo: la percentuale di sopravvivenza a 3 anni è di circa il 14%, a 5 anni potrebbe aggirarsi intorno al 6%, ad essere ottimisti.
Recentemente sono state introdotte delle innovazioni che forse hanno addirittura creato più danni che benefici: nei casi eradicati completamente dalla chirurgia è stata introdotta la chemioterapia preventiva: se il paziente guariva senza niente adesso corre addirittura il rischio di essere ammazzato dalla chemioterapia. Ma la chemioterapia preventiva apporta un vantaggio statistico: aumentano i casi di sopravvivenza in coloro che praticano la chemio stessa: ovvio, se la somministro ai pazienti sani, è evidente.

I costosissimi farmaci biologici non hanno fornito sostanziali miglioramenti, se non qualche repentino quanto illusorio miglioramento seguito quasi sempre da una nuova ricaduta.
Ci sono poi altri protocolli sperimentali sui quali la dice lunga il commento di una stessa oncologa che, parlando del suo primario dice: quello è pazzo, fa le sperimentazioni sugli umani.

La maggioranza dei “superstiti” sviluppa comunque un secondo tumore entro i 12 anni: alla fine, in buona sostanza non si salva  nessuno, senza considerare poi il tipo di vita che sono costretti a fare, che spesso ci si chiede se sia il caso di essere vissuta.
Girano poi continuamente notizie, riportate soprattutto su blog e siti internet di casi di malati terminali miracolati da terapie alternative come il Metodo di Bella, il metodo Hamer, il metodo Simoncini, la cura Pantellini, la terapia di Rath, la cura Gerson e molte altre.

Visti i risultati pessimi della terapia ufficiale perchè non fare una sperimentazione  di queste?

Nulla da fare, la scienza ufficiale continua a boicottarle con un cinismo e una spietatezza incredibili: se muori con quelle cure condannano il medico per omicidio colposo (nella trasmissione Mi manda rai 3 di qualche mese fa qualcuno ha parlato addirittura di omicidio volontario!); se muori con le cure ufficiali è normale perché è normale che di tumore si muoia!
Ma il problema è che le cure alternative costano troppo poco e le case farmaceutiche andrebbero in bancarotta. E comunque la cura del cancro comincerà in futuro anche a diventare un serio problema anche dal punto di vista economico.

Il boicottaggio delle cure alternative viene da molto in alto: non è certo solo un discorso di giro di interessi tra medici, farmacisti, case farmaceutiche e baroni vari: questi rappresentano solo la base della piramide.
Ai vertici ci sono sostanzialmente due famiglie: i Rotschild e i Rockfeller  oltre agli altri individui che compongono il cosiddetto Gruppo Bildelberg: banchieri, petrolieri e leader di multinazionali vari: tutta gente senza scrupoli ai quali la vostra salute non interessa assolutamente un fico secco, anzi, se siete malati, deboli e debosciati  essi sono più contenti perché possono controllare meglio il mondo.
Entrambi controllano duecento case farmaceutiche circa.
Entrambi condizionano i meccanismi  di controllo stessi dei farmaci.
Sono anche inseriti in tutti i meccanismo di controllo della politica, della finanza e del commercio mondiale.
Condizionano la stampa e i politici del mondo.
Riescono, attraverso la televisione e altri meccanismi sofisticati a condizionare anche la mente.

Benissimo!  La medicina ufficiale come viene presentata adesso negli Ospedali, come si studia nelle Università serve solo a loro per fare soldi e per fare stare peggio la gente: è sufficiente pensare al fatto che i progressi della medicina riguardano solo le patologie acute (per le quali si guarisce spontaneamente oppure si muore, ed in tal caso viene a cessare la tua funzione di consumatore) mentre per le patologie croniche non esiste fondamentalmente cura: non c’è cura per il cancro, né per l’arteriosclerosi, né per le malattie autoimmuni, né per l’artrosi: anzi ci si ammala sempre di più e dopo i 50 anni e spesso anche prima è molto facile che dobbiamo sopravvivere grazie ai farmaci (che non ci curano ma magari ci ritardano la morte).

A questo punto, che fare contro il cancro?

Innanzitutto bisognerebbe cercare di prevenirlo: anche lì la medicina ufficiale ti disinforma con idiozie tipo “fare la mammografia” o non fumare o bere, tutte cose giuste, ma che cambiano poco la possibilità di ammalarsi,  che invece potrebbe ridursi sensibilmente con altri accorgimenti che si guardano bene dal dirti, anzi, meno ne sai e meglio è.

Per esaminare quali sono questi accorgimenti basta riprendere appunto in considerazioni le terapie alternative: se queste terapie hanno la capacità di guarire il cancro a maggior ragione funzioneranno per non fartelo venire.
Queste terapie sono numerose, come detto precedentemente, ma in pratica possono essere raggruppati in 4 gruppi a seconda del meccanismo di azione:

 1) antiossidanti: combattono la formazione dei radicali liberi che sono il primum movens nella formazione dei tumori. La sostanza più importante tra questi è la vitamina C, che ha anche altre proprietà in quanto rinforza il tessuto connettivo creando una maggiore barriera alla crescita del tumore.  Ci sono poi una serie di sostanze antiossidanti presenti in natura tra cui vitamine e altri oligoelementi: su questi principi si basa la Medicina cellulare di Rath , che si ispira a Linus Pauling, la Terapia Gerson, la cura Pantellini e molte altre. 

 2)  Antiacidi: il tumore si riproduce in ambiente acido, quindi agiamo sul pH (metodo Simoncini)

 3) Azione sulla mente: il tumore si forma a seguito di stress negativi, specie se prolugati, quindi una sorta di psicoterapia per combattere l’evento stressante avrebbe azione benefica (metodo Hamer)

 4) Apoptosi: la stessa vitamina C o la Somatostatina usata nella Terapia Di Bella o altre sostanze presenti in natura come l’Epigallogallato che si trova nel the' verde o la cartilagine di squalo  hanno questa proprietà di bloccare crescita del tumore.
Vi è poi tutta un’altra serie di sostanze il cui meccanismo d’azione non è noto ma che molta gente ha usato con beneficio, come per esempio il veleno di Scorpione; oppure terapie omeopatiche usate con successo come la Terapia di Zora.

Ad eccezione della somatostatina tutte le altre sostanze sono acquistabili sul mercato a prezzi sostenibili da chiunque senza bisogno di aiuti dalla “mutua” (che se ne guarda bene dal darteli…).

Nella vita quotidiana siamo sottoposti a sostanze tossiche in quantità sempre maggiori, presenti nell’aria che respiriamo: gas di scarico delle auto, inceneritori (tutte cose che finanziano gli istituti di ricerca sul cancro, ma guarda un po’ …); oppure presenti nella nostra alimentazione.
Nella carne sono presenti antibiotici e ormoni, usati negli allevamenti intensivi, allora qualcuno dirà beh , io sono furbo e introduco le proteine attraverso i legumi, che sono i prodotti che più facilmente subiscono la contaminazione degli Ogm.
 Il pesce è anch’esso allevato con gli stessi metodi del bestiame e contaminato con gli stessi prodotti: nel mare non c’è certo pesce per tutti. I prodotti derivati dalla farina subiscono i processi di trattamento che alterano la naturalezza.
La frutta e la verdura subiscono anch’esse trattamenti vari.

Chi sostiene che le vitamine sono già presenti nella nostra alimentazione in dosi sufficienti dice una stupidaggine: primo, perché i cibi sempre più trattati ne determinano una riduzione, secondo, perché sottoposto ad una maggiore quantità di sostanze tossiche, il nostro organismo ne richiede un maggiore quantitativo.

In definitiva per la prevenzione dei tumori sarebbe fondamentale un introduzione di antiossidanti in gran quantità e di vitamina C a dosi di grammi (3 grammi al giorno sono la dose ideale per la prevenzione secondo Alberto Mondini, nonché secondo la medicina cellulare di Rath: vedi
 oppure

Sempre in questi link troverete protocolli terapeutici per la prevenzione delle altre malattie croniche, come per esempio l’arteriosclerosi.
A differenza delle terapie ufficiali, ove se si mescolano protocolli terapeutici si rischia seriamente la vita del paziente, i suddetti protocolli terapeutici non sono incompatibili tra loro, quindi niente perla quale se, alle vitamine e oligoelementi di Rath si aggiunge un po’ di bicarbonato di sodio (Simoncini ) o un po’ di psicoterapia in caso di forte stress emotivo.

A questo punto che fare in caso di cancro.
Il cancro è sempre una brutta bestia quindi il nostro armamentario va utilizzato tutto e alla massima potenza  Tanto per cominciare usare il buon senso: dipende molto dal tipo di cancro, soprattutto se è vascolarizzato o no, dell’estensione e che organo colpisce.
Se è a crescita lenta, per esempio possiamo eseguire controlli ecografici o TAC inizialmente a breve distanza, per vedere la risposta.

La chirurgia, in molti casi non la escluderei a priori: ci sono organi dove togliere un pezzo, come per esempio l’intestino, ha ottime possibilità di guarigione, specie se ovviamente poi aggiungiamo il nostro “armamentario”.
La chemioterapia ricordiamoci sempre che potrebbe rispondere bene nelle leucemie e linfomi, ma gli stessi rispondono bene a tutte le terapie in genere quindi sarebbe opportuno cominciare con una terapia alternativa (o meglio con tutte) e vedere l’efficacia a breve distanza.

Capisco tuttavia che la scelta in questo caso è difficile, tuttavia quello che assolutamente sconsiglierei è continuare la chemioterapia nel caso in cui  il linfoma non è sparito entro tre mesi o in caso di recidiva consiglierei anzi, di partire sempre e comunque con le terapie alternative anche in caso di scelta della chemioterapia continuando a farle per anni anche dopo cessazione della chemio stessa.
 L’unico caso in cui non escluderei un ciclo di chemio potrebbe essere il linfoma Non Hodgkin aggressivo: in questo caso siamo quasi nell’ambito della patologia acuta e forse potrebbe non esserci il tempo materiale per organizzare una cura alternativa.

In tutti gli altri casi : tumori non eradicabili perfettamente con la chirurgia e tumori non della linea ematica il mio consiglio sono le terapie alternative.
Nei siti linkati ci sono le vitamine e gli oligoelementi alle dosi da assumere. Nel caso la vitamina C si puo’ aumentare fino a decine di grammi al giorno e lo stesso per gli oligoelementi che si associano ad essa. Ovviamente si puo’ assumere anche l’ascorbato di potassio, o il bicarbonato di sodio.
Non ci sono dosi ben precise: le dosi in tutte queste terapie ce le dice il nostro intestino: se sono troppo elevate l’ intestino non le tollererà: si tenga conto tuttavia che si deve aumentare gradualmente perché altrimenti l’intestino potrebbe non tollerare dosi anche basse.

Importante la psicoterapia e soprattutto l’ottimismo: bisogna essere convinti che la nostra cura è quella giusta: nel cancro questa cosa ha un importanza basilare: in questo è basilare anche la collaborazione dei parenti che non devono per nessuna ragione venirti a dire stupidaggini del tipo: sei sicuro che ti faccia bene!

Per rafforzare il sistema nervoso e al contempo introdurre antiossidanti c’è anche un protocollo chiamato terapia infusionale d’Abramo che da ottimi risultati:

Se le statistiche su queste terapie sono confortanti, lo sarebbero ancora di più con un associazione delle stesse.  Le statistiche sono abbastanza chiare sulla Medicina ufficiale, su quelle alternative un po’ meno: le terapie alternative sono tante e ognuno fornisce i suoi dati; i dati girano nel web o in qualche libro ma mai sulle riviste ufficiali sulla stampa.
Ci si affida tanto a singole persone che riferiscono di essere guarite anche dopo essere state date per spacciate. I punti deboli di queste terapie sono dati dal fatto che, oltre al boicottaggio del potere non c’è una linea di condotta comune che potrebbe rafforzare sia i dati stessi ampiando anche la casistica: vi è inoltre purtroppo la tendenza a ricorrere a queste quando ormai non c’è più niente da fare, l’organismo è distrutto e generalmente sono presenti metastasi.

Le statistiche fornite da ciascuna delle Terapie sono comunque sovrapponibili: le % di guarigione (e attenzione perché nell’oncologia ufficiale non si parla quasi mai di guarigione ma di remissione: c’è una differenza abissale!) in caso di ricorso alle stesse in prima diagnosi si aggirano intorno all’80% più o meno per tutte, se eseguite correttamente e con costanza. Crollano intorno al 10% nei pazienti che si rivolgono a queste quando hanno visto che con la chemio non c’è più niente da fare (perché sono stati intelligenti a capirlo da soli!).
Ci sono poi parecchi che associano la chemio alle terapie ufficiali: avranno risultati intermedi proprio perché la chemio stessa riduce il loro effetto.
In assenza tuttavia di dati ufficiali ci si affida ai dati forniti dagli stessi interessati: potrebbero non essere corretti, ma vi posso dire, da medico ospedaliero, che ci si puo’ fidare molto meno dei dati che, in generale, la medicina ufficiale fornisce a proposito di tutte le malattie perché ragioni di interessi spingono a manipolarli. Se non sarà l’80%, sarà il 65%? Stiamo parlando comunque di risultati molto migliori di quelli della medicina ufficiale.

Si, ma, quale scegliere?
Quanto detto precedentemente direi che fornisce la risposta: in combinazione tra loro e alle giusti dosi sono ancora più efficaci.
Considerazioni a parte merita la Terapia Di Bella. Quest’ultima sta entrando nell’ambito della medicina ufficiale: alcuni giornali parlano già di questa. Sarebbero circa 10.000 le persone che in Italia si stanno curando con essa. I risultati sono più o meno quelli che si hanno con le altre terapie (alternative) anche se con una casistica più ampia e quindi più credibile.
Ci sono molti personaggi famosi che si sono affidati al MDB tra cui l’oncologo Sidney Wineaver, direttore del Cancer istitute di New york , per sua moglie ammalata di cancro.  http://www.videomaivisti.it/news.php?readmore=161 

A differenza delle altre terapie, tuttavia, il MDB ha costi proibitivi, difficilmente sostenibili per lungo tempo da una famiglia appartenente ai ceti poveri o medi . Per questo motivo peraltro, è probabile che le case farmaceutiche, vedendo l’impossibilità di sostenere la credibilità delle terapie ufficiali, si buttino a sponsorizzare la stessa per non rischiare di far emergere terapie che sarebbero la loro tomba.
E’ questa attualmente un ipotesi piuttosto remota, ma intanto al congresso mondiale di Oncologia tenutosi in Cina si è parlato ampiamente del MDB: dove la gente si cura con l’agopuntura, beh , gli introiti della Somatostatina potrebbero venire comodi.
Gli stessi medici che danno la cura  e tutto il loro entourage che gli fa pubblicità a spada tratta, anche attraverso facebook, hanno un po’ la tendenza a negare che possano esserci altre terapie alternative altrettanto valide, fatto che peraltro, va a indebolire tutto il movimento che si sta creando contro l’oncologia ufficiale. 

C’è tuttavia un punto fondamentale da tenere presente: la prevenzione.
La prevenzione del tumore in chi è a rischio, in quelli che sono stati operati e che al momento non hanno niente; in chi ha avuto la nonna, la madre e la sorella ammalate di cancro al seno.
Che cosa si fa in questi casi?
E’ evidente che la Terapia Di Bella non si fa. Vogliamo, invece, una volta per tutta fare una sperimentazione come si deve a livello nazionale della vitamina C e degli antiossidanti o si ha troppa paura di scoprire e mettere troppo in evidenza il fatto che il cancro guarisce anche con la vitamina C che costa 28 euro al chilo?

di Gianpaolo Cavallaro, medico radiologo

Le autopsie rivelano che i tumori…



articolo di Marcello Pamio - tratto da "Cancro Spa"

Luigi De Marchi, psicologo clinico e sociale, autore di numerosi saggi conosciuti a livello internazionale, parlando con un amico anatomo-patologo del Veneto sui dubbi dell’utilità delle diagnosi e delle terapie anti-tumorali, si sentì rispondere: 

«Sì, anch’io ho molti dubbi. Sapessi quante volte, nelle autopsie sui cadaveri di vecchi contadini delle nostre valli più sperdute ho trovato tumori regrediti e neutralizzati naturalmente dall’organismo: era tutta gente che era guarita da sola del suo tumore ed era poi morta per altre cause, del tutto indipendenti dalla patologia tumorale»[1].
«Se la tanto conclamata diffusione delle patologie cancerose negli ultimi decenni - si chiese Luigi De Marchi - in tutto l’Occidente avanzato fosse solo un’illusione ottica, prodotta dalla diffusione delle diagnosi precoci di tumori che un tempo passavano inosservati e regredivano naturalmente? E se il tanto conclamato incremento della mortalità da cancro fosse solo il risultato sia dell’angoscia di morte prodotta dalle diagnosi precoci e dal clima terrorizzante degli ospedali, sia della debilitazione e intossicazione del paziente prodotte dalle terapie invasive, traumatizzanti e tossiche della Medicina ufficiale. Insomma, se fosse il risultato del blocco che l’angoscia della diagnosi e i danni delle terapie impongono ai processi naturali di regressione e guarigione dei tumori?”.[2]

Con quanto detto da Luigi De Marchi - confermato anche da autopsie eseguite in Svizzera su cadaveri di persone morte non per malattia - si arriva alla sconvolgente conclusione che moltissime persone hanno (o avevano) uno o più tumori, ma non sanno (o sapevano) di averli.
In questa specifica indagine autoptica (autopsie) fatta in Svizzera, ed eseguita su migliaia di persone morte in incidenti stradali (quindi non per malattia), è risultato qualcosa di sconvolgente:
- Il 38% delle donne (tra i 40 e 50 anni) presentavano un tumore (in situ) al seno;
- Il 48% degli uomini sopra i 50 anni presentavano un tumore (in situ) alla prostata;
- Il 100% delle donne e uomini sopra i 50 anni presentavano un tumore (in situ) alla tiroide.[3]

 
Con tumore in situ s’intende un tumore chiuso, chiuso nella sua capsula, non invasivo che può rimanere in questo stadio per molto tempo e anche regredire.
Nel corso della vita è infatti "normale" sviluppare tumori, e non a caso la stessa Medicina sa bene che sono migliaia le cellule tumorali prodotte ogni giorno dall’organismo.
Queste, poi, vengono distrutte e/o fagocitate dal Sistema Immunitario, se l’organismo funziona correttamente.


Molti tumori regrediscono o rimangono incistati per lungo tempo quando la Vis Medicratix Naturae (la forza risanatrice che ogni essere vivente possiede) è libera di agire.
Secondo la Medicina Omeopatica , la “Legge di Guarigione descrive il modo con cui tale forza vitale di ogni organismo reagisce alla malattia e ripristina la salute”.[4]

 
Cosa succede alla Legge di Guarigione, al meccanismo vitale di autoguarigione, se dopo una diagnosi di cancro la vita viene letteralmente sconvolta dalla notizia del male?
E cosa succede all’organismo (e al Sistema Immunitario) quando viene fortemente debilitato dai farmaci? 
Ulteriori dati poco conosciuti
Poco nota al grande pubblico è la vasta ricerca condotta per 23 anni dal prof. Hardin B. Jones, fisiologo dell’Università della California, e presentata nel 1975 al Congresso di cancerologia presso l’Università di Berkeley. Oltre a denunciare l’uso di statistiche falsate, egli prova che i malati di tumore che NON si sottopongono alle tre terapie canoniche (chemio, radio e chirurgia) sopravvivono più a lungo o almeno quanto coloro che ricevono queste terapie. [5]
Il prof. Jones dimostra che le donne malate di cancro alla mammella che hanno rifiutato le terapie convenzionali mostrano una sopravvivenza media di 12 anni e mezzo, quattro volte superiore a quella di 3 anni raggiunta da coloro che si sono invece sottoposte alle cure complete.[6]
 
Un'altra ricerca pubblicata su The Lancet del 13/12/1975 (che riguarda 188 pazienti affetti da carcinoma inoperabile ai bronchi), dimostra che la vita media di quelli trattati con chemioterapia è stata di 75 giorni, mentre quelli che non ricevettero alcun trattamento ebbero una sopravvivenza media di 120 giorni.[7]

Se queste ricerche sono veritiere, una persona malata di tumore ha statisticamente una percentuale maggiore di sopravvivenza se non segue i protocolli terapeutici ufficiali.
Con questo non si vuole assolutamente spingere le persone a non farsi gli esami, gli screening e i trattamenti oncologici ufficiali, ma si vogliono fornire semplicemente, delle informazioni che normalmente vengono oscurate, censurate e che possono, proprio per questo, aiutare la scelta terapeutica di una persona.
Ma ricordo che la scelta è sempre e solo individuale: ogni persona sana o malata che sia, deve assumersi la propria responsabilità, deve prendere in mano la propria vita. Dobbiamo smetterla di delegare il medico, lo specialista, il mago, il santone che sia, per questo o quel problema. Dobbiamo essere gli unici artefici della nostra salute e nessun altro deve poter decidere al posto nostro. Possiamo accettare dei consigli, quelli sì, ma niente più. 
I pericoli della chemioterapia
Il principio terapeutico della chemioterapia è semplice: si usano sostanze chimiche altamente tossiche per uccidere le cellule cancerose.
Il concetto che sta alla base di questo ragionamento limitato e assolutamente materialista è che alcune cellule, a causa di fattori ambientali, genetici o virali, impazziscono iniziando a riprodursi caoticamente creando delle masse (neoplasie).
La Medicina perciò tenta di annientare queste cellule con farmaci citotossici (cioè tossici per le cellule). Tuttavia, questa feroce azione mortale, non essendo in grado di distinguere le cellule sane da quelle neoplastiche (impazzite), cioè i tessuti tumorali da quelli sani, colpisce e distrugge l’intero organismo vivente. 

Ci hanno sempre insegnato che l’unica cura efficace per i tumori è proprio la chemioterapia, ma si sono dimenticati di dirci che queste sostanze di sintesi sono dei veri e propri veleni. Solo chi ha provato sulla propria pelle le famose iniezioni sa cosa voglio dire.
«Il fluido altamente tossico veniva iniettato nelle mie vene. L’infermiera che svolgeva tale mansione indossava guanti protettivi perché se soltanto una gocciolina del liquido fosse venuta a contatto con la sua pelle l’avrebbe bruciata. Non potei fare a meno di chiedermi: ‘Se precauzioni di questo genere sono richieste all’esterno, che diamine sta avvenendo nel mio organismo?’. Dalle 19 di quella sera vomitai alla grande per due giorni e mezzo. Durante la cura persi manciate di capelli, l’appetito, la colorazione della pelle, il gusto per la vita. Ero una morta che camminava».
[ Testimonianza di una malata di cancro al seno ] 
Un malato di tumore viene certamente avvertito che la chemio gli provocherà (forse) nausea, (forse) vomito, che cadranno i capelli, ecc.
Ma siccome è l’unica cura ufficiale riconosciuta, si devono stringere i denti e firmare il consenso informato, cioè si sgrava l’Azienda Ospedaliera o la Clinica Privata da qualsiasi problema e responsabilità. 


Le precauzioni del personale infermieristico che manipolano le sostanze chemioterapiche appena lette nella testimonianza, non sono una invenzione. L’Istituto Superiore di Sanità italiano ha fatto stampare un fascicolo dal titolo “Esposizione professionale a chemioterapici antiblastici per tutti gli addetti ai lavori, cioè per coloro che maneggiano fisicamente le fiale per la chemio (di solito infermieri professionali e/o medici). Fiale che andranno poi iniettate ai malati. 
Alla voce Antraciclinici (uno dei chemioterapici usati) c’è scritto che dopo la sua assunzione può causare: “Stomatite, alopecia e disturbi gastrointestinali sono comuni ma reversibili. La cardiomiopatia, un effetto collaterale caratteristico di questa classe di chemioterapici, può essere acuta (raramente grave) o cronica (mortalità del 50% dei casi). Tutti gli antraciclinici sono potenzialmente mutageni e cancerogeni”.[8]
 
Alla voce Procarbazina (un altro dei chemioterapici usati) c’è scritto che dopo la sua assunzione può causare: “E’ cancerogena, mutagena e teratogena (malformazione nei feti) e il suo impiego è associato a un rischio del 5-10% di leucemia acuta, che aumenta per i soggetti trattati anche con terapia radiante”. 
In un altro documento, sempre del Ministero della Sanità (Dipartimento della Prevenzione – Commissione Oncologica Nazionale) dal titolo “Linee-guida per la sicurezza e la salute dei lavoratori esposti a chemioterapici antiblastici in ambiente sanitario” (documento pubblicato dalle Regioni e Province Autonome di Trento e Bolzano) c’è scritto: “Uno dei rischi rilevati nel settore sanitario è quello derivante dall’esposizione ai chemioterapici antiblastici. Tale rischio è riferibile sia agli operatori sanitari, che ai pazienti”.
Qui si parla espressamente dei rischi per operatori e pazienti.
Il documento continua dicendo: “Nonostante numerosi chemioterapici antiblastici siano stati riconosciuti dalla IARC (International Agency for Research on Cancer) e da altre autorevoli Agenzie internazionali come sostanze sicuramente cancerogene o probabilmente cancerogene per l’uomo, a queste sostanze non si applicano le norme del Titolo VII del D.lgs n. 626/94 ‘Protezione da agenti cancerogeni’. Infatti, trattandosi di farmaci, non sono sottoposti alle disposizioni previste dalla Direttiva 67/548/CEE e quindi non è loro attribuibile la menzione di R45 ‘Può provocare il cancro’ o la menzione R49 ‘Può provocare il cancro per inalazione’”. 
Quindi queste sostanze, nonostante provochino il cancro, non possono essere etichettate come cancerogene (R45 e R49) semplicemente perché sono considerate “farmaci”.
Questa informazione è molto interessante. 


Andiamo avanti: “Nella tabella 1 [vedi sotto, ndA] è riportato un elenco, non esaustivo, dei chemioterapici antiblastici che sono stati classificati dalla IARC nel gruppo ‘cancerogeni certi per l’uomo’ e nel gruppo ‘cancerogeni probabili per l’uomo’. L’Agenzia è arrivata a queste definizioni prevalentemente attraverso la valutazione del rischio ‘secondo tumore’ che nei pazienti trattati con chemioterapici antiblastici può aumentare con l’aumento della sopravvivenza. Infatti, nei pazienti trattati per neoplasia è stato documentato lo sviluppo di tumori secondari non correlati con la patologia primitiva”. 
Tabella 1
Cancerogeni per l’uomo: Butanediolo dimetansulfonato (Myleran) - Ciclofosfamide - Clorambucil - 1(2-Cloretil)-3(4-metilcicloesil)-1-nitrosurea (Metil-CCNU) - Melphalan - MOPP (ed altre miscele contenenti alchilanti) - N,N-Bis-(2-cloroetil)-2-naftilamina (Clornafazina) - Tris(1-aziridinil)fosfinsolfuro (Tiotepa)
Probabilmente cancerogeni per l’uomo: Adriamicina - Aracitidina - 1(2-Cloroetil)-3-cicloesil-1nitrosurea (CCNU) - Mostarde azotate - Procarbarzina
Certamente si tratta di un elenco incompleto perché, sfogliando una trentina di bugiardini di chemioterapici, mancano diverse molecole cancerogene per ammissione stessa dei produttori. 

In conclusione, il documento sulle “linee guida” riporta alla voce “Smaltimento”: 

Tutti i materiali residui dalle operazioni di manipolazione dei chemioterapici antiblastici (mezzi protettivi, telini assorbenti, bacinelle, garze, cotone, fiale, flaconi, siringhe, deflussori, raccordi) devono essere considerati rifiuti speciali ospedalieri. Quasi tutti i chemioterapici antiblastici sono sensibili al processo di termossidazione (incenerimento), per temperature intorno ai 1000-c La termossidazione, pur distruggendo la molecola principale della sostanza, può comunque dare origine a derivati di combustione che conservano attività mutagena. È pertanto preferibile effettuare un trattamento di inattivazione chimica (ipoclorito di sodio) prima di inviare il prodotto ad incenerimento. Le urine dei pazienti sottoposti ad instillazioni endovescicali dovrebbero essere inattivate prima dello smaltimento, in quanto contengono elevate concentrazioni di principio attivo”.
Queste sostanze, che vengono sistematicamente iniettate nei malati, anche se incenerite a 1000°C conservano attività mutagena”.


Ma che razza di sostanze chimiche sono mai queste?
La spiegazione tra poche righe.
L’amara conclusione, che si evince dall’Istituto Superiore di Sanità, è che l’oncologia moderna per curare il cancro utilizza delle sostanze chimiche che sono cancerogene (provocano il cancro), mutagene (provocano mutazioni genetiche) e teratogene (provocano malformazioni nei discendenti).
C’è qualcosa che non torna:

perché ad una persona sofferente dal punto di vista fisico, psichico e morale, debilitata e sconvolta dalla malattia, vengono iniettate sostanze così tossiche? 

Questo apparente controsenso - se non si abbraccia l’idea che qualcuno ci sta coscientemente avvelenando - si spiega nella visione riduzionista e totalmente materialista che ha la Medicina, ma questo è un argomento che affronteremo più avanti. 
In Appendice sono stati pubblicati alcuni degli effetti collaterali (scritti nei bugiardini dalle lobby chimico-farmaceutiche che li producono) di circa trenta farmaci chemioterapici.
Uno per tutti: l’antineoplastico denominato Alkeran® (50 mg/10 ml: polvere e solvente per soluzione iniettabile che contiene come eccipiente: “acido cloridrico”) della GlaxoSmithKline. “Un alchilante analogo alla mostarda azotata”. Alchilante è un farmaco capace di combinarsi con gli elementi costitutivi della cellula provocandone la sua alterazione.[9]
Dal bugiardino si evince che questa sostanza chimica (usata nei malati tumorali), oltre a provocare la leucemia acuta (“è leucemogeno nell’uomo”), causa difetti congeniti nella prole dei pazienti trattati.
Alla voce “Eliminazione”, viene confermato quanto riportato sopra: “L’eliminazione di oggetti taglienti, quali aghi, siringhe, set di somministrazione e flaconi deve avvenire in contenitori rigidi etichettati con sigilli appropriati per il rischio.
Il personale coinvolto nell’eliminazione
(dell’Alkeran) deve adottare le precauzioni necessarie ed il materiale deve essere distrutto, se necessario, mediante incenerimento”.
Incenerimento, come abbiamo letto prima, alla temperatura di 1000-1200 gradi!
La spiegazione è che queste sostanze sono analoghe alle “mostarde azotate”. 

Il sito del Ministero della Salute italiano, alla voce “Emergenze Sanitarie”, si esprime così: Le mostarde azotate furono prodotte per la prima volta negli anni ’20 e ’30 come potenziali armi chimiche. Si tratta di agenti vescicatori simili alle mostarde solforate che si presentano in diverse forme e possono emanare un odore di pesce, sapone o frutta. Sono note anche con la rispettiva designazione militare HN-1, HN-2 e HN-3. Le mostarde azotate sono fortemente irritanti per pelle, occhi e apparato respiratorio. Sono in grado di penetrare nelle cellule in modo molto rapido e di causare danni al sistema immunitario e al midollo osseo (…) che si manifestano già dopo 3-5 giorni dall’esposizione, che causano anche anemia, emorragie e un maggiore rischio di infezioni. Quando questi effetti si presentano in forma grave, possono condurre alla morte”.[10]

 
Per “curare” il tumore oggi vengono utilizzati degli ‘agenti vescicanti’: prodotti militari usati nelle guerre chimiche.
Anche se la ”guerra al cancro” viene portata avanti con ogni mezzo dall’establishment, ritengo che ci sia un limite a tutto.

Mi asterrò dal recar danno e offesa.
Non somministrerò ad alcuno,
neppure se richiesto, un farmaco mortale.

[ Giuramento di Ippocrate ]  

giovedì 6 dicembre 2012

Mammografia: news da Mike Adams

Ho già espresso il mio parere sullo strumento diagnostico chiamato mammografia, e dopo poco tempo oggi mi sono imbattuta in questo articolo che ora pubblico qui esaudendo così anche la "preghiera di massima divulgazione" richiesta dall'autore.
Inoltre, cliccando sul link qui sotto potrete avere anche la possibilità di stampare l'articolo.

http://www.scribd.com/doc/115735775/STUDIO-SHOCK-Le-mammografie-sono-una-bufala-medica-INDUSTRIA-DEL-CANCRO
★★★★★★★★★★★★★★★★★★★★★★★★★★★★★★★★★★★★

DI MIKE ADAMS


Studio shock: Le mammografie sono una bufala medica, oltre un milione di donne americane danneggiate da “trattamenti” non necessari per tumori che non hanno mai avuto.


La mammografia è una crudele bufala medica. Come ho descritto qui su Natural News più di una volta, lo scopo principale della mammografia non è “salvare” donne dal cancro, ma reclutarle come falsi positivi per spaventarle e portarle a sottoporsi a trattamenti costosi e tossici come la chemioterapia, le radiazioni e la chirurgia.

Il “piccolo sporco segreto” dell'industria del cancro è che proprio gli stessi oncologi che terrorizzano le donne con la falsa credenza di avere un cancro sono quelli che realizzano enormi profitti vendendo loro i chemioterapici. Il conflitto di interessi e l'abbandono dell'etica nell'industria del cancro lascia senza fiato.

Ora, un nuovo studio scientifico ha confermato esattamente quello da cui ho messo in guardia i lettori per anni: la maggior parte delle donne con “diagnosi” di cancro tramite mammografia non hanno mai avuto il cancro, ed è solo l'inizio.


Il 93% delle “diagnosi precoci” non ha alcun beneficio per il paziente.


Questa è la conclusione del pionieristico studio pubblicato sul New England Journal of Medicine. (1)

“Abbiamo riscontrato che l'introduzione dello screening ha portato 1,5 milioni di donne alla diagnosi di cancro alla mammella in fase iniziale” scrive il co-autore dello studio Dr. Gilbert Welch.

Ora, a prima vista questa potrebbe sembrare una buona notizia. Potreste pensare “Beh, la diagnosi precoce salva delle vite, proprio come ci hanno detto Komen e le associazioni no-profit riguardo il cancro”. Ma sbagliereste. Come scoperto dal team del Dr. Welch, virtualmente non vi è stata riduzione degli stadi terminali del cancro alla mammella a partire da tutte queste diagnosi precoci, e questo significa che alla maggior parte delle donne a cui è stato detto di avere il cancro alla mammella dopo una mammografia è stato mentito.

Così continua il dottore:
“Abbiamo scoperto che ci sono state solo 0,1 milioni di donne in meno con una diagnosi di cancro alla mammella in fase terminale. La discrepanza significa che c'è stata molta diagnosi inutile ed esagerata: a più di un milione di donne è stato detto di avere un cancro in fase iniziale –molte delle quali hanno subito chirurgia, chemioterapia o radiazioni per un cancro che non le avrebbe mai fatte stare male. Anche se è impossibile sapere chi siano queste donne, il danno è evidente e serio".

Si, lo è. Infatti, se fate il calcolo, 0,1 milioni di donne in meno con un cancro in fase terminale rispetto ad 1,5 milioni di diagnosi precoci significa che si ha avuto un falso positivo nel 93% dei casi; questo significa che non si sarebbe in ogni caso arrivati alla fase di cancro terminale.


Chemioterapia, radiazioni e chirurgia oncologica sono in gran parte bufale.


Secondo quanto detto dagli scienziati, “il cancro alla mammella è stato over-diagnosticato (cioè sono stati trovati tumori in fase di screening ma questi non avrebbero mai portato a sintomi clinici) in almeno 1,3 milioni di donne americane negli ultimi 30 anni.”

Gli oncologi di queste donne hanno mentito: “se non acconsentite al trattamento, morirete entro sei mesi” (o due anni, o qualsiasi tipo di scansione fraudolenta essi usino).

Sotto la minaccia di questa paura, la maggior parte delle donne si piegava e acconsentiva a iniziare il trattamento – spesso nello stesso giorno della falsa diagnosi. Questo cosiddetto trattamento consiste in una iniezione di sostanze chimiche mortali che fanno la fortuna degli oncologi che le vendono ai loro stessi pazienti. Si, è così: le cliniche oncologiche e i centri di trattamento del cancro fanno profitti enormi sui chemioterapici che vendono ai loro pazienti – gli stessi pazienti che spaventano e dirigono verso il trattamento con mammografie falsamente positive.


Ignorando il quasi totale fallimento della mammografia da un punto di vista scientifico, la propaganda continua a spingere verso questa tecnica in maniera assordante. Come il Dr. Welch spiega in questo articolo del New York Times (2):

“Nessun altro test clinico è stato tanto pubblicizzato come la mammografia – gli sforzi sono andati oltre la persuasione e sono arrivati alla coercizione. E chi la proponeva ha usato le più fuorvianti statistiche di screening a disposizione: i tassi di sopravvivenza. Una recente campagna Komen esemplifica questo aspetto: in breve, dite a chiunque che ha il cancro, e i tassi di sopravvivenza aumenteranno a dismisura.”

Komen for the cure, ovviamente, è stata scoperta a mentire sui presunti “benefici” della mammografia (3). Il loro trucco statistico frega la maggior parte delle donne, tristemente, e le convince a subire chemioterapie tossiche per un cancro alla mammella che non hanno mai avuto.


Lo starnazzare dell'oncologia moderna.


Quando le donne iniziano una chemioterapia per un cancro che non hanno iniziano anche a sperimentare quello che gli oncologi chiamano “sintomi del cancro”. I capelli cadono. L'appetito scompare. I muscoli si atrofizzano. Diventano deboli, confuse e cronicamente stanche. Il dottore del cancro dice poi loro “devi essere forte per sopportare tutto questo mentre le medicine fanno effetto”.

Pure chiacchiere! Potreste fare meglio invocando il voodoo o semplicemente sperando di guarire. Perché tutto quel che gira attorno all'esperienza del cancro nella medicina moderna – la diagnosi, il trattamento, le autorità sanitarie è maliziosamente fabbricato per generare un profitto all'industria del cancro.


“Migliori” tecnologie portano a più falsi positivi.


Non c'è miglior esempio delle chiacchiere della medicina moderna che quello dell'industria del cancro. Armato con le ancora-più-precise macchine per la mammografia, il tasso di falsi positivi ha sfondato il soffitto.


Come il Dr. Welch scrive sul New York Times (4):

Sei anni fa, un follow up a lungo termine di un trial randomizzato mostrò come un quarto dei tumori riscontrati con lo screening fosse un caso di over-diagnosi. Questo studio rifletteva le potenzialità dei macchinari degli anni 80. I nuovi macchinari digitali riscontrano molte più anormalità e le stime dell'over-diagnosi sono salite compatibilmente: ora siamo probabilmente tra un terzo e metà dei tumori diagnosticati con questa metodica.


Capito la storia? Molte delle diagnosi di cancro da mammografia sono false. Ma sono un'ottima tecnica di terrorismo per trovare donne-adepte a quello che può solo che esser chiamato “culto del cancro” dove vengono manipolate fino ad auto avvelenarsi con le medicine. Verranno più tardi chiamate “sopravvissute al cancro”, se il veleno non riuscirà ad ucciderle.

Queste sopravvissute al cancro, ovviamente, sono vittime di un malizioso culto medico che io chiamo “culto di Komen”. In quasi tutti i casi non è stato il cancro ad ucciderle, ma il trattamento!


Il culto di Komen.


Le persone di oggi storcono il naso al suicidio di massa del 1978 del culto di Jim Jones pensando “come è possibile che i membri siano stati tanto stupidi da avvelenarsi a morte da soli?”

Guardatevi attorno gente, perché l'industria del cancro ha preso la stessa formula di quel culto e l'ha moltiplicata per un milione. Il “culto di Komen” è una versione moderna del culto suicida di Jim Jones. Si tratta di un culto dove le persone “credono” nella promessa di salvezza di un indottrinamento chimico ma che in realtà si vedono dare morte, dolore, sofferenza e umiliazione. (Molti chirurghi oncologici hanno letteralmente amputato mammelle a seguito di diagnosi falsamente positive, sfigurando quelle donne per il resto della vita)

Una delle caratteristiche chiave di questo culto è l'adorazione dell'auto-mutilazione. Non si tratta solo di donne che vengono manipolate fino a farsi amputare le mammelle dai chirurghi; si tratta anche di donne manipolate fino a farsi iniettare veleni mortali che distruggono i loro reni, i loro fegati e i loro cervelli. L'effetto collaterale numero 1 della chemioterapia, peraltro, è il cancro.

Come ogni culto, quello dell'industria del cancro spinge su una propaganda carica di contenuto emotivo e su simboli potenti (i fiocchi rosa). Milioni di donne vengono innocentemente intrappolate in manifestazioni e raccolte fondi, apparentemente senza indizio del fatto che la maggior parte dei soldi per le “cure” finisce col pagare altre mammografie e quindi altre false diagnosi che costringeranno ancora più donne a cadere nel racket.

Così, le stesse donne che partecipano alle raccolte fondi in questi eventi promossi dal culto dei fiocchi rosa, stanno partecipando a pagare le macchine per le mammografie che recluteranno altre donne nello stesso culto tramite diagnosi inutili seguite da “campagne di paura e terrore” portate avanti dagli oncologi. Quel che oggi l'industria del cancro sta facendo è, senza mezze misure, un crimine contro le donne. Si tratta anche di una forma di mutilazione culturale nei confronti delle donne, più o meno come abbiamo visto con gli Aztechi, i Maya e varie culture africane durante il corso della storia.

Il culto di Komen è un'operazione criminale? Quasi certamente.
Su base scientifica? Neanche per sogno.
Non esiste nulla di scientifico nella moderna industria del cancro se non la scientifica manipolazione delle paure e delle emozioni femminili. Quel che manca a Komen e all'industria in campo etico, scientifico o dei fatti viene ampiamente bilanciato dalle tattiche di influenzamento linguistico, di coercizione e di delibera menzogna sui benefici della mammografia.

L'industria del cancro non è un business della cura del cancro, in fin dei conti; di fatto è il business della propaganda del culto del cancro. Come spiega il Dr.Welch:

“I sostenitori dello screening incoraggiano il pubblico a credere in due cose false e conosciute come tali. Primo, che ogni donna che ha avuto il cancro diagnosticato con una mammografia ha avuto la sua vita salvata (pensate a quelle T-shirt con scritto “La mammografia salva le vite. Io ne sono la prova”). La verità è che queste “sopravvissute” sono molto più probabilmente vittime di over-diagnosi.

Così, tutte quelle donne che marciano indossando le T-Shirt rosa che dicono “la mammografia salva la vita” stanno in realtà dichiarandosi come vittime incoscienti di una campagna scientifica mirata alle donne e tesa a spaventarle e portarle verso trattamenti che non necessitano e che le mutileranno con farmaci tossici o bisturi chirurgici.

Se quelle magliette dicessero la verità, dovrebbero dire “Sono sopravvissuta all'industria del cancro”

La grande domanda in tutto questo, ovviamente, è: per quanto tempo la cultura occidentale continuerà a vivere sotto l'influenza del culto di Komen? Quanti altri milioni di donne dovranno sacrificarsi sotto le chiacchiere della mammografia e la truffa dell'oncologia moderna?

Ma soprattutto, perché le famiglie consentono alle loro madri, figlie, zie e nonne di essere avvelenate e mutilate proprio davanti ai loro occhi standosene sedute ascoltando le finte autorità mediche che di fatto praticano nulla più che chiacchiere?

L'oncologia moderna è il medioevo della medicina occidentale.

Verrà il giorno, come ho predetto più volte, in cui la moderna pratica della chemioterapia verrà relegata nei libri di storia come malasanità insieme al respirare vapori di mercurio o al rimuovere chirurgicamente organi del corpo per curare malattie psichiatriche. Fino a quel giorno, un numero incalcolabile di donne innocenti verrà ingannato e portato alla mutilazione, all'intossicazione chimica e alle radiazioni da dottori malvagi che francamente non si interessano minimamente di quante donne mutilano o uccidono fintanto che questo viene loro rimborsato.

Questa è la verità sull'industria del cancro che non sentirete da Komen (ne da qualsiasi altro adepto del culto del fiocco rosa).

La conclusione dagli autori dello studio.

Nonostante il sostanziale incremento delle diagnosi di cancro alla mammella in fase iniziale, lo screening mammografico ha solo marginalmente ridotto il numero di donne che si presentano con un cancro avanzato. Anche se non è chiaro quali fossero le donne realmente affette, questo squilibrio suggerisce una sostanziale over-diagnosi in circa un terzo delle nuove diagnosi e che lo screening ha, nella migliore delle ipotesi, solo un minimo effetto sui tassi di morte da carcinoma alla mammella.


Mike Adams


Fonte: www.naturalnews.com
Link: http://www.naturalnews.com/038099_mammograms_false_positives_overdiagnosis.html

27.11.2012

PS: vi segnalo un blog che ho trovato interessante e vi dico subito che non parla specificamente di mammografia ma specialmente delle convinzioni con le quali ognuno di noi affronta la vita e le sue "sorpresine" http://www.riccamente.blogspot.com/2011/10/possiamo-compiere-miracoli-cambiando-le.html?spref=fb