Se non mettiamo la Libertà delle Cure mediche nella Costituzione, verrà il tempo in cui la medicina si organizzerà, piano piano e senza farsene accorgere, in una Dittatura nascosta. E il tentativo di limitare l'arte della medicina solo ad una classe di persone, e la negazione di uguali privilegi alle altre arti, rappresenterà la Bastiglia della scienza medica.
Benjamin Rush, firmatario della Dichiarazione d'Indipendenza USA, 17 Settembre 1787

sabato 9 gennaio 2016

Kefir di latte: il miglior probiotico al mondo

Kefir di latte: il miglior probiotico al mondo
Dopo aver parlato del Kombucha, un’antica bevanda considerata un vero e proprio Elisir di lunga vita,  oggi vorrei parlarti di un’altro alimento estremamente nutriente e salutare: Il Kefir di latte.

Si tratta di uno degli alimenti dal più alto valore biologico presente oggi in natura. Il Kefir di latte è un vero e proprio concentrato di microorganismi buoni (probiotici), capaci di raggiungere illesi l’intestino arricchendo la flora batterica, migliorandone la funzionalità e potenziando le difese immunitarie di cui l’intestino è il maggior responsabile.
Il Kefir ha una storia millenaria alle sue spalle e i popoli del Caucaso, che lo utilizzano da tempo immemore, sono di fatto tra i più longevi del Pianeta. Il motivo? Nessuno lo sa con certezza, ma sono in molti a credere che il Kefir abbia avuto un ruolo cruciale.
Tra questi illustri studiosi come il Prof. Drasek, il Prof. Menkiv e il premio nobel Ilya Ilitch Metchnikov, che hanno documentato come gli abitanti delle regioni caucasiche non conoscano tubercolosi, cancro né disturbi intestinali, considerando il Kefir come uno dei principali fattori chiave della loro salute di ferro.

Ma che cos’è il Kefir di latte?

La parola Kefir deriva dall’armeno keif che significa benessere.
Si tratta di una bevanda fermentata contenente una gran moltitudine di ceppi di lieviti e batteri benefici (in relazione simbiotica) che gli conferiscono diverse proprietà interessanti per la salute umana.

Kefiran di latte
granuli di kefir
Il Kefir di latte si ricava dalla fermentazione del latte animale (di mucca, pecora, capra, ecc..). Il latte viene fatto fermentare con l’ausilio di uno starter, o meglio dei fermenti. Si tratta dei granuli di Kefir (anche detti Kefiran), costituiti da fermenti lattici e lieviti agglomerati insieme in una struttura particolare biancastra e gelatinosa. Ancora oggi nessuno sa con precisione da dove derivano e come si formino questi granuli. Infatti non è mai stato possibile ricostruire in laboratorio il granulo di Kefir a partire dalla microflora che lo compone.
Il finale della fermentazione è una bevanda dalla consistenza cremosa, dall’aspetto simile allo yogurt, ma leggermente più acido, frizzantino e lievemente alcolico (0.1 – 0.5 %). Le caratteristiche del Kefir di latte può variare in base al tipo di latte utilizzato e in relazione al tempo di fermentazione (in genere tra le 24 e le 48 ore). 

Fermenti vivi

Ciò che rende incredibilmente salutare questa bevanda è l’elevatissima concentrazione di probiotici e prebiotici.
Infatti il Kefir di latte contiene oltre 30 differenti specie di fermenti vivi suddivisi tra Lattobacilli, Lattococchi-Streptococchi, Acetobatteri e lieviti e sono tantissimi se li si confronta con il comune Yogurt, contenente solo due ceppi batterici che sono il Lactobacillus Bulgaricus e lo Streptococcus Termophilus.
I fermenti vivi del Kefir riescono a raggiungere illesi l’intestino, colonizzando e migliorando sensibilmente la flora batterica qui presente e contrastando l’attività patogena dei batteri antagonisti.
Questi in buona sostanza sono i fermenti vivi che possono formarsi* nel Kefir di latte: 

Lactobacilli (62-69%)
  • Lactobacillus acidophilus
  • Lactobacillus brevis
  • Lactobacillus casei
  • Lactobacillus casei subsp. rhamnosus
  • Lactobacillus casei subsp. pseudoplantarum
  • Lactobacillus paracasei subsp. paracasei
  • Lactobacillus cellobiosus
  • Lactobacillus delbrueckii subsp. bulgaricus
  • Lactobacillus delbrueckii subsp. lactis
  • Lactobacillus fructivorans
  • Lactobacillus helveticus subsp. lactis
  • Lactobacillus hilgardii
  • Lactobacillus kefiri
  • Lactobacillus kefiranofaciens
  • Lactobacillus kefirgranum sp. nov
  • Lactobacillus parakefir sp. nov
  • Lactobacillus lactis
  • Lactobacillus plantarum

Lactococchi e Streptococchi (11-12%)

  • Lactococci lactis subsp. lactis
  • Lactococci lactis var. diacetylactis
  • Lactococci lactis subsp. cremoris
  • Lactococci mesenteroide
  • Streptococci salivarius subsp. thermophilus
  • Streptococci lactis
  • Enterococcus durans
  • Leuconostoc cremoris
  • Leuconostoc mesenteroides

Lieviti (16-20%)

  • Candida kefir
  • Candida pseudotropicalis
  • Candida rancens
  • Candida tenuis
  • Debaryomyces hansenii
  • Kluyveromyces lactis
  • Kluyveromyces marxianus var. marxianus
  • Kluyveromyces bulgaricus
  • Kluyveromyces fragilis/marxianus
  • Saccharomyces subsp. torulopsis holmii
  • Saccharomyces carlsbergensis
  • Saccharomyces unisporus
  • Zygosaccharomyces rouxii

Acetobatteri

  • Acetobacter aceti
  • Acetobacter rasens
*Va detto Kefir di latte prodotto in casa può contenere una differente composizione di fermenti. Infatti, i vari ceppi possono essere o meno presenti a seconda dell’origine dei granuli.

Benefici del Kefir di latte

Per tradizione secolare, il Kefir di latte è considerato un latte fermentato con ottime proprietà probiotiche salutistiche. Si attribuiscono ad esso effetti favorevoli nel prevenire, come anche nel risolvere, gastriti, diarrea, malattie intestinali nei bambini e problemi di digestione nelle persone anziane, sino a determinare effetti favorevoli sull’apparato circolatorio e sul sistema nervoso.
Si può ancora aggiungere che la presenza di anidride carbonica e sali di calcio facilita la diuresi e che l’acidità e la caratteristica microflora stimolano la salivazione, la secrezione di enzimi nello stomaco e migliora la peristalsi intestinale.
Nei paesi orientali, in particolare in Russia, il Kefir di latte è tenuto in grande considerazione negli ospedali e viene incluso nelle diete dei pazienti affetti da dismetabolismi intestinali e generali, ipertonicità, aterosclerosi e allergie. Infine, al pari del kumys (latte fermentato acido-alcoolico ottenuto con latte di cavalla), il Kefir viene considerato un buon rimedio supplementare nel trattamento della tubercolosi. 

Adatto anche agli intolleranti al lattosio

Innanzitutto va detto che i granuli di Kefir si nutrono di lattosio, per cui il prodotto finale avrà una percentuale di lattosio molto basso. Inoltre nel processo di fermentazione viene prodotto l’enzima lattasi, che è quell’enzima deputato della digestione del lattosio che manca in tutti quei soggetti che sono intolleranti al latte (circa un 80% della popolazione adulta). Per cui anche chi è intollerante al latte può digerire senza alcun problema il Kefir di latte. Non solo, le sostanze contenute nella bevanda sono utili anche perché migliorano la digiribilità degli altri cibi e non soltanto del Kefir stesso. 

yogurt e latte di kefir
consistenza simile allo yogurt
Migliora la flora intestinale

Come già accennato il Kefir di latte è un concentrato di probiotici, in grado di resistere all’attacco dei succhi gastrici e arrivare dunque illesi nell’intestino, dove arricchiscono e migliorano la flora intestinale riequilibrandola e apportando innumnerevoli benefici:
  • Regolarità intestinale: la  regolare assunzione di Kefir regola la funzionalità dell’intestino, garantendo una valida protezione sia contro la stitichezza che contro la diarrea, entrambi dei disturbi conseguenti allo squilibrio della microflora intestinale.
  • Potenzia le difese immunitarie: l’organismo da solo non è in grado di sintetizzare le vitamine, ma le procura tramite la flora intestinale. Le vitamine sono a loro volta fondamentali per il buon funzionamento del sistema immunitario. Inoltre alcuni studi hanno dimostrato che i probiotici  presenti nel Kefir di latte sono in grado di stimolare alcune popolazioni linfocitarie deputate al riconoscimento e alla distruzione di cellule cancerogene, o agenti patogeni (cellule NK e macrofagi);
  • Previene e contrasta la formazione della Candida e Cistite: il tratto genito urinario, specialmente nelle donne, ospita molti microrganismi “buoni” e anche qui i probiotici del Kefir hanno un ruolo  importante nel prevenire e talvolta nel curare casi di Candida albicans e cistite, quest’ultima provocata nella maggior parte dei casi da una maggiore concentrazione di E. coli che, normalmente può diventare patogeno ad elevate concentrazioni. I probiotici agiscono  per competizione, producendo molecole antibiotiche selettive, che inibiscono la crescita e la proliferazione di altri batteri e microrganismi patogeni.

Ricco di vitamine B9 e B12

Il Kefir ricavato dal latte intero ha più o meno lo stesso potere calorico del latte di provenienza.
La fermentazione non modifica significativamente il contenuto calorico, ma piuttosto la composizione di certi nutrienti. Se da una parte Il Kefir di latte presenta una quantità inferiore di lattosio e di alcune vitamine, dall’altra avremo un contenuto piuttosto alto di vitamina B12 (cobalanina) e B9 (acido folico). Rimangono invece inalterati i sali minerali.
La vitamina B12 è molto importante per la sintesi dell’emoglobina. È necessaria al metabolismo del tessuto nervoso, delle proteine, dei grassi e dei carboidrati. Inoltre regola l’assunzione del ferro da parte dell’organismo e fissa la vitamina A nei tessuti. Una sua carenza comporta seri disturbi neurologici e comportamentali e può inoltre portare a forme di anemia.
La vitamina B9, meglio nota come acido folico è importantnissima per la sintesi del DNA e delle proteine e per la formazione dell’emoglobina, ed è fondamentale per la corretta crescita dell’embrione. La presenza di vitamina B9 è indispensabile per equilibrare i livelli di omocisteina, amminoacido associato a malattie cardiovascolari e infarti. Per la sua azione di protezione dei tessuti che andranno a formare il feto, risulta importante per la prevenzione di difetti congeniti (diabete, malformazioni, anemie).

Come si prepara?

 

come fare il kefir di latte
gli attrezzi del "mestiere"
Vediamo ora come puoi prepararti da solo in casa il Kefir di latte.
Per prima cosa bisogna procurarsi lo starter, ovvero i granuli di Kefir per far fermentare il latte. Senza i granuli non è possibile produrre il Kefir. Continuando la lettura scoprirai come procurarti questi granuli.
Poi c’è bisogno anche di:
  • un contenitore in vetro dalla capienza di 1 litro e mezzo circa, con un ampia imboccatura per facilitare la pulizia;
  • una bacinella larga, di plastica, o di vetro, per l’operazione di filtraggio del Kefir
  • un colino di plastica o in acciaio inox (altri tipi di metallo sono proibiti) a maglie fitte
  • un cucchiaio di plastica
  • uno o più contenitori in vetro, in cui versare il Kefir di latte, ottenuto dopo la fermentazione
  • un litro di latte fresco intero o scremato (latte vaccino, di capra, di pecora, o di altro animale);
  • circa 100g di granuli di Kefir

Preparazione

  1. Metti i granuli di Kefir nel contenitore di vetro;
  2. Versa il latte (deve essere freddo o a temperatura ambiente e assolutamente mai caldo);
  3. Chiudi il recipiente in maniera non ermetica, appoggiando solo il coperchio, o in alternativa mettendo un tovagliolo di carta o di stoffa con l’elastico in modo da permettere il passaggio dell’aria, ma non dei moscerini o della polvere. Infatti il Kefir ha bisogno di aria e i gas che sviluppa durante la fermentazione devono poter uscire facilmente;
  4. Riponi il recipiente in un luogo non esposto alla luce diretta del sole (o al buio);
  5. La fermentazione può andare avanti dalle 24 alle 48 ore e i tempi si riducono durante la stagione calda. In genere bisogna aspettare fintanto che il latte non si è cagliato. Tieni presente che il Kefir non deve cagliare eccessivamente ma rimanere abbastanza liquido altrimenti rischia di diventare eccessivamente acido.
  6. Il Kefir è pronto, ora dovrai procedere al filtraggio.

Filtraggio

  1. Vediamo ora come filtrare il Kefir di latte, o meglio come separare i granuli di Kefir dal latte fermentato (lo “yogurt”). Una volta effettuata la separazione i granuli vanno messi in nuovo latte, dal quale trarrano il loro nutrimento, e lo yogurt potrà essere consumato subito o a distanza di qualche giorno.
  2. Prendi il barattolo con il Kefir e svuota il contenuto nel colino appoggiato preventivamente sulla bacinella di plastica o di vetro. Lascia filtrare per circa 5-6 minuti per consentire alla parte più liquida del composto fermentato, il siero, di colare nel contenitore. Tale tempo potrà in seguito essere variato sulla base dei propri gusti personali. Raccogliere in un altro contenitore il siero.
  3. Metti di nuovo il colino sul contenitore e aiutandoti con il cucchiaio mischia i granuli e lo “yogurt” pressandoli contro le maglie del colino fino a separare i granuli dallo yogurt. La prima volta che eseguirai questa operazione avrai paura di danneggiare i granuli di Kefir: tranquillo… reggono benissimo manipolazioni anche vigorose.
  4. Lo “yogurt”, cioè il Kefir di latte, può essere consumato subito o conservato anche per una settimana in frigo, in un barattolo di vetro chiuso ermeticamente, naturalemente più giorni passano e più avrà un sapore più forte.
  5. Rimetti* i granuli nel contenitore di vetro e aggiungi il latte in proporzione 1:10 (100g di granuli di Kefir, 1 litro di latte).
*E’ importante sapere che i granuli di Kefir ad ogni fermentazione aumentano di numero e quindi di peso. Per cui una parte di questi granuli, se intendi riutilizzare sempre lo stesso litraggio di latte, dovranno essere per forza buttati, oppure regalati, o mangiati.

mercoledì 6 gennaio 2016

13 consigli per la guarigione

Secondo il Dr. Ryke Geerd Hamer
 
Traduzione e adattamento di Giorgio Beltrammi - Dal sito www.facebook.com/SandraKordiDespertandonos
1. Non lasciarsi prendere dal panico e dagli attacchi di panico
Entrare nel panico farà sì che il centro di comando esegua un programma e stabilirà dove debba agire. In quel momento la persona perde la connessione funzionale coerente del cervello. Molta gente muore nel panico. La persona non dovrebbe mai entrare nel panico, né scatenare in altri il panico. Si dovrebbe avere una enorme cura con chi ci sta intorno e specialmente chi è assistito da noi stessi.
AMIAMOCI! Amate voi stessi ed amatevi anche tra voi.
AMARSI ha un doppio valore terapeutico. Se una persona ama se stessa, anzitutto non avrà alcun conflitto con se stessa, né di svalutazione, né di colpevolezza. Se si ama il prossimo non ci saranno conflitti con gli altri.
NON ENTRARE NEL PANICO significa che la persona inferma non si deve mai spaventare e CHE IL TERAPEUTA MAI deve spaventare la persona malata. Entrare nel panico è acquistare un biglietto di sola andata.
Ad esempio: dire ad una madre in tono grave che suo figlio ha una leucemia, è un crimine. La leucemia non è una malattia! È il primo dei cinque passi biologici naturali di rigenerazione del sangue dopo un conflitto la cui risposta biologica è stata una anemia!
 
2. Sopportare la vagotonia
Intorno alle ore 22 si scatena normalmente l'impulso massimo della vagotonia. Il nervo vago è il più poderoso nervo dell'organismo: non c'è modo di vincere il sonno. È il nostro ritmo ancestrale: l'uomo è un animale diurno, nel suo codice biologico di comportamento, antico di quattro milioni di anni, è indotto a cacciare, raccogliere i frutti, agire di giorno e riposare di notte. È durante la notte che tutto è automatizzato in modo che l'organismo concentri il suo lavoro nel tubo digerente. Abbiamo meno attività cerebrali, cardiaca e respiratoria.
È normalmente nella notte che tutte le malattie si fanno più insopportabili, in quanto è in questa vagotonia che il cervello ripara meglio e può avere più edemi. Si può fare qualcosa per ridurre questi edemi, in modo che siano più sopportabili, ma solo ridurli. Se si tenta di impedirli, non avverrà la riparazione.
Se la vagotonia è molto forte, la testa può essere calda al punto tale che la persona può fare una doccia e non aver bisogno di asciugarsi i capelli, perché questi si asciugheranno molto rapidamente per via della termogenesi per conduzione. Questo succede quando la testa è "compressa" da edemi biologici: in questo momento OCCORRE ASSISTERE LA PERSONA.
 
3. Tutte le sere fare il bilancio della giornata
Occorre sapere se non si è "lavorato" troppo durante il giorno.
Se è così, occorre riposare obbligatoriamente il giorno seguente (per le malattie importanti come il cancro, la fibromialgia, l'artrite, ecc). Il malato deve curarsi. Può fare molte cose, ma deve occuparsi della propria malattia prima di tutto il resto. Non deve attendere che QUALCUNO O QUALCOSA LO CURI, deve essere motivato. C'è un doppio messaggio in ciò.
Deve occuparsi di se stesso, deve fare un ripasso della sua giornata, interessarsi alla vita, prendere nota, fare questo bilancio.
Se ha fatto troppo, deve riposarsi il giorno seguente, in quanto entra troppo in stress, in attività ed il cervello entra in simpaticotonia, impedendo la vagotonia riparatrice. In questo modo si impedisce la guarigione.
 
4. Tutte le mattine prendere una penna e pianificare la giornata
Si deve rispettare il piano e prevedere almeno 6 ore di riposo oltre a quello notturno. Queste sono le regole per i malati più gravi e devono lottare contro le proprie angosce. Il che lo potrebbe portare a partecipare a cose poco impegnative per dimostrare di poter fare come tutti gli altri. È UNA REAZIONE DI FUGA, è un gioco perverso.
DEVE CONCENTRARSI SULLA PROPRIA GUARIGIONE perché questa è possibile. Deve evitare di entrare nello stress dell'azione.
Con 6 ore di riposo, oltre a quelle della notte, si ha una sufficiente vagotonia.
Il cervello ha una forza straordinaria per curarci a dispetto di tutto quello che facciamo contro di lui (tra paure, liti, messaggi deprimenti o terribili che riceviamo durante il giorno e a causa delle azioni).
 
5. Fare sempre prima il necessario
Se questo oltrepassa le tre ore di sforzo fisico o psicologico, si deve scartare il superfluo e riposare, a cuor leggero in quanto si sta facendo ciò che corrisponde alla propria cura e non il contrario. La maggior parte della gente si deprime, si demoralizza, ha paura di riposarsi: hanno lo STRESS DEL PROPRIO PROBLEMA, DELLA PROPRIA DECREPITEZZA e QUESTO È UN CONFLITTO SECONDARIO MOLTO FORTE. "NON POSSO FARE NIENTE, QUINDI NON SERVO".
Fare ciò che è assolutamente necessario permette alla persona di dimostrare che esiste, ma occorre misurare il tempo. La persona malata desidera dimostrare che può fare, ma se passa le 3 ore di impegno fisico o psicologico, deve riposarsi.
La cosa migliore è leggere qualcosa di leggero, divertente, guardare film divertenti, potendoli vedere nelle quantità che più la soddisfano. È la terapia della risata, posto che si evitino i notiziari che riportano guerre, incidenti, attentati o filmati di morte e violenza. In modo del tutto inconscio si stressa eccessivamente con immagini liminali e subliminali.
DURANTE IL RECUPERO MI OCCUPO DI ME, MI AMO, MI CURO. È VITALE. È LA MANIERA GIUSTA DI CURARSI.
 
6. Rifiutare tutte le opposizioni
Recriminare, discutere con gli altri è uno dei drammi maggiori che garantiscono la ricaduta o impossibilità di curarsi.
"Necessito di loro, del loro aiuto e non della loro opposizione permanente". Questo sottrae calorie e forze necessarie al cervello per riparare e monopolizzare le energie per combattere, può esporre il malato al giudizio di chi lo attornia e queste persone non sanno nulla, parlano tanto per parlare, mentre il malato non si libera dallo stress.
Voglio ricordare una frase che Claude Sabbah attribuisce a suo nonno: "Se la gente che non ha nulla da dire tacesse, ci sarebbe un gran silenzio sul pianeta Terra. Sono sempre quelli che non sanno nulla che chiacchierano".
Stiamo parlando di una elevazione del livello di coscienza umana.
 
7. Privilegiare il riposo notturno
L'essere umano è un essere diurno. Tutti i suoi ritmi biologici basici sono programmati sulla base del ritmo solare.
Posto che per il malato la notte è normalmente il momento di maggior dolore, e in alcuni casi c'è l'angoscia inconscia di "Rimanere svegli o morire?" è abbastanza difficile mantenere questi ritmi. È necessario sdrammatizzare tutto questo. Inoltre, dato che durante il giorno non si è fatto quasi nulla, non si è sufficientemente stanchi per dormire bene. In tal caso non ci sono dubbi sul modificare l'orario del sonno.
Si deve privilegiare il riposo notturno nella misura del possibile, se questo non è semplice, non c'è da preoccuparsi a star svegli fino alle 2 o alle 3 di notte, guardando dei film o leggendo, assumendo uno o più caffè (che riduce anche l'edema cerebrale).
Successivamente, man mano che si migliora, si potrà tornare, un'ora al giorno, al proprio orario normale.
 
8. Mangiare in modo salubre e leggero
Insalate, frutta, cose crude, o cucinate alla griglia, in modo che siano facilmente assimilabili. Se si mangia molto, la digestione consumerà molte calorie che è meglio siano dirette alla guarigione. EVITARE ASSOLUTAMENTE L'ALCOOL IN VAGOTONIA.
 
9. Curarsi normalmente se compare il dolore
Si possono prendere rimedi allopatici e omeopatici come d'abitudine, ciò non metterà la guarigione in pericolo.
 
10. Attendere con pazienza il vero miglioramento
Se una persona non si spaventa per i piccoli o grandi inconvenienti della riparazione e attende riposando nel miglior modo possibile, il miglioramento arriverà.
Se si è passati dalla fase culminante della fase di riparazione, la persona manifesterà molti edemi che possono avere manifestazioni moleste, come dolori, vertigini, febbre se gli edemi si trovano nel tronco cerebrale, malessere.
Ciò NON DEVE SPAVENTARE LA PERSONA: non si tratta di cose gravi, ma dello sforzo della riparazione. Si deve aspettare pazientemente senza avere la convinzione di "essere segnati", altrimenti non c'è cura.
È il principio della persona che ha edemi nelle sue fibre e che con questi si aggrava nel tempo la sua capacità motoria, come nella sclerosi multipla, ade esempio. Data la nostra cultura ancestrale basata sulle apparenze delle malattie, questo ci crea il panico, ci porta a recarci in ospedale urgentemente, a subire iniezioni di cortisone in grandi quantità; il che cambia la persona perché vengono colpiti tutti gli edemi e allevia il dolore. Tuttavia la persona non viene curata e il processo ricomincia con più violenza.
 
11. Mai rimanere molto sotto il sole o con la testa vicino ad una fonte di calore
Il calore moltiplica per quattro le dimensioni dell'edema cerebrale. In questo momento, si esercita una enorme pressione e si corre il rischio di una crisi epilettica forte.
In generale si raccomanda al malato più grave, di evitare di esporsi al sole per un anno, anche al mare. Può stare all'ombra, bagnarsi, ma non di più. Se la testa si trova nei pressi di una fonte di calore, vale la stessa raccomandazione. È UTILE PORRE DEL GHIACCIO SULLA TESTA.
Il Dr. Hamer menziona un caso tipico: un imprenditore ha seri problemi perché la sua impresa è messa male nel mese di dicembre. In gennaio la moglie e i figli vanno in vacanza al mare per un mese. Il 15 gennaio l'uomo risolve il suo problema e salva la propria impresa. Va a ricongiungersi con la famiglia in spiaggia e si mette a prendere il sole: quello che lui non sa è che sta uscendo da un conflitto biologica di perdita di territorio. Egli quindi non conosce la relazione tra dolore di testa, il proprio conflitto e il sole che gli sta ingigantendo gli edemi cerebrali. Ha una crisi epilettica in spiaggia e viene portato via in ambulanza.
 
12. Se il problema è molto importante, raffreddare le parti dolorose e la testa
Se il fegato fa male ad esempio, occorre mettere del ghiaccio sopra il fegato e anche nella zona cerebrale di controllo del fegato, ovvero il tronco cerebrale, in corrispondenza quindi della nuca, nella parte superiore del collo. Se il freddo non calma il dolore dell'organo, allora si può applicare del caldo, MA SULLA TESTA VA SEMPRE IL GHIACCIO, SENZA ECCEZIONI. Si raccomanda l'acquisto dei "cold hot pack" e tenerne 4 a portata di mano: due nel congelatore e 2 sulla persona, in modo da poterli cambiare ogni ora.
Se è molto violento, porre il ghiaccio nei due luoghi e fare un bagno caldo dei piedi; la differenza di temperatura fa si che il liquido circoli in maniera meccanica, riducendo un po' l'edema.
 
13. Mai calmare troppo i sintomi
Si possono prendere analgesici o anti-infiammatori per rendere sopportabili i sintomi. I sintomi diventeranno meno intensi solo quando il centro di comando lo deciderà. La presenza dei sintomi è sensata e ci devono essere. È di capitale importanza.
Ad esempio, se ci si taglia un piede con un vetro, il piede farà male mentre cicatrizza la ferita e sarà molto sensibile. È del tutto sensato, altrimenti si continuerebbe a camminare senza curarsi della ferita, che non guarirà. Il dolore ha la funzione di impedire alla persona di fare cose che impediscano la guarigione. Non va mai dimenticato che il cervello non si sbaglia, MAI. Se si ha dolore è perché il cervello ordina il riposo. È necessario rispettare questa intelligenza innata che ci ha permesso di sopravvivere da così tanti milioni di anni.
 
fonte: http://lanaturanoncreasfigati.altervista.org/terapia/consigli-per-la-guarigione.html