Farmaco israeliano contro il cancro arriva in Europa
28 aprile 2016
http://siliconwadi.it/farmaco-israeliano-contro-il-cancro-arriva-in-europa-2070
28 aprile 2016
http://siliconwadi.it/farmaco-israeliano-contro-il-cancro-arriva-in-europa-2070
Tookad Soluble, il nuovo farmaco israeliano per la lotta contro il cancro alla prostata, somministrato mediante iniezione e attivato dalla luce laser, è stato recentemente approvato dall’autorità sanitaria del Messico. Ora è in fase di sperimentazione anche per l’Europa.
L’idea rivoluzionaria di questa terapia nasce dagli esperimenti di laboratorio effettuati, presso il Weizmann Institute, dal Prof. Yoram Salomon.
I pazienti ricevono una infusione endovenosa di Tookad Soluble, successivamente, delle fibre ottiche sottili vengono inserite nel tessuto canceroso e viene attivato una fascio di luce laser.
L’illuminazione attiva il farmaco che distrugge le cellule tumorali, senza danneggiare le cellule sane. Il farmaco viene totalmente eliminato senza residui tossici, tre o quattro ore dopo il termine della la procedura che dura circa 90 minuti. Questo metodo rende possibile per la prima volta il trattamento di grandi tessuti cancerosi, con una procedura minimamente invasiva.
L’idea rivoluzionaria di questa terapia nasce dagli esperimenti di laboratorio effettuati, presso il Weizmann Institute, dal Prof. Yoram Salomon.
I pazienti ricevono una infusione endovenosa di Tookad Soluble, successivamente, delle fibre ottiche sottili vengono inserite nel tessuto canceroso e viene attivato una fascio di luce laser.
L’illuminazione attiva il farmaco che distrugge le cellule tumorali, senza danneggiare le cellule sane. Il farmaco viene totalmente eliminato senza residui tossici, tre o quattro ore dopo il termine della la procedura che dura circa 90 minuti. Questo metodo rende possibile per la prima volta il trattamento di grandi tessuti cancerosi, con una procedura minimamente invasiva.
Un nuovo paradigma
L’approvazione del farmaco in Messico è avvenuta sulla scia di uno studio clinico effettuato anche in Europa, i cui dati sono stati presentati dal Dott. Mark Emberton presso la European Association of Urology scientific meeting che ha avuto luogo a lo scorso mese di marzo.
Possibilità di curare altri tipi di tumore
La terapia innovativa è stata sviluppata dal Prof. Yoram Salomon e dal Prof. Avigdor Scherz del Weizmann Institute in collaborazione con lo Steba Biotech di Lussemburgo e proprio quest’ultimo recentemente ha chiesto l’approvazione per l’utilizzo di Tookad anche in Europa.
Nel frattempo, sono in corso ulteriori quattro studi clinici per valutare l’efficacia della terapia per trattare anche altri tipi di tumore.
Nuovo sistema di sutura israeliano approvato in Europa
1 giugno 2016
http://siliconwadi.it/nuovo-sistema-di-sutura-israeliano-approvato-in-europa-2208
L’approvazione del farmaco in Messico è avvenuta sulla scia di uno studio clinico effettuato anche in Europa, i cui dati sono stati presentati dal Dott. Mark Emberton presso la European Association of Urology scientific meeting che ha avuto luogo a lo scorso mese di marzo.
Possibilità di curare altri tipi di tumore
La terapia innovativa è stata sviluppata dal Prof. Yoram Salomon e dal Prof. Avigdor Scherz del Weizmann Institute in collaborazione con lo Steba Biotech di Lussemburgo e proprio quest’ultimo recentemente ha chiesto l’approvazione per l’utilizzo di Tookad anche in Europa.
Nel frattempo, sono in corso ulteriori quattro studi clinici per valutare l’efficacia della terapia per trattare anche altri tipi di tumore.
Nuovo sistema di sutura israeliano approvato in Europa
1 giugno 2016
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LifeSeal, la soluzione sigillante dedicata ai pazienti sottoposti a chirurgia gastrointestinale è stato recentemente approvato per l’utilizzo nell’Unione Europea.
Il sigillante, sviluppato dall’israeliana LifeBond, consentirà ai medici di 32 paesi di utilizzare questo nuovo tipo di colla che impedisce le perdite.
Queste le parole di Ittai Harel, CEO di LifeBond:
LifeSeal offre agli ospedali un innovativo strumento chirurgico di alta qualità che sia integra facilmente nella pratica chirurgica standard. Gli studi clinici dimostrano che l’utilizzo di questo strumento è assolutamente positivo per i pazienti.
In generale, i pazienti sottoposti a chirurgia gastrointestinale si vedono applicare suture molto invasive come punti, graffette o colle. In questi casi può verificarsi un aumento del rischio di infezioni.
Per risolvere questo problema, LifeBond ha sviluppato una piattaforma tecnologica adesiva che si trasforma rapidamente in un gel flessibile e resistente, che aderisce perfettamente ai tessuti del corpo.
Secondo l’azienda il sigillante è molto più forte e più duraturo rispetto agli altri strumenti presenti sul mercato e utilizza solo ingredienti naturali invece di sostanze chimiche, per cui è tollerato molto più facilmente dai pazienti.
5 robot israeliani che stanno trasformando gli interventi chirurgici
26 maggio 2016
http://siliconwadi.it/5-robot-israeliani-che-stanno-trasformando-gli-interventi-chirurgici-2186
26 maggio 2016
http://siliconwadi.it/5-robot-israeliani-che-stanno-trasformando-gli-interventi-chirurgici-2186
La chirurgia robotica può donare ai medici una migliore visione, precisione, flessibilità e controllo durante l’esecuzione di procedure chirurgiche minimamente invasive e complesse. Solo pochi robot chirurgici attualmente sono stati approvati per l’uso ed alcuni di essi sono tecnologie made in Israel.
Come sottolinea il Prof. Alon Wolf, direttore e fondatore Biorobotics and Biomechanics Lab del Technion di Haifa:
Questo ci mette davvero al centro del campo. Israele è molto rispettato in tutto il mondo in questo settore.
Israele ha usato anche la propria esperienza militare per intraprendere un percorso che oggi è diventato di successo.
Ecco 5 robot israeliani in aiuto alla chirurgia:
Mazor Robotics
La Mazor Robotics è un’azienda di Cesarea ed è una innovatrice nel mondo della chirurgia spinale e cerebrale, sviluppando tecnologie robotiche che sono fondamentali per l’esecuzione di biopsie, chirurgia ricostruttiva, correzione della scoliosi e altre delicate operazioni.
Il primo prodotto, SpineAssist, è stato approvato dalla FDA nel 2004 ed è stato installato in circa 100 centri medici in tutto il mondo (la metà dei quali negli Stati Uniti).
MedRobotics’Flex Robotic System
Si tratta di un sistema robotico che può raggiungere le cavità del corpo al di là della vista del chirurgo, in particolare nelle strutture della testa e del collo.
MemicInnovative Surgery
L’azienda si dedica allo sviluppo e alla fornitura di soluzioni robotiche che consentono procedure chirurgiche attualmente considerate irrealizzabili.
Si tratta di un approccio chirurgico intuitivo per effettuare procedure laparoscopiche. Con sede a Kfar Saba, Memic sta ora avanzando con gli studi clinici e con le autorizzazioni.
Human Extensions
L’azienda è in attesa delle necessarie omologazioni (Food And Drug Administration negli Usa e CE in Europa) per i suoi guanti chirurgici bionici, progettati per consentire movimenti fluidi e precisi.
La piattaforma dell’estensione umana è un enorme passo in avanti all’interno del vasto mondo della chirurgia.
Microbot Medical
Azienda co-fondata nel 2010 da Moshe Shoham, Yossi Bornstein e Harel Gadot, sfruttando due tecnologie di ingegneria meccanica di Shoham: ViRob e Tipcat.
I prototipi sono in fase di sviluppo. ViRob è una tecnologia rivoluzionaria che agisce come un “sottomarino” che consente ai chirurghi di inviare una fotocamera o un farmaco in tutte le parti del corpo. Tipcat è un endoscopio flessibile e delicato da utilizzare soprattutto per indagini al colon, vie urinarie e vasi sanguigni.
Israele riproduce fegato in un chip
27 maggio 2016
http://siliconwadi.it/israele-riproduce-fegato-chip-2194
I ricercatori israeliani hanno riprodotto un organo come il fegato in un chip, che potrebbe aiutare gli scienziati a combattere le malattie epatiche, il cancro e una miriade di altre condizioni.
Il chip è costituito da tessuti umani, con sensori per l’ossigeno e il glucosio. I valori possono essere monitorati in tempo reale e letti immediatamente su un computer. La tecnologia, sviluppata presso l’Università Ebraica di Gerusalemme, consentirà lo studio dei processi cellulari e favorirà la comprensione di ciò che accade quando le cellule sono danneggiate a causa di una malattia.
Nello studio, condotto dal Prof. Yaakov Nahmias della Hebrew University, i ricercatori spiegano il loro uso di micro-sensori per misurare i cambiamenti nelle cellule quando sono esposti a nuovi farmaci. La tossicità epatica può limitare l’uso di nuovi farmaci, quindi lo strumento può essere usato per individuare farmaci meno tossici.
Gli scienziati hanno usato il chip per studiare il troglitazone (il farmaco Rezulin), usato per il diabete fino a quando non è stato rimosso dal mercato nel 2000, perché produceva danni epatici gravi.
È interessante notare che i test convenzionali non hanno evidenziato danni al fegato da troglitazone ma la nuova tecnologia ha rilevato lo stress mitocondriale. I mitocondri sono gli organelli che generano energia per la cellula. Si trovano in ogni cellula del corpo umano e convertono l’energia di molecole di cibo per alimentare la maggior parte delle funzioni cellulari. Lo stress mitocondriale può essere un segno precoce di eventuali cellule morte, che il chip può rilevare nella fase iniziale.
Ridefinire la ricerca sul cancro
Secondo una dichiarazione dell’Università Ebraica di Gerusalemme, lo studio dimostra che è possibile monitorare in tempo reale le funzioni metaboliche delle cellule esposte a diverse concentrazioni di farmaco per un lungo periodo di tempo.
Un’alternativa per gli esperimenti sugli animali
Lo studio, recentemente pubblicato sulla rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences, potrebbe rivoluzionare i metodi in vitro (studi che vengono eseguiti con microrganismi fuori dal loro contesto biologico normale), presentando una vera alternativa alla sperimentazione animale per valutare la tossicità delle sostanze chimiche.
Il chip è costituito da tessuti umani, con sensori per l’ossigeno e il glucosio. I valori possono essere monitorati in tempo reale e letti immediatamente su un computer. La tecnologia, sviluppata presso l’Università Ebraica di Gerusalemme, consentirà lo studio dei processi cellulari e favorirà la comprensione di ciò che accade quando le cellule sono danneggiate a causa di una malattia.
Nello studio, condotto dal Prof. Yaakov Nahmias della Hebrew University, i ricercatori spiegano il loro uso di micro-sensori per misurare i cambiamenti nelle cellule quando sono esposti a nuovi farmaci. La tossicità epatica può limitare l’uso di nuovi farmaci, quindi lo strumento può essere usato per individuare farmaci meno tossici.
Gli scienziati hanno usato il chip per studiare il troglitazone (il farmaco Rezulin), usato per il diabete fino a quando non è stato rimosso dal mercato nel 2000, perché produceva danni epatici gravi.
È interessante notare che i test convenzionali non hanno evidenziato danni al fegato da troglitazone ma la nuova tecnologia ha rilevato lo stress mitocondriale. I mitocondri sono gli organelli che generano energia per la cellula. Si trovano in ogni cellula del corpo umano e convertono l’energia di molecole di cibo per alimentare la maggior parte delle funzioni cellulari. Lo stress mitocondriale può essere un segno precoce di eventuali cellule morte, che il chip può rilevare nella fase iniziale.
Ridefinire la ricerca sul cancro
Secondo una dichiarazione dell’Università Ebraica di Gerusalemme, lo studio dimostra che è possibile monitorare in tempo reale le funzioni metaboliche delle cellule esposte a diverse concentrazioni di farmaco per un lungo periodo di tempo.
Un’alternativa per gli esperimenti sugli animali
Lo studio, recentemente pubblicato sulla rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences, potrebbe rivoluzionare i metodi in vitro (studi che vengono eseguiti con microrganismi fuori dal loro contesto biologico normale), presentando una vera alternativa alla sperimentazione animale per valutare la tossicità delle sostanze chimiche.
Israele: nuove cure contro fibromialgia e Alzheimer
23 giugno 2015
http://siliconwadi.it/israele-nuove-cure-fibromialgia-alzheimer-797
23 giugno 2015
http://siliconwadi.it/israele-nuove-cure-fibromialgia-alzheimer-797
I ricercatori dell’Università di Tel Aviv, in collaborazione con un team della Rice University degli Stati uniti e diversi altri centri medici in Israele, sono riusciti a migliorare in modo significativo la condizione dei pazienti affetti da fibromialgia, il dolore cronico che colpisce soprattutto le donne e che, fino ad ora, non aveva alcun trattamento. Lo studio ha rivelato un metodo innovativo basato sulla medicina iperbarica. Durante la ricerca, sono riusciti anche ad individuare l’origine della malattia, la quale è ubicata nel cervello.
Lo studio, pubblicato all’interno della rivista PLOS ONE, potrà alleviare le sofferenze di milioni di donne in tutto il mondo.
La fibromialgia è una sindrome di dolore cronico che colpisce circa il 2-4% della popolazione del mondo occidentale, il 90% sono donne. Questa sindrome può verificarsi in 3 situazioni:
a seguito di un trauma cranico;
a seguito di una infezione che implica il sistema nervoso;
a seguito di un forte stress.
L’origine fino ad ora era sconosciuta, il che spiega la scarsa efficacia dei trattamenti esistenti, i quali erano limitati a trattare i sintomi. Il nuovo studio è stato in grado di rilevare la causa principale della malattia: la rottura dei meccanismi cerebrali responsabili del trattamento del dolore.
Lo studio, pubblicato all’interno della rivista PLOS ONE, potrà alleviare le sofferenze di milioni di donne in tutto il mondo.
La fibromialgia è una sindrome di dolore cronico che colpisce circa il 2-4% della popolazione del mondo occidentale, il 90% sono donne. Questa sindrome può verificarsi in 3 situazioni:
a seguito di un trauma cranico;
a seguito di una infezione che implica il sistema nervoso;
a seguito di un forte stress.
L’origine fino ad ora era sconosciuta, il che spiega la scarsa efficacia dei trattamenti esistenti, i quali erano limitati a trattare i sintomi. Il nuovo studio è stato in grado di rilevare la causa principale della malattia: la rottura dei meccanismi cerebrali responsabili del trattamento del dolore.
Tra i partecipanti allo studio c’è:
- il Dott. Shai Efrati, Direttore dell’Hyperbaric Medical Center di Assaf Harofeh Medical Center e Professore presso la Facoltà di Neuroscienze dell’Università di Tel Aviv,
- il Prof. Eshel Ben-Jacob, recentemente scomparso, già docente presso la Facoltà di Fisica e Astronomia e della Facoltà di Neuroscienze dell’Università di Tel Aviv;
- il Prof. Dan Buskila dell’Università di Ben Gurion, specialista internazionale di fibromialgia e il Dott. Jacob Ablin, Direttore del centro di fibromialgia dell’Istituto di reumatologia del Centro Medico Sourasky (Ichilov) di Tel Aviv.
Il Dott. Efrati ricorda:
In studi precedenti, abbiamo scoperto che potevamo migliorare significativamente lo status delle vittime di ictus e lesioni cerebrali grazie alla somministrazione di ossigeno iperbarico (ad una pressione superiore rispetto alla pressione atmosferica). Abbiamo scoperto che il trattamento in camera iperbarica ripara e rigenera i tessuti del cervello nei pazienti, anche molti anni dopo l’infortunio.
Sulla base di tale successo i ricercatori hanno cercato di esaminare l’efficacia del metodo in altri tipi di malattie o lesioni, compresa la fibromialgia. Lo studio ha coinvolto 60 donne di età compresa tra i 21 e i 67 anni, alle quali era stata diagnosticata la fibromialgia da più di due anni. All’inizio del trattamento, una mappa ad alta risoluzione del cervello, mostra l’attività cerebrale mediante strumenti di analisi sviluppati dal Prof. Ben-Jacob. Successivamente i pazienti sono stati divisi in due gruppi, metà prima del trattamento, e l’altro come gruppo di controllo.
Ai pazienti sono stati somministrati cinque trattamenti a settimana per un periodo di due mesi, nella camera iperbarica dell’Assaf Arofeh Medical Center. Sono stati esposti ad una concentrazione di ossigeno al 100% ad una pressione di due atmosfere (2 volte la pressione atmosferica) per un’ora e mezza ogni visita. Secondo il Dott. Efrati, il risultato è stato incoraggiante: il 70% delle donne trattate è migliorato al punto che ad oggi non possono essere qualificate come affette da fibromialgia.
Una nuova mappatura del cervello a portato in pazienti scoperte importanti:
Abbiamo trovato cambiamenti nel cervello a seguito del miglioramento clinico dei pazienti e siamo stati in grado di identificare con precisione le aree cerebrali responsabili della fibromialgia. Infatti, abbiamo localizzato la fonte della malattia, e dimostrato che la fibromialgia è principalmente un disturbo del meccanismo di elaborazione del dolore nel cervello. Il trattamento iperbarico attacca la radice del problema e ripara il tessuto cerebrale danneggiato.
I ricercatori stanno continuando il loro ampio progetto di ricerca sulla rigenerazione del tessuto cerebrale in camera iperbarica. Il prossimo studio si concentrerà sui pazienti con declino cognitivo lieve, che si pensa sia l’inizio della demenza.
Il Dott. Efrati ricorda:
In studi precedenti, abbiamo scoperto che potevamo migliorare significativamente lo status delle vittime di ictus e lesioni cerebrali grazie alla somministrazione di ossigeno iperbarico (ad una pressione superiore rispetto alla pressione atmosferica). Abbiamo scoperto che il trattamento in camera iperbarica ripara e rigenera i tessuti del cervello nei pazienti, anche molti anni dopo l’infortunio.
Sulla base di tale successo i ricercatori hanno cercato di esaminare l’efficacia del metodo in altri tipi di malattie o lesioni, compresa la fibromialgia. Lo studio ha coinvolto 60 donne di età compresa tra i 21 e i 67 anni, alle quali era stata diagnosticata la fibromialgia da più di due anni. All’inizio del trattamento, una mappa ad alta risoluzione del cervello, mostra l’attività cerebrale mediante strumenti di analisi sviluppati dal Prof. Ben-Jacob. Successivamente i pazienti sono stati divisi in due gruppi, metà prima del trattamento, e l’altro come gruppo di controllo.
Ai pazienti sono stati somministrati cinque trattamenti a settimana per un periodo di due mesi, nella camera iperbarica dell’Assaf Arofeh Medical Center. Sono stati esposti ad una concentrazione di ossigeno al 100% ad una pressione di due atmosfere (2 volte la pressione atmosferica) per un’ora e mezza ogni visita. Secondo il Dott. Efrati, il risultato è stato incoraggiante: il 70% delle donne trattate è migliorato al punto che ad oggi non possono essere qualificate come affette da fibromialgia.
Una nuova mappatura del cervello a portato in pazienti scoperte importanti:
Abbiamo trovato cambiamenti nel cervello a seguito del miglioramento clinico dei pazienti e siamo stati in grado di identificare con precisione le aree cerebrali responsabili della fibromialgia. Infatti, abbiamo localizzato la fonte della malattia, e dimostrato che la fibromialgia è principalmente un disturbo del meccanismo di elaborazione del dolore nel cervello. Il trattamento iperbarico attacca la radice del problema e ripara il tessuto cerebrale danneggiato.
I ricercatori stanno continuando il loro ampio progetto di ricerca sulla rigenerazione del tessuto cerebrale in camera iperbarica. Il prossimo studio si concentrerà sui pazienti con declino cognitivo lieve, che si pensa sia l’inizio della demenza.
Già qualche anno fa il prof. Ben-Jacob aveva già predetto il successo di questa terapia:
Crediamo che il trattamento iperbarico abbia un grande potenziale come strumento terapeutico per una varietà di malattie cerebrali, compresi i problemi che possono verificarsi in età avanzata, con la diminuzione dell’efficacia del flusso sanguigno che fornisce l’ossigeno al cervello. È quindi possibile che questo metodo possa aiutare i pazienti nei primi stadi di demenza o morbo di Alzheimer per prevenire il deterioramento della malattia. Forse in futuro, potremo anche offrire trattamenti “anti-aging” per rafforzare il cervello.
Crediamo che il trattamento iperbarico abbia un grande potenziale come strumento terapeutico per una varietà di malattie cerebrali, compresi i problemi che possono verificarsi in età avanzata, con la diminuzione dell’efficacia del flusso sanguigno che fornisce l’ossigeno al cervello. È quindi possibile che questo metodo possa aiutare i pazienti nei primi stadi di demenza o morbo di Alzheimer per prevenire il deterioramento della malattia. Forse in futuro, potremo anche offrire trattamenti “anti-aging” per rafforzare il cervello.
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