Se non mettiamo la Libertà delle Cure mediche nella Costituzione, verrà il tempo in cui la medicina si organizzerà, piano piano e senza farsene accorgere, in una Dittatura nascosta. E il tentativo di limitare l'arte della medicina solo ad una classe di persone, e la negazione di uguali privilegi alle altre arti, rappresenterà la Bastiglia della scienza medica.
Benjamin Rush, firmatario della Dichiarazione d'Indipendenza USA, 17 Settembre 1787

mercoledì 3 maggio 2017

Dr. Ermanno Leo: oncologo vs chemioterapia

Dr. Ermanno Leo: “Tutti sanno che la soluzione del cancro non sarà la chemioterapia. E’ un affare nelle mani delle multinazionali del farmaco”

ermanno leo

 Il Prof. Ermanno Leo è un oncologo e chirurgo italiano, direttore dell’Unità Operativa di Chirurgia dell’Apparato Digerente Colon-Retto dell’istituto dei Tumori di Milano.


E’ una delle eccellenze italiane elogiato in tutto il mondo per aver sviluppato 25 anni fa una innovativa tecnica chirurgica nel trattamento del cancro al colon-retto. Infatti in assenza di essa i pazienti sono costretti a portare i segni di una mutilazione irreversibile, il famigerato sacchettino sull’addome. Grazie alla collaborazione con colleghi francesi, l’equipe del Dr. Ermanno Leo ha realizzato un programma innovativo che trova oggi consenso scientifico ad ogni livello grazie alla tecnica operatoria di tipo conservativo che mantiene l’integrità dell’organo.
Insomma è una personalità che per 40 anni ha avuto a che fare con il cancro e conosce quello di cui sta parlando. In una recente conferenza ha parlato chiaro: le multinazionali del farmaco di fatto bloccano la ricerca e ci costringono a combattere con i vecchi strumenti, tra i quali, appunto, la chemioterapia.
“Tutti sanno che la soluzione del cancro non sarà la chemioterapia.”
Ecco alcuni estratti del suo intervento alla conferenza:
“Io sono qui quasi per fare un mea culpa come oncologo, ma se dovessimo paragonare e confrontare ciò che ho sentito oggi che di encomiabile tecnologico è avvenuto nell’oncologia sono profondamente deluso e rendo omaggio a chi non ce l’ha fatta e a chi in questo momento non ce la sta facendo.
A me interessa un dato, poi tutti sappiamo che i giochi statistici si possono manipolare e fare: in Italia ci sono ogni anno quasi 180.000 morti di cancro, se questo è il segno di un successo io vado ai giardini pubblici.
Il timore mio, e me ne assumo totalmente la responsabilità, è che il cancro in questi decenni sia diventato un affare insieme alle guerre.
Il tumore al colon-retto, di cui mi occupo e di cui si conoscono tutti i precursori, è l’unico che potrebbe scomparire dalla faccia della terra, se ne ammalano ogni anno 50.000 persone con 25.000 morti l’anno. Se si facesse una colonscopia a tutti gli italiani sopra i 45-50 anni non ci sarebbe più la malattia perché si andrebbero ad asportare le forme ancora benigne e evitare la trasformazione in maligna così da non ricorrere al potere delle multinazionali.
Io lo dico senza vergogna, ma queste persone ormai gestiscono il problema farmaco fregandosene che i morti non sono assolutamente diminuiti e anzi, perché il problema è che tutti sanno che la soluzione del cancro non sarà legata alla chemioterapia. Bisognerà cambiare completamente registro.”
Se vogliamo dare alcuni dati sulle multinazionali del farmaco (bigpharma). 600 miliardi di dollari sono le vendite delle prime 50 aziende farmaceutiche nel 2013 che equivale al PIL aggregato di 82 paesi, praticamente la metà del mondo.
“Quindi il dramma è questo che bisogna avere il coraggio di dire io sono scandalizzato ma sapete quante società medico-scientifiche esistono in Italia? 800! Ma sono tutti scienziati?? E’ una cosa folle! Per il cancro non conosciamo i meccanismi ( che ne sono alla base) ed alla gente non si dice la verità.
Un mio amico di cui non posso fare il cognome mi ha detto che non siamo preoccupati della fuga dei cervelli all’estero ma degli imbecilli che restano qua. E’ una cosa abbastanza allucinante. Mi scrive un mio amico che è stato pochi giorni fa ad un congresso importante a Washington dove prima di ogni relazione al congresso è obbligatorio rendere palese le sovvenzioni che ricevono dalle case farmaceutiche.
Io per sfida, quasi per disperazione, scrissi ai miei collaboratori all’amministrazione dicendo che da ora in avanti i medici non dovrebbero andare a più di due congressi l’anno, scegliendo i migliori. Successe un finimondo! Perché voi dovete sapere che le multinazionali assoldano, soprattutto la parte medica particolare che utilizza i loro farmaci, per cui li devono mandare in giro a fare da sponsor, con risultati spesso manipolati! Perché se noi dovessimo sommare tutte le notizie giornalistiche che enfatizzano tutte le scoperte che sembrano aver trovato il rimedio, ora dovremmo aver debellato la malattia.. c’è qualcosa che non va!
Una società seria, vale in politica, economia ma soprattutto sulla salute, si pone degli obiettivi, approva dei progetti, ma dopo due anni chiamo il progettista, il cosiddetto scienziato, e gli chiede dove sei arrivato. Se il progetto ha una prospettiva io te l’ho foraggio mille volte, ma se non porta da nessuna parte ed è solo frutto e mezzo perché tu a possa acquisire un posto socialmente utile sulla salute, non lo accetto! Non te ne faccio una colpa, ci hai provato, ma cambiamo registro. Ci sono troppi progetti volti al mantenimento di un posto di lavoro.
Manca il sistema di controllo che dice la ricerca è fondamentale ma mi dovete dire dove state andando!
Guardate che noi siamo salvi, come generazione, per due persone: Fleming che scopre la penicillina, tanti nostri genitori sono morti per una banale polmonite, e non l’ha scoperta con i soldi di bigpharma ma con il cervello! L’altro grande personaggio della storia è Albert Sabin perché altrimenti oggi molti sarebbero qui con le stampelle o le sedie a rotelle, e l’ha fatto senza approfittarsi del 455 che oggi dilaga approfittandosi della generosità degli italiani che danno soldi ma non si è mai capito dove vanno a finire, perché non c’è un resoconto!
Oggi in Italia si ammalano 400.000 persone di cancro e continuiamo a scambiarlo per una malattia ma sono almeno mille malattie che si comportano in maniera una diversa dall’altra anche se sembrano uguali dal punto di vista biologico.
In Italia vi è una professione, quella degli scienziati, che non esiste, una laurea in “scienzologia”, che non esiste, come non esiste l’ordine degli scienziati. Ma veramente torna il discorso che non sono quelli scappati ma quei quattro pirla rimasti?? Ditemi come si fa ad essere denominati scienziati, come possano aver codificato una nuova professione che è quella degli “scienziati”.

Ecco il video integrale dell’intervento del Dr. Ermanno Leo

 https://youtu.be/Qatq5ir4rK4

(postato da Riccardo Lautizi su DIONIDRIM)