Se non mettiamo la Libertà delle Cure mediche nella Costituzione, verrà il tempo in cui la medicina si organizzerà, piano piano e senza farsene accorgere, in una Dittatura nascosta. E il tentativo di limitare l'arte della medicina solo ad una classe di persone, e la negazione di uguali privilegi alle altre arti, rappresenterà la Bastiglia della scienza medica.
Benjamin Rush, firmatario della Dichiarazione d'Indipendenza USA, 17 Settembre 1787

sabato 20 settembre 2014

Radioterapia stereotassica

Cos’è?
La radioterapia stereotassica corporea (SBRT, Stereotactic Body Radiation Therapy) è una innovativa tecnica radioterapica non invasiva che permette di inviare una elevata dose di radiazioni direttamente sul volume tumorale con estrema accuratezza e precisione, provocandone la morte cellulare (necrosi). Tale tecnica viene eseguita in regime ambulatoriale e non richiede alcun tipo di anestesia, il paziente non è in nessun momento radioattivo e può proseguire la sua normale vita familiare. Viene effettuata una seduta quotidiana, indolore. Generalmente un ciclo è composto da 1 a 6 sedute.

Come viene effettuata?
1. La fase pre-trattamento prevede:
   - la preparazione di un sistema di immobilizzazione esterno (maschera termoplastica, cuscino personalizzato ad aria compressa) della parte del corpo interessata molto ben tollerabile, senza l’uso di metodiche invasive
    - l’effettuazione di una TAC e/o PET o RMN di simulazione, cioè del paziente in posizione di trattamento, durante la quale vengono acquisite le immagini per l’elaborazione del piano di cura personalizzato

2. La fase di trattamento prevede una seduta quotidiana di radiochirurgia per un massimo di 6 sedute, indolori e della durata effettiva di pochi minuti. Potrà essere valutata dal medico una medicazione quotidiana con farmaci per ridurre gli effetti infiammatori sul tessuto irradiato durante e dopo il trattamento.

In quali tumori è indicata?
La radiochirurgia stereotassica corporea (SBRT) è un trattamento che si può utilizzare per la cura di:
    tumori primitivi e metastasi del polmone
    tumori primitivi e metastasi del fegato
    tumori del pancreas
    tumori della prostata
    metastasi dei linfonodi dell’addome o della pelvi
    trombi neoplastici vascolari

Chi dà l’indicazione al trattamento?
L’indicazione al trattamento viene data dallo specialista in Radioterapia dopo un consulto con il paziente durante il quale vengono effettuate:
    la raccolta della storia clinica del paziente
    la valutazione del quadro clinico e degli esami strumentali (TAC, RMN, PET)
    la valutazione di rischi e benefici dell’eventuale trattamento

 
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domanda estrapolata da una intervista alla dott.ssa Patrizia Olmi (Istituto Nazionale dei Tumori di Milano) pubblicata su http://www.corriere.it/salute/sportello_cancro/articoli/2004/05_Maggio/06/radioterapia_intervista.shtml il 7 maggio 2004)

"conformazionale" e con tecnica "stereotassica". Che cosa significa?
La radioterapia, per esplicare la sua azione "tumoricida", si avvale di radiazioni ionizzanti (radiazioni in grado, cioè, di danneggiare il DNA delle cellule, n.d.r.), che vengono utilizzate attraverso diverse tecniche. Fra quelle più moderne ci sono, appunto, la conformazionale tridimensionale e la tecnica stereotassica, che permettono di focalizzare la dose delle radiazioni esattamente sulla lesione, risparmiando al massimo i tessuti sani circostanti che non vogliamo irradiare. L'informatica al servizio della radioterapia oggi ci fa conoscere in modo molto preciso la dose che viene data sia all'interno del volume tumorale che intorno ad esso, soprattutto nelle sedi definibili come "organi a rischio". E tutto questo migliora le possibilità di guarigione del paziente, diminuendo gli effetti collaterali.

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Premessa, tratta da:
http://www.emicenter.it/emicenter/radioterapia_stereotassica_cerebrale

"La Stereotassi sfrutta i rapporti tra lo spazio tridimensionale occupato da strutture o lesioni intracraniche e un sistema esterno di riferimento, al fine di guidare con precisione strumenti di vario tipo su bersagli prestabiliti.
L'intenzione dell'ideatore della Radioterapia Stereotassica, dottor Leksell, era di utilizzare la metodica anche in campo terapeutico, oltre che diagnostico (biopsie) al fine di colpire le cellule neoplastiche con dosi altissime di radiazioni, salvaguardando al contempo i tessuti sani circostanti. Per arrivare a tanto si è dovuto però aspettare l'avvento dei primi acceleratori lineari, alla fine degli anni Sessanta, e i loro successivi affinamenti tecnologici negli anni Ottanta: ecco allora che in poli di ricerca come Boston negli Stati Uniti, e Vicenza in Italia, viene sviluppata la tecnica di irradiazione stereotassica mediante acceleratore lineare."

"Descritta in maniera così semplice, la Radioterapia Stereotassica può apparire una tecnica banale: in realtà  richiede un alto livello di competenza, grande organizzazione e un approccio rigorosamente interdisciplinare: radioterapisti, fisici sanitari, neuroradiologi e neurochirurghi agiscono a stretto contatto.
Nella Radioterapia Stereotassica può essere sufficiente una sola seduta (Radiochirurgia) o è necessario frazionare la dose erogata in più sedute. Il grosso passo avanti è che in questo modo è possibile intervenire su masse neoplastiche profonde, prima irraggiungibili con il bisturi, a causa del rischio di lesionare importanti aree cerebrali limitrofe e, ancora, si possono curare tumori a lenta crescita, che non raggiungono grosse dimensioni e che sono quindi difficili da trattare con la chirurgia. Con la Radioterapia Stereotassica diventa possibile curare il "molto piccolo" e il "molto profondo".
Ma anche sulle masse di dimensioni più grosse la nuova tecnica può essere applicata, in collaborazione con il neurochirurgo: se quest'ultimo asporta in maniera incompleta una neoplasia, ad esempio per non indurre danni neurologici gravi, poi può essere indicata la Radioterapia Stereotassica a completare l’approccio terapeutico, là  dove il bisturi da solo potrebbe invece provocare danno collaterale eccessivo."

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