Ho una strana polmonite che con gli antibiotici non se ne va. Come mai?
Potrebbe trattarsi di BOOP, un'infezione che non si cura con
i classici farmaci. La diagnosi certa con Tac e broncoscopia
Tutto è cominciato con quella che
sembrava un’influenza, poi dato che la febbre non passava, il medico mi
ha suggerito di fare una radiografia del torace che ha evidenziato una
polmonite a sinistra. Dopo una lunga cura antibiotica sembrava tutto
risolto, ma dopo qualche settimana la febbre è ricomparsa e una nuova
lastra ha evidenziato ancora una polmonite, a destra. Mi hanno
prescritto una nuova cura antibiotica, ma non mi sento a posto, malgrado
i miei esami del sangue siano normali, e io in passato sia sempre stata
bene. Temo d’essere nuovamente ammalata. Come mai adesso mi capita di
fare una polmonite dopo l’altra?
Risponde Sergio Harari, direttore dell'unità pneumologica, ospedale San Giuseppe, Milano
Anche in medicina non tutto è come appare e quella che, anche a un
bravo medico può sembrare una polmonite può invece nascondere
qualcos’altro. Queste "finte polmoniti" che si ripresentano interessando
parti diverse del polmone possono essere una malattia che porta il nome
di un vecchio cartoon americano degli anni ’30, BOOP (ricordate Betty
Boop?). In realtà si tratta di un acronimo per riassumere un nome assai
complicato: bronchiolitis obliterans organizing pneumonia.
Ma non si spaventi, non è affatto una malattia grave, solo che non si
cura con gli antibiotici perché non è una vera polmonite anche se la
simula molto da vicino sia per i sintomi (febbre, stanchezza, tosse,
mancanza di fiato) sia per l’aspetto radiologico.
Si tratta invece di una anormale risposta "riparativa"
del polmone a un insulto microscopico, per esempio un virus,
l’inalazione di qualche fumo tossico, l’assunzione di un farmaco
particolare. Se non viene riconosciuta, e adeguatamente curata, rischia
di continuare il suo decorso provocando un peggioramento dei sintomi e
continue ricadute. Proprio perché non è un’infezione, e quindi non
risponde agli antibiotici, la sua parziale risoluzione e poi recidiva è
un andamento spontaneo; in effetti in molti casi la malattia può guarire
anche da sola. Alcune categorie di malati che hanno sofferto di
malattie tumorali, come per esempio tumori al seno, o che assumono
alcuni farmaci, ad esempio statine per abbassare il colesterolo, possono
essere più soggetti a sviluppare la BOOP, che però può presentarsi
anche in persone perfettamente sane fino al giorno prima, come nel suo
caso. La diagnosi viene confermata dalla TAC e dalla broncoscopia,
attraverso un esame che si chiama "broncolavaggio" che permette di
analizzare le cellule presenti nel polmone. Grazie ai progressi della
medicina, oggi la broncoscopia (è, in pratica, come una gastroscopia,
solo che si indagano i bronchi) è un’indagine molto ben tollerata, che
si effettua ambulatorialmente in anestesia locale con una piccola
sedazione e dura pochi minuti.
La terapia della BOOP è a base di cortisone
e determina un importante e immediato miglioramento dei sintomi e della
lastra, e va proseguita per alcuni mesi. Al termine della cura la
stragrande maggioranza dei malati è perfettamente guarita, solo una
piccola percentuale può ripresentare la malattia alla sospensione del
cortisone e necessitare di un ulteriore periodo di trattamento. È
importante che durante la terapia vengano monitorati i possibili effetti
collaterali del cortisone (glicemia, osteoporosi, ecc.) ed escludere
che la BOOP non nasconda, a sua volta, altre malattie, per esempio
reumatologiche, delle quali potrebbe essere una prima spia.
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