Se non mettiamo la Libertà delle Cure mediche nella Costituzione, verrà il tempo in cui la medicina si organizzerà, piano piano e senza farsene accorgere, in una Dittatura nascosta. E il tentativo di limitare l'arte della medicina solo ad una classe di persone, e la negazione di uguali privilegi alle altre arti, rappresenterà la Bastiglia della scienza medica.
Benjamin Rush, firmatario della Dichiarazione d'Indipendenza USA, 17 Settembre 1787

sabato 11 gennaio 2014

Erbe medicinali messe al bando

Erbe medicinali, nuova direttiva Ue le mette al bando

 letto su affari italiani

articolo pubblicato il 4 maggio 2011
 
Erbe infuso
 
Sono entrate in vigore da un paio di giorni le nuove direttive dell'Unione europea sulle erbe medicinali, ed è subito polemica.
Si tratta della direttiva 24/2004/EC che ne disciplina la nuova regolamentazioni in tema di utilizzo, produzione, trasformazione e commercializzazione. In particolare entro sette anni i prodotti vegetali classificati come "medicinali vegetali tradizionali" (Herbal Medicinal Drug) devono adeguarsi a uno specifico iter di registrazione solo con determinati requisiti per poter essere commercializzati sul mercato a livello europeo.
 
Insomma, da oggi i prodotti erboristici dovranno superare procedure simili a quelle dei farmaci. E immediatamente è scoppiata la polemica per le tante erbe medicinali usate in cure mediche di tipo tradizionale come la medicina tradizionale cinese, ayurvedica, tibetana e altre che non rientrerebbero nei requisiti richiesti dall'UE. La direttiva europea, infatti, impone barriere altissime a qualunque rimedio a base di erbe che non sia presente sul mercato da almeno 30 anni.  Parliamo di ginseng, calendula e tutte quelle piante che hanno contribuito negli ultimi anni alla crescita della medicina naturale a scapito di quella farmacologia chimica tradizionalmente utilizzata da tutti. E' una misura draconiana - è la denuncia dell’organizzazione non governativa Avaaz -  che asseconda le aziende farmaceutiche e ignora migliaia di anni di conoscenza medica.

Per la Società Italiana di Omeopatia Veterinaria la direttiva creerà barriere enormi per i rimedi a base di erbe, a causa di costi esorbitanti e processi infiniti con esperti perché ogni singolo prodotto sia approvato. Le aziende farmaceutiche hanno le risorse necessarie per superare tutti i passaggi, ma le centinaia di piccole e medie ditte di erbe medicinali, in Europa e nel mondo, saranno in seria difficoltà.

La direttiva 24/2004/EC è passata all’ombra della burocrazia, denunciano, ma non potrà sopravvivere alla luce del controllo democratico. La Commissione europea può decidere di ritirarla o emendarla, e un’azione legale sta tentando di aprire la strada in tal senso. Se i cittadini europei si uniranno tutti insieme ora, potranno dare legittimità al caso legale e aumentare la pressione nei confronti della Commissione. Nello specifico insomma, ad essere colpite dalla direttiva sono solo quei farmaci naturali che intendono fare concorrenza ai farmaci tradizionali. In questo caso bisogna dimostrare non solo che il farmaco non è nocivo, ma che è stato utilizzato per almeno 30 anni di cui 15 nell’Unione Europea.

Da oggi, il periodo di “stasi” della legge, nel quale le società dovevano mettersi in regola è finito. E se il farmaco naturale non ha approvazione comunitaria, non può essere venduto. La situazione attuale? Il paziente ancora non conosce quali sono i farmaci che può acquistare e quelli che ormai sono da considerarsi illegali.

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