Se non mettiamo la Libertà delle Cure mediche nella Costituzione, verrà il tempo in cui la medicina si organizzerà, piano piano e senza farsene accorgere, in una Dittatura nascosta. E il tentativo di limitare l'arte della medicina solo ad una classe di persone, e la negazione di uguali privilegi alle altre arti, rappresenterà la Bastiglia della scienza medica.
Benjamin Rush, firmatario della Dichiarazione d'Indipendenza USA, 17 Settembre 1787

mercoledì 19 agosto 2015

Le mie metastasi sparite con la dieta

Dal Blog di Gioia Locati

Questa è la storia di Veronica. Che due anni fa ha scoperto un tumore già esteso. E, dopo poco, recidive ad altri tre organi. Nonostante 11 cicli di chemioterapia (sei la prima volta e cinque la seconda) c’erano ancora quattro metastasi, al fegato e ai polmoni.
“Non potevo più continuare con la chemioterapia, ero piegata dai dolori e soggetta a crisi convulsive” racconta lei che ora ha 54 anni e sta bene.

L’oncologia ufficiale non ha dato alternative a Veronica, il protocollo è quello. E lei, che ha due fratelli medici, uno in Messico (ematologo) e uno in Francia (immunologo), ha scelto da sola la sua terapia salvavita, un mix di sana alimentazione e integratori. “Ma prima di ingerire qualcosa, chiedevo puntualmente il loro parere”. E l’ok è sempre arrivato.

Veronica è violinista. Non ha mai abbandonato il suo lavoro di orchestrale, neppure nei momenti peggiori. “La musica è la mia vita – dice – Ho scelto di non rinunciare ai concerti, anche quando avrei rischiato di ammalarmi stando in mezzo alla gente perchè avevo le difese immunitarie azzerate dalla chemio”. 

Sentiamo come Veronica ha composto la sinfonia che l’ha guarita.

“Durante la chemio ero ingrassata 15 chili. Per combattere la nausea mangiavo pasta e tanti spuntini con il pane. Ho cominciato a eliminare le farine raffinate e lo zucchero. Non solo: anche carne e latticini. Sono sempre stata golosa, mettevo due cucchiaini di zucchero nel caffè, ne bevevo tre o quattro, quindi ho tolto gli otto cucchiai di zucchero al dì. Spesso prendevo anche una Coca cola, con la scusa della pressione bassa. Facevo colazione con la brioche. A pranzo mangiavo pasta e la sera, molte volte, una tazza di latte, sempre con brioche. E siccome consumavo poca carne, ero convinta di mangiare bene…”.

Dove o da chi ha appreso che questi sono errori alimentari?

“Soprattutto dagli studi sui cinesi di Colin Campbell e dai testi di David Schreiber (lo psichiatra e neuroscienziato francese vissuto 19 anni con un tumore al cervello), tutti i libri e le ricerche sull’alimentazione concordano su questi punti…
Ho quasi eliminato le proteine animali, ogni tanto il pesce azzurro o pochissima carne usata come condimento. Ho sostituito la pasta bianca con grandi piatti di riso e quinoa. Preparo il pane in casa (uso la macchina che impasta e cuoce) con farine biologiche e integrali al 100%, alterno avena, grano, segale. Vi aggiungo semi, lino, zucca o girasole”.

La colazione?

“Trenta minuti prima di mangiare prendo l’ascorbato di potassio, adatto a contrastare l’acidità del corpo che è il terreno fertile del cancro. Poi inizio con una tazza di tè verde. Quindi caffè e latte vegetale (avena, farro, miglio, mandorle, riso), sul pane spalmo marmellata biologica senza zucchero o miele di agave che ha il pregio di non alzare la glicemia. Poi tanta frutta secca, noci, nocciole, anacardi. A metà mattina bevo un litro di centrifugato (sedano, finocchio, carote, frutta, quello che ho, con aggiunta di zenzero, potente anti-infiammatorio), un giorno vi aggiungo una bustina di glutatione in polvere (catena di aminoacidi antiossidanti), un altro l’aloe o le bacche di goji”.

Il pranzo?

“Cerco di variare il più possibile i cereali, quasi mai la pasta bianca. Condisco i piatti come farei con la pastasciutta, pomodoro, verdure o erbette e spezie. Provo a inserire la curcuma dappertutto. Da messicana cucino volentieri fagioli e tortillas di mais. Tutti i giorni un’insalata di verdure crude e semi”

La cena?

“Zuppe di legumi, minestroni, passati, tortini di verdure o il latte. Ma, quest’ultimo, solo vegetale e con cereali non zuccherati industrialmente: fiocchi d’avena con un po’ di miele d’agave e cannella”.

In questo modo le sono scomparse 4 metastasi, dopo quanto tempo?

“Sono sparite completamente dopo un anno di alimentazione sana. Ma, come dicono i medici, non si può sapere se questo è stato l’effetto ritardato della chemio o un miracolo. Colin Campbell (l’autore di The Cina Study) ha una spiegazione scientifica: per lui sono riuscita ad affamare le cellule del mio cancro e a impedirne la proliferazione”.

Ma cosa le ha detto l’oncologa, quando, dopo un anno, ha visto che ecografie e Tac non mostravano più segni del tumore?

“Prima mi ha chiesto se avessi seguito qualche cura, poi, quando le ho detto che ho stravolto il modo di mangiare e inserito un paio di integratori, mi ha guardato come avrebbe fatto con una bambina che crede alle favole”.

Però le ha detto che la favola non è vera.

“Sì. Prima ha detto che l’alimentazione non c’entra. Poi ha aggiunto che ‘nessuno ha la verità assoluta'”.

fonte: http://blog.ilgiornale.it/locati/2014/12/09/le-mie-metastasi-sparite-con-la-dieta/

Non conoscevo David Schreiber e così dopo aver fatto una ricerca e letto un po' qua e un po' là, mi sono soffermata sul punto di vista Valdo Vaccaro (espresso e postato sul suo blog il 12 agosto 2011) che preferisco condividere qui di seguito integralmente invece di indicarlo soltanto con un link:


DAVID SERVAN-SCHREIBER, IL GURU DEGLI OMEGA-3 


LETTERA 
LA TRISTE FINE DI UN PERSONAGGIO FRANCESE DI ALTO LIGNAGGIO 

Caro Valdo, mi trovo attualmente nel Sud della Francia.
In questi giorni il paese è scosso dalla vicenda del medico, psichiatra e naturopata David Servan-Schreiber, un personaggio bello, ricco, famoso e, come non bastasse, disponibile e simpatico.
Un essere eletto ed invidiato insomma.
Ed è morto di cancro a soli cinquant’anni.
L’eccezionalità del triste evento di cronaca sta nel fatto che quest’uomo preparatissimo, constatato vent’anni fa di avere il “male del secolo”, ha rinunciato volutamente a farsi curare dai colleghi oncologi (quelli della chemio), per auto-curarsi con la dieta ortomolecolare e le filosofie orientali.

LE POLEMICHE POST-MORTEM DEGLI ONCOLOGI 

All’inizio la cosa ha funzionato, e David ha raccontato in vari best-seller la sua lotta vittoriosa contro il morbo. Ma alla fine anche lui ha dovuto arrendersi.
E subito la canea dei giornalisti e degli opinionisti di regime si è scatenata contro ogni tipo di cura alternativa alla medicina ufficiale.
C’è stato addirittura chi, debitamente imbeccato dai “luminari” di tale “scienza”, tipo il nostro ineffabile Veronesi, ha sentenziato che il povero Servan-Schreiber sarebbe ancora vivo e vegeto se non avesse dato retta alle perniciose chimere della naturopatia orientale e si fosse affidato a dei veri “specialisti oncologi”. 

L’OPPORTUNITA’ DI FARE UN COMMENTO SULLA VICENDA

Nessuno ha tuttavia osservato che il cancro si combatte prevenendolo anziché tentando di combatterlo.
Nessuno ha fatto un cenno agli errori macroscopici che l’uomo commette nei suoi stili di vita.
Sarebbe bello che tu, non appena possibile, commentassi, da par tuo, tale vicenda.
In internet, specialmente nei siti francesi, troverai un’ampia documentazione sull’argomento.
Con la più viva cordialità.
Antonio da Venezia
   

 *****
RISPOSTA

FIGLIO DI JEAN-JACQUES SERVAN-SCHREIBER, GIORNALISTA, IMPRENDITORE, UOMO POLITICO, AUTORE DEL BEST-SELLER MONDIALE “LA SFIDA AMERICANA”

Ciao Antonio, grazie dei tuoi messaggi.
DSS, o David Servan-Schreiber, figlio di Sabine Becq de Fouquières e di Jean-Jacques Servan-Schreiber, autore negli anni 70 di un memorabile best-seller mondiale come “La sfida americana” non è per niente un tipo qualsiasi, ma una persona di grande peso e prestigio, soprattutto in Francia e nel Nord America. 

FALLIMENTARE LA CHEMIO EVITATA MA FALLIMENTARE ANCHE LA DIETA ADOTTATA IN CONCRETO

Uomo importante non solo per esser stato membro del Consiglio di Amministrazione di “Medicine Senza Frontiere” dal 1991 al 2000, o per le sue attività di ricerca sulla cibernetica e sulla neurologia, che gli hanno permesso di ottenere uno dei primi dottorati americani sulle neuroscienze cognitive.
Non solo per gli articoli su Science circa l’influenza delle emozioni sui processi cognitivi a livello neuronale, o per le sue posizioni direttive e di docente presso l’Università di Pittsburgh-Pennsylvania. (Ospedale Shadyside, Divisione Psichiatrica).
Famoso soprattutto, dal punto di vista umano, per essersi dedicato per vent’anni alla cura della sua condizione cancerosa, rinunciando alla chemioterapia e ad ogni intervento chirurgico, nonostante fosse attorniato in continuazione da colleghi medici e chirurghi di ogni spessore.
Non sorprende affatto la canea giornalistica e nemmeno le sentenze del professor Umberto Veronesi.
Su ogni cosa si può dire di tutto, visto che comunque mancano le controprove.
Bisognerebbe riportarlo in vita e fargli rifare l’intero percorso, con tanto di bisturi, chemio e cure. Onestamente, statistiche alla mano, potrebbe non risultare affatto un grande affare per lui, anche se solo da un punto di vista virtuale. 

LEGAMI CON RICHARD BELIVEAU, GURU DEL THE VERDE, DEL SALMONE E DEGLI INTEGRATORI 

Quello che però irrita profondamente, è il silenzio della stampa sulle frequentazioni, sulle idee e sulle iniziative di DSS in questi ultimi anni, visto che questi dati possono spiegare, meglio di ogni altra cosa, l’inconsueta e tragica conclusione della sua vita.
Nessuno che abbia fatto un minimo cenno ai legami di DSS con Richard Beliveau, discutibilissimo guru francese della medicina orto-molecolare, del succo di balena, del sushi, degli integratori.
Collezionista di arte giapponese, e fin lì nulla di male, ma disposto pure a mettere cadaveri di salmone sia nel suo the verde che nella spremuta d’arancia, e pronto ad esaltare cioccolato e vino rosso, considerando il tutto come panacea alimentare anticancro. 

UNA NETTA CADUTA VERSO IL BASSO

La Francia, per tradizione, ha sempre offerto grandi autori in fatto di filosofia, di matematica, di arte e di alimentazione. Ma in questi ultimi anni, partendo da Michel Montignac (guru dei punti glicemici, scomparso lo scorso anno) a Pierre Dunkan, brutta copia del già pessimo Robert Atkins, e al citato Beliveau, c’è davvero di che sorprendersi in negativo.
La grandeur francese finita davvero sotto i tacchi, nel modo più disonorevole possibile. 

GLI OMEGA-3 ITTICI E LE MALATTIE AUTOIMMUNI 

L’aspetto sconcertante della vicenda DSS, sta proprio nei suoi legami con le odiose pastiglie di Omega-3 ittiche, notoriamente dannosissime per la salute umana, in quanto caratterizzate da prostaglandine tipo II, negative e vasocostrittrici, causanti ritenzione idrica, aggregazione piastrinica, infiammazioni, ipertensione e ricorso ai cortisonici (al contrario degli Omega-3 naturali di mandorle, pinoli, semini, radici, caratterizzati da prostaglandine positive tipo I e III, dilatatrici ed antinfiammatorie, ottime per combattere tutte le malattie autoimmuni, la sclerosi multipla, l’autismo, la Sjogren, la SLA, la LAS, il lupus, secondo metodi naturali e non farmacologici).
Chi ha letto le mie tesine “Il pianeta pesce e gli Omega-3”, del 13/2/09, “Gli Omega-3 e il frullato di granchi e scorpioni”, del 10/5/09 e “Ubriachi di zona, di eicosanoidi e di sangue marino”, del 7/10/09, eviterà certamente di cadere nei terribili errori commessi da David Servan-Schreiber

I LIBRI DI DSS HANNO FATTO SCHIZZARE IN ALTO LE VENDITE DI OLIO DI PESCE

Probabilmente influenzato dai pessimi dietologi francesi, dalla scuola Kousmine-Pauling e dalla ultra-bidonistica dieta a Zona, DSS è caduto nella rete delle pastiglie di olio. Non certo del buon olio d’oliva, o magari di quelle di lino, ma nelle pastiglie d’olio di pesce, ricavato da innominabili scarti cadaverici, da occhi, ossa e intestini pressati per estrarne gli aromi di morte.
A seguito dei suoi best-seller Guerir e Anticancer (oltre un milione di copie vendute per ciascuno di essi), la richiesta di Omega-3 sul mercato francese, e non solo su quello, si moltiplicò in modo impressionante. Al punto che DSS formò e diresse pure un’impresa commerciale di distribuzione delle odiose pasticche di pesce.

UNA FIDUCIA MAL RIPOSTA SULLE PROSTAGLANDINE ITTICHE

DSS non aveva certo bisogno di fare soldi alle spalle di tonni, delfini e balene, dato che già ne faceva a bizzeffe, grazie alle sue lucrose attività professionali. Probabilmente ci ha creduto davvero. Probabilmente non faceva come i produttori di integratori che li vendono ma non li prendono.
Faceva un po’ come chi continua imperterrito a bere latte e a mangiare latticini, nella ferma convinzione che gli facciano bene, anche se in realtà lo stanno calcificando ed artrosizzando a suon di calcoli e stalattiti, lo stanno acidificando e lo stanno osteoporosizzando.
Lui le pasticche di Omega-3 le prendeva davvero tutti i giorni, pensando che fossero ottime per la sua depressione, e magari anche per il tumore che lo continuava a mordere dall’interno.
Non si può dire che gli abbiano giovato. Acidificare una persona che ha già una patologia acida-yin quale il tumore è una cosa gravissima. Strano che nessuno dei suoi amici, luminari e scienziati quanto il fante di briscola, non glielo abbiano mai detto.


Valdo Vaccaro

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