Si chiama Jack Andraka, ha quindici anni e frequenta il secondo anno di liceo a Crownville, nel Maryland. E' l'inventore di un nuovo metodo diagnostico che potrebbe rappresentare un passo decisivo nella lotta e nella cura dei tumori, soprattutto per quel che riguarda la determinazione precoce della malattia e quindi le possibilità di guarigione.
Alla International Science and Engineering Fair (ISEF), tenutasi a PIttsburg nel Maggio 2012, Jack ha ricevuto il primo premio
di 75.000 dollari, per quella che è stata considerata una ricerca
davvero straordinaria e rivoluzionaria. Un premio conteso tra i
tantissimi ragazzi e ragazze provenienti da 70 paesi differenti, tutti
con talento da vendere e rigorosamente under 19, che hanno presentato incredibili invenzioni nei più disparati campi, dalla robotica alle scienze ambientali.
Ma quello che ha più colpito del progetto vincitore, è stata la "facilità e la semplicità" con cui si può giungere ad una diagnosi sicura. Secondo quanto riportato anche dalla prestigiosa rivista americana Forbes,
"il progetto di Jack è 160 volte più veloce, 100 volte meno costoso, e
400 volte più sensibile dei precedenti test per la diagnosi del cancro,
come ad esempio l'ELISA".
In pratica, si tratta di un test cartaceo,
una striscia diagnostica capace di misurare i livelli di mesotelina, un
biomarcatore del cancro al pancreas, presente nel sangue. Questa
striscia viene immersa in una soluzione di nanotubi di carbonio e sulla
sua superficie viene aggiunto il sangue del paziente. Alla fine viene
tutto analizzato dal dispositivo inventato da Andraka, una specie di 'iPod' medico - dice, che ne misura il contenuto.
Alti livelli di mesotelina si
riscontrano non solo in caso di tumore al pancreas ma anche alle ovaie e
ai polmoni e tracce di questo marker possono essere rilevate anche
prima che il cancro diventi maligno, nelle cosiddette lesioni precoci. "Questo
significherebbe far salire di molto il tasso di sopravvivenza,
portandolo vicino al 100%, - spiega Andraka. E per una malattia che
porta via circa 40.000 persone all'anno, è molto".
Il sensore costa 3 centesimi
e possono essere effettuati dieci test per ogni stringa, e ogni test
richiede 5 minuti. La pluripremiata invenzione potrebbe essere
utilizzata per diagnosticare la presenza anche di altri tumori
diversi da quello al pancreas, o di malattie quali tubercolosi o HIV,
prendendo come riferimento altri biomarcatori, anche se il tutto è
ancora in fase di sperimentazione.
Pochi probabilmente pensavano che l'idea
di questo ragazzo poco più che quindicenne potesse veramente
rappresentare una svolta decisiva nella lotta ai tumori e alle malattie
che affliggono ancora il genere umano nel ventunesimo secolo. Prima di
ricevere l'aiuto del Dr Anirban Maitra, docente di
oncologia e patologia alla Johns Hopkins University, l'unico ad
accettare che il ragazzo potesse utilizzare i laboratori dell'Università
per le sue ricerche, Jack ha dovuto incassare 197 rifiuti da altri
illustri professori che non scommettevano un centesimo sul suo progetto.
Adesso spera che il suo dispositivo venga utilizzato in ogni studio medico del mondo, ed ha ricevuto già diverse richiesta da multinazionali americane
pronte ad acquistare la sua tecnologia. Tra le possibili ipotesi anche
quella di aprire un'azienda tutta sua per promuovere e commercializzare
l'invenzione, ma ancora non ha le idee ben chiare in merito. Su di una
cosa è però sicuro: "Continuerò le mie ricerche alla John Hopkins
University. Ciò che mi motiva è che 100 persone muoiono ogni giorno per
il cancro al pancreas. E così, quando lavoro, il mio pensiero va a quei
100."