Se non mettiamo la Libertà delle Cure mediche nella Costituzione, verrà il tempo in cui la medicina si organizzerà, piano piano e senza farsene accorgere, in una Dittatura nascosta. E il tentativo di limitare l'arte della medicina solo ad una classe di persone, e la negazione di uguali privilegi alle altre arti, rappresenterà la Bastiglia della scienza medica.
Benjamin Rush, firmatario della Dichiarazione d'Indipendenza USA, 17 Settembre 1787

sabato 28 settembre 2013

Il test diagnostico di Jack Andraka

Si chiama Jack Andraka, ha quindici anni e frequenta il secondo anno di liceo a Crownville, nel Maryland. E' l'inventore di un nuovo metodo diagnostico che potrebbe rappresentare un passo decisivo nella lotta e nella cura dei tumori, soprattutto per quel che riguarda la determinazione precoce della malattia e quindi le possibilità di guarigione.

Alla International Science and Engineering Fair (ISEF), tenutasi a PIttsburg nel Maggio 2012, Jack ha ricevuto il primo premio di 75.000 dollari, per quella che è stata considerata una ricerca davvero straordinaria e rivoluzionaria. Un premio conteso tra i tantissimi ragazzi e ragazze provenienti da 70 paesi differenti, tutti con talento da vendere e rigorosamente under 19, che hanno presentato incredibili invenzioni nei più disparati campi, dalla robotica alle scienze ambientali.
Ma quello che ha più colpito del progetto vincitore, è stata la "facilità e la semplicità" con cui si può giungere ad una diagnosi sicura. Secondo quanto riportato anche dalla prestigiosa rivista americana Forbes, "il progetto di Jack è 160 volte più veloce, 100 volte meno costoso, e 400 volte più sensibile dei precedenti test per la diagnosi del cancro, come ad esempio l'ELISA".

In pratica, si tratta di un test cartaceo, una striscia diagnostica capace di misurare i livelli di mesotelina, un biomarcatore del cancro al pancreas, presente nel sangue. Questa striscia viene immersa in una soluzione di nanotubi di carbonio e sulla sua superficie viene aggiunto il sangue del paziente. Alla fine viene tutto analizzato dal dispositivo inventato da Andraka, una specie di 'iPod' medico - dice, che ne misura il contenuto.
Alti livelli di mesotelina si riscontrano non solo in caso di tumore al pancreas ma anche alle ovaie e ai polmoni e tracce di questo marker possono essere rilevate anche prima che il cancro diventi maligno, nelle cosiddette lesioni precoci. "Questo significherebbe far salire di molto il tasso di sopravvivenza, portandolo vicino al 100%, - spiega Andraka. E per una malattia che porta via circa 40.000 persone all'anno, è molto".

Il sensore costa 3 centesimi e possono essere effettuati dieci test per ogni stringa, e ogni test richiede 5 minuti. La pluripremiata invenzione potrebbe essere utilizzata per diagnosticare la presenza anche di altri tumori diversi da quello al pancreas, o di malattie quali tubercolosi o HIV, prendendo come riferimento altri biomarcatori, anche se il tutto è ancora in fase di sperimentazione.

Pochi probabilmente pensavano che l'idea di questo ragazzo poco più che quindicenne potesse veramente rappresentare una svolta decisiva nella lotta ai tumori e alle malattie che affliggono ancora il genere umano nel ventunesimo secolo. Prima di ricevere l'aiuto del Dr Anirban Maitra, docente di oncologia e patologia alla Johns Hopkins University, l'unico ad accettare che il ragazzo potesse utilizzare i laboratori dell'Università per le sue ricerche, Jack ha dovuto incassare 197 rifiuti da altri illustri professori che non scommettevano un centesimo sul suo progetto.
Adesso spera che il suo dispositivo venga utilizzato in ogni studio medico del mondo, ed ha ricevuto già diverse richiesta da multinazionali americane pronte ad acquistare la sua tecnologia. Tra le possibili ipotesi anche quella di aprire un'azienda tutta sua per promuovere e commercializzare l'invenzione, ma  ancora non ha le idee ben chiare in merito. Su di una cosa è però sicuro: "Continuerò le mie ricerche alla John Hopkins University. Ciò che mi motiva è che 100 persone muoiono ogni giorno per il cancro al pancreas. E così, quando lavoro, il mio pensiero va a quei 100."

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