In ognuno di noi c'è un laboratorio, a noi la scelta se lasciarlo in balia dell'accidente o indirizzarlo verso l'armonia.
Il nostro corpo è un luogo di processi biologici e psichici.
L'osservazione e lo studio ci mettono di fronte alla sensatezza di
quanto accade: ciò che pare accadere accidentalmente non è senza
spiegazione.
Riconoscere questo senso ci permette una visione più completa ed integrale della nostra vita.
Da semplice marionetta dell'evento accidentale, possiamo trasformare il
nostro corpo in un vero laboratorio armonico, dove gli eventi sono
oggetto di studio per comprenderne il significato.
1) Cosa significa “laboratorio” e cosa significa “armonico”?
Direttamente dal dizionario, per “laboratorio” si intende “ambiente
dotato di attrezzature per la ricerca scientifica e per particolari
prove ed esami”.
Mentre per (suono) “armonico” si intende “suono
secondario che si produce da un corpo in vibrazione accanto al suono
fondamentale”.
L’essere umano può essere considerato oggetto di studio secondo questi due principi.
Cosa significa?
Nasciamo come laboratorio solo a livello potenziale. Per poter comprendere questa possibilità, cioè la possibilità di trattare noi stessi come “laboratorio”, è necessario comprendere il nostro aspetto “armonico”, ovvero l’intrinseca qualità di essere influenzati dal mondo esterno e di influenzarlo a partire dal mondo interno.
Solo così, cioè trattando l’essere umano come un “sistema aperto” (che però si illude di essere chiuso), potremo mettere in funzione questo laboratorio.
Un laboratorio che studia se stesso come “sistema chiuso” incorrerebbe presto in enormi difficoltà. Buona parte delle nostre idee, emozioni, interessi, opinioni, sono infatti frutto di ciò che assumiamo dal mondo esterno utilizzando nessun filtro o filtri su cui non abbiamo il controllo.
Di fronte ad ogni evento esterno si crea in noi una risonanza, che ci piaccia o no, che lo vogliamo o no, proprio per questa nostra qualità armonica intrinseca.
Il nostro lavoro può iniziare dall’osservazione di questi fenomeni attraverso strumenti e conoscenze adeguate che permettano al nostro laboratorio di compiere la funzione che gli compete, cioè fornire dati comprensibili.
Sarà ormai chiaro che per indirizzare il laboratorio verso il suo compito naturale, ovvero permettere di studiare, capire, comprendere, è necessaria una qualche “spinta” o “forza” che ne garantisca il corretto funzionamento.
Entrano così in gioco le conoscenze che ci arrivano dall’esterno, le cosiddette “influenze di tipo B” di cui ci parla Ouspensky, cioè quelle influenze che ci permettono di creare in noi un “centro magnetico” in grado di attrarre conoscenze a noi utili, contrapposte alle “influenze di tipo A”, ovvero le conoscenze non utili allo sviluppo di sé.
2) Le influenze A e le influenze B
Le influenze A sono conoscenze di ogni tipo. Si tratta di informazioni di varia natura che però non hanno la capacità di indirizzare l’uomo verso il suo sviluppo, verso quella forma di consapevolezza che gli spetta di diritto.
Non sono dannose, ma non sono utili per questo tipo di lavoro.
Sono le influenze di tipo B invece a contribuire a questo processo, cioè permettono al nostro laboratorio di funzionare correttamente ed in armonia. Gli garantiscono una direzione, una sensatezza e le istruzioni adeguate.
Come riconoscere questi due tipi di influenze?
Come facciamo, quindi, a permettere al nostro laboratorio di risuonare armonicamente con le influenze a noi utili?
In questa epoca in cui l’informazione circola libera e senza controllo, vive la generazione “mi piace e condividi”, governata dal fenomeno social network.
Si sente tutto ed il contrario di tutto.
Qualsiasi affermazione, assurda o sensata, è appoggiata da presunte spiegazioni. Il problema non sarebbe così grande se fossimo in grado di distinguere il falso dal vero, l’utile dal non utile.
La verità è che non abbiamo facoltà di decidere quali informazioni trattenere e quali invece lasciare andare.
Per quale motivo non abbiamo questa capacità?
Questa capacità deriva dal possedere un “centro magnetico” che ci rende in grado di attrarre conoscenze a noi utili. E’ una forma raffinata di gusto che permette di conoscere il sapore della conoscenza ed integrarla oltre la mera comprensione intellettuale.
Consente di scremare tra la moltitudine di informazioni quelle che sono utili allo sviluppo del potenziale umano, cioè al corretto funzionamento del nostro laboratorio armonico.
Come si forma il centro magnetico?
Si forma grazie alle influenze di tipo B.
Come posso riconoscere le influenze B, cioè quelle utili allo sviluppo di sé?
Grazie al centro magnetico.
Esatto, un fattore sembra annullare l’altro.
E’ necessaria quindi una terza componente, una terza forza: il tempo cairologico.
Si forma grazie alle influenze di tipo B.
Come posso riconoscere le influenze B, cioè quelle utili allo sviluppo di sé?
Grazie al centro magnetico.
Esatto, un fattore sembra annullare l’altro.
E’ necessaria quindi una terza componente, una terza forza: il tempo cairologico.
(continua)
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