Quando mi rivedo con qualcuno (amicizie/conoscenze/parenti), spesso mi capita di scambiare i soliti "preliminari" prima di entrare nel vivo dei discorsi di routine (proprio come capita a tutti, direi!), ma a volte il punto cruciale viene raggiunto dal mio interlocutore in men che non si dica e senza neanche rispondere alla mia domanda...
qualcuno: "ciao, come va?"
io: "ah bene grazie, e tu?"
qualcuno: "si si bene, ma... io volevo sapere... come va co' quella cosa..."
io: "aho' ma quale cosa?!" (chiedo perplessa mentre penso che magari il mio interlocutore sa qualcosa che io non so e che riguarda me...)
qualcuno: "ma... co' quella cosa... ... sei stata operata... mo' stai bene? non c'è più niente?!"
E mentre realizzo a cosa si riferisce, capisco che la parola cancro fa talmente tanta paura che non gli passa neanche per l'anticamera del cervello di volerla nominarla, e non è per delicatezza, è proprio perché gli fa pauraaaaaa!!
Così ora ho imparato a comprendere "il figlio muto", ma vuoi o non vuoi a volte non ci penso/ricollego e quindi ci ricasco a chiedere "ma quale cosa"?
Oh ma c'è anche qualcun'altro che pur di non chiedere (e quanto grande sarà la sua paura, mi chiedo?) mi scambia per lo psicologo di turno e comincia a parlarmi di tutti i suoi guai (forse pensando che chiodo-scaccia-chiodo e quindi se mi informa su tutte le sue disgrazie io non penso più alle mie :)))
Potrebbe essere pure un bel gesto (le intenzioni sono buone) ma quanta angoscia mi trasmette!!
Il fatto è, riflettevo, che si potrebbe comunicare con molta tranquillità di tutto e di più se solo le emozioni non prendessero il sopravvento.
Se fosse possibile attuare un dialogo in questo modo ci si potrebbe davvero scambiare informazioni, esperienze, notizie utili... Insomma ci sarebbe un vero dialogo tra due interlocutori!
buona vita a tutti e... state lontani da "quella cosa" eh?! :)
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