il post è tratto da my-personaltrainer.it
- Immunoterapia di soppressione:
quando si vuole deprimere la risposta del sistema immunitario.
L'immunoterapia di soppressione viene usata, ad esempio, per il
trattamento di allergie, in cui vi è un'ipersensibilità dell'organismo nei confronti di determinati agenti esterni (antigeni).
Lo scopo dell'immunoterapia, in questo caso, è di limitare
l'eccessiva reazione immunitaria che si scatena in risposta al contatto
con l'antigene; in questo modo si ottiene una desensibilizzazione
dell'organismo nei confronti degli agenti scatenanti l'allergia.
Altre circostanze che rendono opportuno il ricorso all'immunoterapia di soppressione comprendono i trapianti d'organo, per prevenire fenomeni di rigetto, e il trattamento di malattie autoimmuni. - Immunoterapia di attivazione: in questo caso, lo scopo dell'immunoterapia è quello di indurre o di amplificare una risposta immunitaria. È questo il caso dell'immunoterapia antimicrobica - comprendente i vaccini contro gli agenti infettivi - e dell'immunoterapia oncologica, ossia dell'immunoterapia impiegata nel trattamento di tumori.
L'immunoterapia di attivazione può essere impiegata anche in caso di immunodeficienza, causata da patologie (ad esempio, l'AIDS) o di origine iatrogena (effetto collaterale di altri trattamenti, quali la chemioterapia o la radioterapia).
Immunoterapia oncologica
Le cellule del nostro organismo espongono sulla propria superficie molecole di diversa natura, come proteine e carboidrati.
Le cellule maligne - come conseguenza delle mutazioni che hanno portato allo sviluppo del tumore - espongono, sulla loro superficie, molecole diverse da quelle esposte dalle cellule sane. Queste molecole prendono il nome di antigeni tumorali. L'immunoterapia oncologica sfrutta proprio questo fenomeno: le cellule del sistema immunitario possono essere in grado di individuare gli antigeni tumorali e di attaccare le cellule malate che li espongono.
L'immunoterapia oncologica può essere suddivisa in tre gruppi principali:
Terapia cellulare
I tipi di cellule immunitarie che possono essere impiegate nell'immunoterapia cellulare sono le cellule dendritiche, le cellule natural killer, i linfociti T citotossici e le cellule killer attivate da linfochine.
Ad oggi (Aprile 2015), un solo vaccino per immunoterapia cellulare è stato approvato contro il cancro in Europa; il farmaco si chiama Provenge ® ed è utilizzato nel trattamento del cancro avanzato della prostata. Molti altri vaccini sono in fase di ricerca e studio, mentre alcuni sono già in fase di sperimentazione clinica avanzata.
Terapia anticorpale
Gli anticorpi sono proteine con una particolare struttura a forma di “Y”, che originano da cellule del sistema immunitario chiamate plasmacellule. In corrispondenza delle braccia corte della “Y” sono presenti aree specifiche in grado di riconoscere numerosi tipi di antigeni. Quando un anticorpo riconosce un antigene, questi interagiscono l'uno con l'altro con una sorta di meccanismo “chiave-serratura”. In particolare, si può dire che ogni anticorpo ha una “serratura” (posta sulle braccia corte della “Y”) a cui corrisponde una specifica “chiave” (antigene). Quando avviene l'interazione antigene-anticorpo - quindi quando la chiave è “inserita” - l'anticorpo si attiva, dando inizio alla cascata di segnali biochimici che porta alla risposta immunitaria dell'organismo.
In condizioni fisiologiche normali, gli anticorpi del sistema immunitario sono prevalentemente utilizzati per il riconoscimento di microorganismi patogeni. Esistono, però, anticorpi che possono riconoscere antigeni tumorali e che quindi possono essere impiegati nel trattamento dei tumori.
Nell'immunoterapia anticorpale vengono utilizzati gli anticorpi monoclonali (mAb), chiamati così perché sono cloni provenienti da linee cellulari derivanti da un'unica cellula immunitaria.
Una volta individuato l'antigene d'interesse, è possibile creare - grazie ad apposite tecniche - anticorpi monoclonali che siano specifici per quell'antigene.
Di seguito, sono riportati alcuni degli anticorpi monoclonali utilizzati per il trattamento del cancro.
- Alemtuzumab, somministrato per via endovenosa, è utilizzato per il trattamento della leucemia linfocitica cronica.
- Bevacizumab, utilizzato in associazione ad altri antitumorali per il trattamento del carcinoma metastatico del colon-retto, del carcinoma polmonare avanzato o metastatico, del carcinoma metastatico della mammella e del carcinoma avanzato o metastatico del rene. È somministrato per via endovenosa.
- Cetuximab, somministrato per infusione endovenosa, è impiegato nel trattamento di carcinomi metastatici del colon e del retto e nei carcinomi a testa e collo.
- Ibritumomab tiuxetan (Zevalin ®), questo anticorpo monoclonale viene coniugato con l'isotopo radioattivo ittrio 90. Unisce, quindi, l'attività dell'anticorpo a quella dei raggi γ prodotti dal radioisotopo. È stato il primo agente a entrare a far parte della radioimmunoterapia. È impiegato nel trattamento di linfomi non-Hodgkin e viene somministrato per via endovenosa.
- Ipilimumab, impiegato nel trattamento di melanomi avanzati, somministrato per infusione goccia a goccia in vena.
- Panitumumab, viene somministrato per via endovenosa ed è utilizzato nel trattamento del carcinoma del colon-retto metastatico.
- Rituximab, impiegato nel trattamento del linfoma non-Hodgkin e della leucemia linfocitica cronica; è anche utilizzato per il trattamento dell'artrite reumatoide. È somministrato per infusione endovenosa.
- Trastuzumab, utilizzato per il trattamento del tumore al seno; si trova come polvere che viene solubilizzata in modo da somministrarlo per infusione endovenosa.
Terapie con citochine
Alcune citochine sono prodotte da cellule del sistema immunitario e possono essere impiegate nell'immunoterapia oncologica, come l'interleuchina-2 e l'interferone-α.
L'interleuchina-2 è impiegata nel trattamento del melanoma, del cancro al rene e della leucemia mieloide acuta.
L'interferone-α è utilizzato per il trattamento della leucemia a cellule capellute, della leucemia mieloide cronica, del mieloma multiplo, del linfoma follicolare e del melanoma.
Effetti collaterali dell'immunoterapia
Gli effetti collaterali, comunque, possono variare a seconda del tipo di immunoterapia e a seconda del farmaco che viene somministrato. Gli effetti più comuni possono essere:
- Stanchezza;
- Prurito e arrossamento;
- Nausea e vomito;
- Diarrea;
- Colite;
- Aumento delle transaminasi (enzimi presenti nell'organismo che sono spesso utilizzati come indice per individuare la presenza di danni epatici);
- Alterato funzionamento di ghiandole endocrine, soprattutto tiroide e ipofisi.
I linfociti (le cellule che compongono il sistema immunitario) possono attaccare in maniera selettiva le cellule maligne riducendo in maniera considerevole la massa tumorale. L'immunoterapia potrebbe rendere possibile la cura di tumori non operabili e aumentare così la sopravvivenza media.
Proprio per le speranze che offre, sono in corso studi e sperimentazioni cliniche che utilizzano l'immunoterapia per il trattamento di numerosi tipi di tumori.
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